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Ugo Volli
Cartoline
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Votate e fate votare per Sharon Nizza 12/02/2013

"  Votate e fate votare per Sharon Nizza "
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Sharon Nizza


Cari amici,

 
dato che questa sarà una cartolina parecchio amara, inizio col lato positivo. Vi invito, se vivete in Israele, a votare per Sharon Nizza come deputata estera al Parlamento italiano e vi chiedo di suggerire lo stesso voto ai vostri parenti e amici che risiedano nella circoscrizione. Sharon Nizza è una giovane brillante e intelligente, con le idee chiare su che cosa bisogna fare per migliorare le relazioni fra Italia e Israele (le ha diffuse anche su Twitter), un'ottima competenza parlamentare (ha fatto  negli scorsi anni con grande efficienza l'assistente di Fiamma Nirenstein), un'esperienza trasversale dei due paesi, un impegno civile ed ebraico coltivato da tempo. Vi invito a farlo anche perché nel prossimo Parlamento la rappresentanza ebraica rischia di essere falcidiata (non ci rappresenteranno più, se non sbaglio, oltre a Fiamma, anche Alessandro Ruben e Ricky Levi). 
 

Vi invito infine a farlo anche perché Sharon è stata oggetto di una campagna violenta di interdizione, badate, non da parte dei numerosi antisemiti e antisraeliani che si candidano in queste elezioni da una parte e dall'altra dello schieramento politico, ma da “L'Unione informa”, la newsletter elettronica dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che in quattro giorni hanno ospitato ben tre interventi contro di lei, intermezzati, secondo la nota tecnica antigiornalistica televisiva del sandwich, da una sua risposta al primo intervento (la potete leggere su Informazione Corretta:http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48052), subito rintuzzata da altre "autorevoli" opinioni, via via più sprezzanti.
Conosco bene questi metodi, per averli subiti personalmente, quando scrivevo su Pagine Ebraiche, fino a essere costretto alle dimissioni da un attacco personale più violento del solito. Il direttore di questi media, Guido Vitale, ha spesso teorizzato che le sue testate sono una "piazza", in cui le diverse anime dell'ebraismo si confronterebbero liberamente. In realtà questa piazza, finisce in realtà per assomigliare alla Plaza de Toros in cui si celebra la corrida: banderilleros, picadores, toreri che hanno la bella abitudine di prendersela in gruppo contro il toro di turno, o se vogliamo uscire alla metafora contro chi la pensi diversamente da loro, o non sia allineato con le loro scelte politiche. Se non vi piace l'immagine della corrida, pensate al rugby col pacchetto di mischia che cerca di bloccare qualunque fuga di un giocatore dell'altra squadra, o leggete "un gruppo di battaglieri opinionisti", tutti allineati nell'interdizione di qualunque pensiero non corrisponda alla loro visione della realtà, diciamo alla linea di "Repubblica" (o del "Fatto" o dell' "Unità" o di"Haaretz"), che essi considerano inviolabile. Chi osi contrastare queste posizioni, chi abbia idee diverse o si esponga in uno schieramento diverso come Sharon Nizza, non viene interpellato a un civile dibattito delle idee, ma a una serie concentrica di attacchi personali. Il dissenso, per questo bel gruppo compatto di “autorevoli opinionisti” è un vilipendio, una violazione della morale, un atto di stupidità: tutto salvo la normale dialettica delle opinioni. Inutile dire che va affrontato con le maniere forti.
A Sharon infatti è stato detto un po' di tutto (tutto salvo discutere il suo programma, naturalmente), è stata trattata da immorale, da immatura, da ingenua, da furbetta: perfino che la sua candidatura "entra oggi in conflitto con i più profondi valori dell’ebraismo", che viola " un discrimine che non è politico, ma morale", che perciò lei magari avrà il diritto costituzionale di candidarsi, che per fortuna non dipende dagli “opinionisti” dell'Unione informa” ma assolutamente non quello di presentarsi alle elezioni "in quanto ebrea". Una scomunica in piena regola, un'espulsione vera e propria dal mondo ebraico altro che Spinoza!
 


