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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.02.2013 Antisemitismo: un convegno al Senato della Repubblica
commento di Costantino Pistilli

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Costantino Pistilli
Titolo: «Antisemtismo: un convegno al Senato della Repubblica»

Antisemtismo: un convegno al Senato della Repubblica
Commento di Costantino Pistilli


Fiamma Nirenstein             Anita Friedman

Il mondo disse mai più all’antisemitismo, e invece ancora è vivo. Nuove e vecchie generazioni continuano ad esserne portatori sani, contagiati dal lato oscuro del web infestato da vecchi bias. È questo l’antisemitismo 2.0, il cyber-hate, l’argomento di discussione al quale è stato dedicato il convegno “I razzisti della Rete” organizzato dall’associazione Appuntamento a Gerusalemme. “C’è ancora troppo odio razziale e ormai arriva violentemente anche dalla Rete”, ci dice Anita Friedman, presidente dell’associazione e incalza: “Il nostro scopo è quello di portare questo problema nell’agenda del futuro governo. C’è un Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Budapest e vogliamo che i nostri prossimi rappresentati lo ratifichino”.

Il punto, infatti, è proprio questo. La Convenzione di Budapest, è il primo trattato che introduce norme internazionali sulla criminalità informatica sotto le sue varie forme e stabilisce le necessarie modifiche ai codici di procedura penale dei Paesi aderenti. L'Italia ha sottoscritto la Convenzione il 23 novembre 2001 ma non ha ancora ratificato le norme applicative (l’ultima ratifica risale al 5 giugno del 2008) e, soprattutto, non ha ratificato il breve ma importante Protocollo aggiuntivo che inserisce fra i crimini informatici anche qualsiasi forma di antisemitismo e di razzismo propagandato sul web.

 “Nel corso del 2012 la Polizia postale ha effettuato 69 arresti e più di 159 denunce per crimini informatici” ha spiegato il relatore Domenico Vulpiani, Direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo del ministero dell'Interno aggiungendo “Ma sono reati perseguibili solo attraverso la Legge Mancino e solamente su territorio nazionale”.

Dunque, per dare una prima stoccata al razzismo 2.0 occorre un coordinamento internazionale; il perché lo spiega l’on. Fiamma Nirenstein durante il suo intervento: “ Se oscuriamo un sito in Italia, lo stesso sito web si può riaprire negli Stati Uniti. Credevamo che il web potesse diventare una palestra dove allenarsi alla democrazia e invece si è trasformato in un ring”.  E di colpi da questo ring ne ha presi anche lei, tirati da odiatori anonimi o da vigliacchi mascherati in nickname, e durante il suo intervento confida alla platea la propria esperienza personale, di chi a causa dell’odio più lungo vive da anni sottoscorta: “Solamente nell’ultimo anno ho ricevuto più di 50 minacce via web” e inizia a leggerne i volgari e perfidi contenuti postati su siti quali Holywar, Terra Santa Libera, StormFront, o su Facebook e You Tube. Contenuti che non ripeto per nausea.

Comunque, l’idea di puntare su un coordinamento internazionale è stata condivisa anche da Lucia Annunziata, moderatrice della tavola rotonda, dall’on. Paolo Gentiloni e dal senatore Maurizio Gasparri intervenuti in qualità di ex ministri delle Comunicazioni.

Così come Angelo Cardani, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, secondo il quale: “La dignità dell’uomo è più importante della tutela della libertà d’espressione”. Un concetto confermato anche da Stefano Parisi, presidente Confindustria Digitale, che ha spiegato: “Si è sempre pensato che più libertà sul web, quindi meno vincoli, avrebbe conquistato più utenze e quindi più mercato”, ed ha proposto due soluzioni: “Trovare un accordo internazionale per i reati commessi in rete così da garantire l’effettivo oscuramento di un sito e creare un sistema di filtraggio per i social network, sviluppando piattaforme che siano in grado di farlo. Ma soprattutto” -ha aggiunto- “Serve un’autorità con il compito di oscurare tempestivamente un sito web e senza l’interferenza della magistratura” ritenuta da Parisi troppo “lenta”. E proprio un magistrato, il giudice Stefano Amore, consigliere giuridico del Ministero dell'Economia, ha ribadito che la soluzione di formare un coordinamento internazionale condiviso in un acquis communautaire è fondamentale soprattutto perché un legislatore statunitense o la Corte suprema, ad esempio, in nome della libertà non oscurerebbero mai un sito internet. Si pensi al caso del sito StormFront oscurato in Italia ma ancora legale negli Usa ( http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Xenofobia-Ruben-su-Youtube-video-shock-Stormfront-Cancellieri-intervenga_314158660882.html ).

In conclusione, il convegno del 13 febbraio scorso presso la Biblioteca del Senato è stato un utile, necessario e presto sarà pronta l’intera registrazione video -mi dicono gli organizzatori- e potrete vedere quando all’inizio del convegno, dopo i saluti e l’introduzione, si ricorderà che quello stesso giorno, nel 2006, in Francia, lungo un binario ferroviario venne trovato il corpo del ventitreenne Ilan Halimi scoperto nudo ed agonizzante, deceduto all'ospedale poco dopo l'arrivo, dopo essere stato rapito, ferito, picchiato, torturato (bruciature sull'80% del corpo, numerosi ematomi e contusioni, una ferita da taglio alla guancia e due alla gola) per più di venti giorni. E solamente perché ebreo (http://www.loccidentale.it/node/73417).  Il mondo disse mai più all’antisemitismo. Ma la guerra sarà ancora lunga..


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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