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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.02.2013 IC7 - Il commento di Daniele Scalise
Dal 03/02/2013 al 09/02/2013

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Daniele Scalise
Titolo: «Il commento di Daniele Scalise»
Il commento di Daniele Scalise


Daniele Scalise, giornalista e scrittore. Scrive su 'Prima Comunicazione'.
E' autore di
Cose dell’altro mondo. Viaggio nell’Italia gay-Zelig 
Il caso Mortara-Mondadori
I soliti ebrei -Mondadori
Lettera di un padre omosessuale alla figlia-Rizzoli
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=33806

Mi son detto: per una volta basta lamentele. Basta proteste. Basta (giusta) indignazione per come, per esempio, i volenterosi colleghi giornalisti hanno l’abitudine di imputare a Israele (diciamolo chiaro: agli ebrei) la responsabilità di tutte le nefandezze di cui è afflitto nostro pianeta. Mi sono detto: vediamo se c’è qualche notizia positiva, qualche appiglio che interrompa il flusso di nausea che prende quando si aprono i giornali o si accendono le televisioni e si sente e si legge una falsità dietro l’altra, un nemmeno oscuro tentativo di delegittimare lo Stato di Israele. Sorpresa! Ho trovato una buona, davvero buona notizia nascosta tra le pieghe dei giornali: il 2012 è stato un anno record per il turismo israeliano. Nonostante la propaganda antisionista/antisemita, nonostante le vignette immonde, nonostante gli attacchi costanti e mortali di Hamas, nonostante tutto questo ben tre milioni e mezzo di turisti hanno visitato Eretz Israel.
Conoscere da vicino Israele significa capire quante bugie e quante calunnie cercano costantemente di oscurarne la grandezza e la legittimità. In un periodo di crisi globale, dove tutti cercano di tagliare ‘i generi voluttuari’ (il turismo, per comprensibili ragioni, è considerato tra questi), beh, nonostante tutto questo l’industria turistica israeliana ha realizzato un +2 per cento di visitatori rispetto all’anno precedente e Tel Aviv è entrata nella classifica delle prime dieci città al mondo tra quelle scelte dai turisti e solo l’anno scorso sono stati 170mila gli italiani che hanno visitato il Paese.
Il mio stupore è stato anche alimentato dalla modesta osservazione che le campagne pubblicitarie dell’ufficio del turismo israeliano sembrano vecchie di una trentina d’anni. Che la comunicazione turistica, a partire dal momento in cui prendi l’aereo, non è proprio al massimo. Eppure, Israele, dal punto di vista del traffico turistico registra un successo da far invidia a Paesi ben più sofisticati (ci vuole poco) in quel campo, dalla Francia all’Italia, dalla Spagna alla Grecia.
L’ho sempre pensato e, quando e come ho potuto, l’ho sempre consigliato: il modo migliore di sapere cosa sia Israele è andarci, vedere di persona, parlare con la gente, prendere un caffè sul lungomare a Cesarea o entrare in un supermercato di Gerusalemme. Tutte le idee malate che le persone hanno assunto grazie ai media che dipingono un territorio pericoloso, in stato di guerra permanente, abitato da bigotti usurpatori, si dissolvono con il contatto diretto, con le informazioni di prima mano, con la vista non solo delle bellezze storiche e naturali ma anche dello straordinario sforzo di questo popolo che nel giro di meno d’un secolo è riuscito a creare un Paese moderno e invidiabile, pieno sì di contraddizioni (che sono poi la vita delle democrazie) ma anche capace di coesione, di senso dello Stato, di coerenza.
Leggo anche che il ministero del turismo guidato con mano solida da Stas Misezhnikov ha grandi e legittime ambizioni e in programma sostanziali investimenti. Se l’obiettivo per il 2015 è quello di toccare i cinque milioni di visitatori, gli stanziamenti statali nel settore arrivano a 50milioni di euro che si aggiungono ai 222milioni provenienti da imprenditori privati. Tutto questo servirà per un quarto allo sviluppo delle strutture ricettive in tutto il Paese e per più della metà alle attrattive turistiche. Aggiungo una postilla (che postilla poi, per quel che mi riguarda, non è): sempre l’anno scorso il sito gaycities.com ha promosso un sondaggio in cui Tel Aviv totalizza il 43% delle simpatie dei turisti gay e lesbiche spodestando la mitica capitale che era New York. Commenta il sindaco della città, Ron Huldai: “sono orgoglioso del risultato” e parla di “una metropoli libera, in cui la gente vive in pace, coltivando le proprie passioni e i propri desideri”. Proprio come a Roma o a Milano. O sbaglio?


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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