Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 12/02/2013, a pag. 28, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo "L’integralismo nasconde la voglia di Occidente. Crollano nozze e nascite ".
Fiamma Nirenstein
Basta seguire giorno dopo giorno il mondo islamico in rivolta per rendersi conto che siamo lontani dal capire: i laici, i loro blogger e i loro rapper vengono perseguitati e calpestati dopo aver gestito la rivoluzione, ma poi è la volta degli islamisti che benché al potere, votati in elezioni plebiscitarie, si ritrovano la folla infuriata che li prende a calci e muore ancora in piazza cercando di cacciarli via. Ma esiste una foto di gruppo del mondo islamico che ci dice una verità, è una foto che va dal Marocco all'Iran, una foto senza bambini: «una modificazione oceanica » la definisce Nicola Eberstadt uno studioso dell'American Enterprise Insitute che esamina «il declino verticale» dei tassi di natalità del mondo islamico, e la «fuga dal matrimonio» delle donne che ne fanno parte.
Non ci si crede: i dati di 49 Paesi a maggioranza musulmana ci dicono che dagli anni 80 ai primi dieci anni del 2000, la natalità è calata del 41 per cento, in confronto al declino, anch' esso tuttavia impressionante, del mondo intero che assomma al 33. L'Iran è sceso del 70 per cento, «uno dei declini più rapidi e pronunciati che si sia mai visto nella storia». Mai le donne iraniane avevano partorito solo due bambini per coppia, la media era di cinque o sei. Alla fine di questo secolo se continua questo trend, la popolazione iraniana sarà diminuita del 50 per cento. Gli altri paesi che quanto a natalità sono calati del 50 per cento e più sono l'Oman, gli Emirati, l'Algeria, il Bangladesh, la Tunisia, la Libia, l'Albania, il Qatar e il Kuwait. I soli Paesi musulmani dovesi fanno ancora tanti bambini sono i più illetterati e poveri: il Mali, il Niger, la Somalia e l'Afghanistan. Il tasso di natalità è crollato fra i palestinesi, per cui tutti gli studi che incitano Israele a lasciare i territori in modo da non essere sommersi, sono stati travolti dalla realtà.
Immaginare che le città islamiche diventino spopolate di bambini è un cambiamento storico globale, cambiano l'economia e i problemi dell' immigrazione. Il mosaico di cause che determina il fenomeno è complicato, ma è facile dire che cosa non c'è; non c'è un predominio religioso, nel clima della vittoria della Fratellanza Musulmana o degli Ayatollah la modernità cambia la vita. Anche nei Paesi islamici esiste la «fuga dal matrimonio » delle donne, le ragazze quando possono rimandano la famiglia che la tradizione vuole quasi in età infantile, vince la scelta di istruirsi e di lavorare, l'idea che tante braccia sono una ricchezza resta legata alla società rurale mentre l'inurbamento è prepotente. In più, come da noi, il fascino di una casa decente e non superpopolata, l'aspetto fisico, la Coca Cola, una nutrizione sufficiente, l'auto, sostituiscono i vecchi ideali, rendono consapevoli che figli non vuol dire orda infantile. Speriamo così che i bambini del mondo islamico siano, com'è logico, più preziosi per tutti, più rispettati da tutti, e che amino la vita almeno quanto noi l'amiamo. Perché certo gli orribili slogan di chi ama la morte quanto voi amate la vita » sono, oltre che alla religione e all'ideologia, legati anche alla confusione della fame e della sovrappopolazione.
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