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Il Giornale Rassegna Stampa
07.02.2013 Le ramificazioni di Hezbollah nei Paesi europei
analisi di Fausto Biloslavo

Testata: Il Giornale
Data: 07 febbraio 2013
Pagina: 13
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «La rete di Hezbollah e gli 'amici' europei»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 07/02/2013, a pag. 13, l'articolo di Fausto Biloslavo dal titolo "La rete di Hezbollah e gli «amici» europei ".


Fausto Biloslavo          Massimo D'Alema a braccetto con Hezbollah

Migliaia di affiliati, cellule dormien­ti, operativi che si infiltrano in Israele ed ong islamiche per la raccolta fondi sono la rete di Hezbollah in Europa.
Martedì la Bulgaria ha rivelato i lega­mi fra i terroristi dell'attentato anti israe­liano di Burgas del luglio scorso con il Partito di Dio libanese. L'Unione Euro­pea dovrà decidere se iscrivere Hezbol­lah nella lista nera dei gruppi del terro­re. Da Beirut il numero due dei miliziani sciiti, Naim Qassem, parla di «campa­gna diffamatoria di Israele». Hezbollah è ben radicato in Europa e conta su ami­ci influenti per timore di rappresaglie o calcolo politico.
Prima delle rivelazioni bulgare l'Olan­da era l'unica, sui 27 Paesi Ue, ad aver bollato il movimento armato sciita co­me organizzazione terroristica vietan­do qualsiasi attività sul suo territorio. L'Inghilterra ha messo al bando solo il servizio segreto estero di Hezbollah, ma non il Partito di Dio. Nel 2009 il Foreign Office ha dato il via libera a contatti «at­tentamente selezionati» con personag­gi dell'ala politica degli sciiti libanesi.
Germania, Francia e Spagna hanno in­ve­ce proibito la messa in onda della tele­visione del Partito di Dio, Al Manar . Gli altri Paesi Ue non hanno preso alcun provvedimento nei confronti della rete di Hezbollah in Europa. Nel 2006, l'allo­ra ministro degli Esteri, Massimo D'Ale­ma, andava a braccetto in giro per Beirut bombardata dagli israeliani con un de­putato del Partito di Dio. Lo scorso anno il ministro degli Esteri di Cipro, Erato Ko­zakou- Marcoullis, aveva ammesso che «non c'è consenso nella Ue nell'inserire Hezbollah nella lista nera, perché man­cano prove tangibili».
I caschi blu nel sud del Libano, coman­dati dal generale Paolo Serra, hanno sempre avuto a che fare con Hezbollah, che controlla la parte meridionale del Paese dei cedri.
Nel 2011 il ministro degli Esteri france­se, Alain Juppé, aveva accusato i milizia­ni­sciiti dell'attacco a soldati francesi del­la missione Onu.
La Germania è il Paese europeo prefe­rito da Hezbollah: secondo i servizi se­greti i suoi affiliati sul suolo tedesco so­no 950. Nel 2008 hanno arrestato all'ae­roporto di Francoforte quattro libanesi con 8,7 milioni di euro. I soldi derivava­no dal traffico di cocaina in Europa e due dei sospetti erano stati addestrati in
un campo di Hezbol­lah. Si sospetta che par­te del narcotraffico nel vecchio continente serva a finanziare i miliziani sciiti in Li­bano. Hezbollah ha sempre smentito.
In tutta Europa vengono raccolti fon­di da una rete di ong che ufficialmente sono destinati ad opere sociali in Liba­no, ma sotto il controllo delle organizza­zione umanitarie legate al Partito di Dio. La stessa Unione Europea finanzia con 3,8 milioni di dollari un programma educativo libanese che inculca ai giova­ni studenti il «mito della resistenza» anti israeliana.
Nel 2006 il Tesoro inglese ha chiuso la filiale della banca iraniana Saderat. At­traverso i suoi conti Teheran aveva tra­sferito 50 milioni di dol­lari
per i miliziani scii­ti.
Il vero pericolo sono le «cellule dormienti» disseminate in Euro­pa. «Hanno degli ope­rativi che non utilizza­no da tempo, ma posso­no venir attivati in caso
di necessità», spiega Alexander Ritzmann della Fondazione per la democrazia di Bruxelles.
Non solo: i passaporti e gli aeroporti europei sono i preferiti per infiltrare quinte colonne di Hezbollah in Israele. Una dozzina di spie e terroristi partiti dall'Europa come Hussein Mikdad, Ste­phan
Josef Smyrek, Fawzi Ayoub sono stati catturati dagli israeliani.

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