Sergio Della Pergola      Anna Foa            Anna Segre

 
I "più profondi valori dell'ebraismo", badate bene, non sono il monoteismo, il decalogo, le mitzvot, lo studio della Torah insomma il nostro patrimonio religioso e culturale, no: sono "la memoria, il rigore etico, il rispetto per la giustizia, per le donne, per la scuola e la cultura" (Foa), per non parlare di quello per i giudici italiani (per cui Segre allude adirittura alle leggi universali di Noè) ma che se bisogna essere più chiari costituiscono oggi "partito delle toghe" (definizione di Bertinotti"), cioè, se vogliamo dirla tutta, i valori ebraici non si trovano nella Torah ma nel programma del PD. Tutte queste qualità che mancherebbero a Berlusconi, per estensione fanno difetto anche a Nizza, che ha osato presentarsi nella sua lista: essa pure infatti, oibò, "interpreta i dibattiti" (in particolare questo dibattito, così fine, così rispettoso...) "berlusconianamente" (Foa) vale a dire "come pugnalate alle spalle". Insomma, se qualcuno ti attacca a bastonate, non devi lamentarti, è colpa tua, dato che sei quello che sei. 
Per culminare infine con una frase che vi riporto testualmente, tanto è arrogante e intollerabilmente paternalista, diciamo pure culturalmente squadrista: "Se la giovane Nizza ha parlato con sincerità, allora si può solo consigliarle di crescere prima di tentare l’arduo cammino della politica." Cresca la ragazzina, prima di affrontare “le vie pur desolate e sole” della politica, di cui la saggia Anna è esperta. Ho citato quasi solo l'ultimo intervento, quello a firma di Anna Foa, perché è il più odioso (http://moked.it/blog/2013/02/11/sharon-nizza-2/). Prima di lei era intervenuta Anna Segre (http://moked.it/blog/2013/02/08/un-leader-lontano/), ponendo le premesse del contrasto radicale che ci sarebbe fra Berlusconi e "tutti i valori tipicamente ebraici", "suscita[ndo] in [lei] un’inquietudine che nessuna ostentata amicizia per Israele potrà mai attenuare." Le conseguenze per chi si entra in una lista così “inquietante” sono lasciate sullo sfondo, ma non sono difficili da capire.
Prima ancora aveva aperto il discorso, come gli è consueto col fioretto delle domande e non certo col randello delle invettive, ma con lo stesso chiaro obiettivo di affondare la candidatura di Sharon Nizza,  Sergio Della Pergola, se non sbaglio vicepresidente della comunità degli “Italkim” (gli ebrei italiani di Gerusalemme) di cui Nizza è portavoce (http://moked.it/blog/2013/02/07/sharon-nizza/) rimproverando a Sharon l'"alleanza" con un leader che si era lasciato andare a "esternazioni confuse e nostalgiche nei confronti del ventennio mussoliniano" e chiedendole una dichiarazione di fedeltà all'Israele progressista che Della Pergola, come demografo evidentemente vede in via di estinzione.
Al pacchetto di mischia che occupa il centro della "piazza ebraica", come la esprimono "L'Unione informa" e "Pagine ebraiche" non si sono presentati ancora un paio di nomi noti, ma già li vedo arrotolarsi le maniche della camicia e scendere in campo a realizzare la loro idea del dialogo culturale - sei contro uno. 
Di fronte a questa situazione un paio di domande amare sono necessarie. Innanzitutto: perché questa unanimità? Perché queste drastiche posizioni non solo contro una candidata che può essere pensata come un'avversaria, ma contro un partito che probabilmente raccoglie la una bella fetta di voto ebraico? Più di metà degli ebrei italiani, secondo le ricerche, sarebbe dunque contrario ai valori dell'ebraismo? Quasi tutti ingenui e ragazzini salvo le due Anne e un manipolo di colleghi illuminati che collaborano alla newsletter? Perché altre posizioni non hanno quasi voce? Semplice: perché questi sono gli autori ritenuti, là dove si puote ciò che si vuole, degni di frequentare la piazza l'ebraismo italiano. E non ci sono delle voci dissenzienti? No, quasi tutti quelli che non la pensano secondo l'equazione per cui l'ebraismo è tutto di sinistra, non sono stati invitati o sono trattati a pesci in faccia come Sharon (e incidentalmente come me e alcuni altri che ci hanno provato). Nella Plaza de toros di “Pagine ebraiche” e dintorni, non vi sono in apparenza vigili urbani che diano multe ai banderilleros troppo eccitati, o arbitri che fischino il fuori gioco. O meglio, senza dubbio vi sono, ma non leggono o evidentemente sono d'accordo con gli insulti.
