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Giulio Meoti e il Vaticano 19/02/2013

L’articolo di Giulio Meotti riporta chiaramente le affermazioni di Benedetto XVI fatte nel viaggio in Israele ed espone l’interpretazione logica che ne segue. Purtroppo viene sempre usato un linguaggio molto “prudente” nei confronti della parte araba, quasi si temesse di urtare la sua suscettibilità ma, con questo atteggiamento, si finisce sempre per prendere mai una posizione chiara e precisa, fino a cadere nell’ambiguità.
Questo atteggiamento l’hanno assunto nel passato i capi e i rappresentanti dei governi, i Papi e i suoi ministri, con conseguenti danni in quantità e gravità.
Gli stessi errori vengono perpetrati ancora oggi. Perché non è stato mai detto e non viene dichiarato senza esitazioni, senza possibilità di fraintendimenti agli “interlocutori” (è un eufemismo): «Questi atteggiamenti e queste ideologie sono la rovina per voi e per coloro che perseguitate e portano solo guerre e distruzione»? Non si è mai sentito pronunciare con durezza, nei confronti degli arabi, un “ALTOLÀ!”.
Non si è mai udita una posizione ferma, chiara, in favore degli ebrei e dei cristiani, ma solo inviti alla “pace” e al rispetto con prudente moderazione dimostrando così, ai loro occhi, debolezza e rinuncia, condizioni queste a rischio reale per la nostra civiltà; su questo aspetto gli studiosi ed esperti dei popoli arabi avvertono del pericolo da molto tempo, come lo ha insegnato la Storia, dai più ignorata.
Non sarò io a consigliare che atteggiamento deve tenere un governante o il Papa nei confronti degli arabi. Per quanto riguarda l'atteggiamento dei cattolici verso il mondo arabo, certo è che, dal Vangelo che è dato, Gesù non è mai ambiguo, afferma sempre chiaramente e inequivocabilmente che cosa va bene e che cosa non va. Non ha timore di dire ciò che è, e di mettere in guardia i “furbi”, non usa con loro “diplomazia e prudenza”, ma tutt’altro. Perché, invece, i “nostri” ne usano così tanta che porta paradossalmente ed inevitabilmente ad ulteriori danni e prolunga nel tempo le difficoltà? Cosa accadrebbe se si dicessero le cose come stanno? Rivolte? Persecuzioni? Terrorismo? Probabili invasioni?
Non sta già avvenendo tutto questo, nonostante gli “atteggiamenti moderati”? Sarebbe molto meglio per tutti noi e così pure per gli arabi, che non ci fossero ambiguità, così come posizioni “prudenti”, proprie dei capi di Stato.
Ci sarebbero risparmiati molti dolori e, a mio modesto parere, l'antisemitismo e gli attacchi anticristiani sarebbero di molto ridotti.

Con stima

 Federico Bentsik, Venezia

IC non mai espresso giudizi su Gesù, le nostre riflessioni, spesso critiche, sono rivolte al Vaticano. Le riteniamo leggittime, proprio in base ai rilievi che ha espresso bene lei nella sua lettera, che condividiamo al 100%.
IC redazione


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