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Il Foglio Rassegna Stampa
15.02.2013 Ralph Giordano: un errore convertire le chiese in moschee
non è integrazione, ma islamizzazione. Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 15 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Inquilino Allah»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 15/02/2013, in prima pagina, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Inquilino Allah".


Ralph Giordano        


Giulio Meotti

Per saperne di più su Ralph Giordano, cliccare sul link sottostante
http://it.wikipedia.org/wiki/Ralph_Giordano

Dieci anni fa il premio Nobel per la Letteratura, Günter Grass, propose di trasformare in moschee le chiese senza più fedeli. “Sarebbe un grande gesto”, proclamò la “coscienza dolente della Germania”. Un gesto veramente “ecumenico”. Adesso una grande chiesa luterana di Amburgo, la Kapernaumkirche, si appresta a essere convertita in luogo di culto islamico. A causa della rampante decristianizzazione, la chiesa è senza quasi più fedeli dal 2002. L’acquirente è l’al Nour Islamic Center, una organizzazione di riferimento per molti immigrati dal medio oriente e dal nord Africa. Come da programma, nell’edificio di Amburgo si inizierà a officiare il culto coranico a partire dal prossimo 3 ottobre, il giorno dell’unità tedesca. Le organizzazioni islamiche annunciano di voler celebrare quel giorno come il “tag der offenen moschee”, la giornata della moschea aperta anche ai non islamici. L’Abendblatt, giornale di Amburgo, titola così: “Le moschee sostituiscono le chiese”. La Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Inquilino Allah”. La Taz: “Ecco la nuova normalità”. E c’è persino chi paragona il caso di Amburgo alla cattedrale di Santa Sofia a Istanbul.
La politica si muove contro la decisione della comunità protestante di vendere il luogo di culto. “Anche se fosse legale, la conversione di una chiesa in moschea non migliorerà la coesistenza”, afferma Marcus Weinberg, leader della Cdu di Angela Merkel ad Amburgo. Contro la conversione anche una parte dell’establishment luterano. “La conversione dimostra quanto avanzata sia la secolarizzazione e il rafforzamento dell’islam nella nostra società”, dichiara il pastore Ulrich Rüss. Contro anche i vescovi cattolici. “Non è nel nostro interesse la trasformazione di una chiesa in moschea”, dichiara il vescovo della città, Hans-Jochen Jaschke. “Cristianesimo e islam non sono intercambiabili”.

 “Non è un passo verso l’integrazione”

Ma il caso di Amburgo non è isolato. Nella ricca Germania, molte diocesi cattoliche sono sull’orlo della bancarotta. Dal 1990, secondo i dati forniti dalla Conferenza episcopale tedesca, sono già state chiuse trecento chiese. Solo a Essen, nella Germania centrale, saranno chiuse un quarto delle chiese.
La popolazione musulmana nel paese è aumentata dalle 50 mila persone nei primi anni Ottanta ai quattro milioni di oggi. Nel paese sorgono almeno 24 moschee rappresentative. Ma la grande maggioranza dei musulmani deve ancora arrangiarsi a pregare in garage, negozi e nei cortili dei palazzi di fine Ottocento. Da qui l’idea di vendere loro i siti cristiani in disuso. La chiesa neo apostolica ha veduto una delle sue chiese di Berlino all’Associazione musulmana dei centri interculturali. A Duisburg, la chiesa cattolica chiude sei chiese. Il giornale Der Western descrive una situazione drammatica nei distretti di Hamborn e Marxloh, dove l’unica chiesa che sopravvive è quella di San Pietro e Paolo e dovrebbe essere chiusa a breve. In tutto il paese quattrocento chiese cattoliche e cento protestanti sono state chiuse. “Sempre più chiese trasformate in moschee”, grida la Bild. Il nuovo inquilino della Kapernaumkirche promette: “Il muezzin non si farà sentire cinque volte al giorno”. Almeno per ora. Durissimo lo scrittore ebreo di sinistra Ralph Giordano, firma del quotidiano berlinese Taz. Sopravvissuto all’Olocausto, nato proprio ad Amburgo e nonostante i novant’anni resta uno dei pubblicisti tedeschi più combattivi, Giordano vede nella conversione delle chiese “una espressione dell’islamizzazione del nostro paese”. Parlando al Foglio, Giordano dice: “Ci sono persone che dicono che la moschea sarà un passo verso l’integrazione. Io dico, ‘no, no e no, le moschee sono il simbolo di un mondo parallelo, la sharia non è costituzionale, è una spina nel cuore della democrazia”.

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