La seconda domanda è sul perché vi è una tale sicumera per cui alcuni signori e signore, non formati esattamente come autorità sull'etica ebraica, non appartenenti al mondo rabbinico né specializzati in materia, a quel che ne so, ritengano di poter decretare chi "entra in profondo contrasto con i valori dell'ebraismo" e va squalificato o “matado”, giudicando in buona sostanza sulla base del criterio se l'imputato si presenta per la lista che intendono votare o meno. Qui sotto c'è una vicenda lunga, che ha a che fare da un lato con lo stile intellettuale pochissimo pluralista della sinistra italiana, a partire dai corsivi assolutamente squadristici di Roderigo da Castiglia alias Palmiro Togliatti (il quale, fra l'altro, da segretario del Pci nel 1936 autorizzò un appello "ai fratelli in camicia nera" e inneggiò al patto Molotov -Ribbentropp... altro che Berlusconi), per arrivare fino agli ukase attuali del Manifesto e di Repubblica. Chi dissente è un nemico, un traditore, un essere moralmente ripugnante. 
Dall'altro questo atteggiamento risale a una scelta di identificazione dell'ebraismo con la sinistra che per la maggior parte degli ebrei, ma non per tutti, evidentemente, ha da tempo perso ogni senso. Da un altro ancora, ben evidente nell'intervento di Della Pergola, c'è la nostalgia  "di chi cerca di mantenere un canale aperto al colloquio politico con il mondo occidentale e a una formula di normalizzazione con i palestinesi", ovvero del buon vecchio "fronte della pace", anch'esso in realtà poco ascoltato dal popolo israeliano e dagli ebrei italiani. Insomma, se non rappresenti Meretz e Tzipi Livni, il 10% dell'elettorato israeliano, è meglio che stai zitto. Chi non subisce queste nostalgie del pensiero giusto e sceglie alleanze secondo convenienza, come spesso si è fatto nella storia ebraica - be' ha la colpa di far sentire vecchi gli “autorevoli opinionisti” e dev'essere una ragazzina screanzata, del tutto priva di moralità.
La terza domanda è perché queste cose non sono state dette a Nirenstein e a Ruben che pure si sono presentati nello stesso schieramento (per non parlare dei deputati della parte opposta, che si trovano a fianco a fianco con i D'Alema, con i Vendola, con i De Magistris e altri difensori non dei "valori ebraici" ma delle vite ebraiche). La risposta è amara: anche in questo combattivo gruppo di opinionisti si pratica l'arte di scherzare con i fanti e lasciar stare i santi. Infine bisogna chiedersi perché l'Ucei tiene in piedi una macchina ideologica di questo tipo, che chiaramente rappresenta una certa parte dell'ebraismo italiano, non certo la totalità. Ma questa è una domanda che andrebbe girata al presidente Gattegna e alla maggioranza che lo sostiene, caratterizzata nella stessa direzione della squadretta di Moked. 
Fatte queste considerazioni, che per carità comunitaria mi dispiace molto aver dovuto scrivere, ma erano necessarie in questa situazione, vorrei concludere di nuovo con una nota positiva: Votate e fate votare per Sharon. Sarebbe bellissimo avere in parlamento una “giovane” ebrea che non ha atteso di “crescere” prima di “tentare le ardue vie”. Magari qualcuno che da troppo tempo esplora questi faticosi cammini si potrebbe decidere di andare in pensione, o perfino di cambiare idea.
 
Ugo Volli

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