Riportiamo da LIBERO di oggi, 07/02/2013, a pag. 17, l'articolo di Leonardo Piccini dal titolo "«I libri di testo palestinesi sono razzisti contro Israele» ".
Adesso è ufficiale: i libri di testo delle scuole palestinesi, delle elementari alle Università, «tendono ad avvalorare tesi razziste e pregiudizi negativi contro Israele e il popolo ebraico». A metterlonero subianco, uno studio commissionato dall’Unesco a tre ricercatori, che per alcuni anni hanno letto e riletto i manuali in uso nelle scuole dell’Autorità Nazionale Palestinese e in quelle controllate da Hamas a Gaza. I tre esperti, il professore Sami Adwan, docente palestinese dell’Università di Betlemme, Daniel Bar-Tal, dell’Università di Tel Aviv, e il professore Bruce Wexler, dell’Università americana di Yale, hanno presentato il risultato del loro lavoro, in una conferenza stampa a New York, evidenziando come «gravi manipolazioni, omissioni storiche e una falsa rappresentazione degli eventi politici, tendano a rappresentare il popolo israeliano come nemico dei palestinesi, ed esaltino al contempo, le gesta del popolo palestinese come vittima di gravi ingiustizie e soprusi». Gli studiosi rincarano la dose affermando come «perfino eventi storici poco significativi, vengono presentati in modo assolutamente selettivo e artificioso, al fine di avvalorare l’idea di una comunità e di un popolo in lotta contro l’ingiustizia». Non mancano poi «delle descrizioni artificiose che tendono a disumanizzare gli israeliani... libri che spesso non parlano né della religione, né della cultura, né dell’eco - nomia o delle attività quotidiane e perfino della semplice esistenza degli israeliani. L’assenza di questo tipo di informazioni serve a sminuire la presenza legittima dell’altro». Il rapporto dimostra che «la rappresentazione negativa dell’altra comunità, e l’assenza di qualsiasi informazione che la riguardi, sono estremamente marcate nei libri in uso nelle scuole palestinesi, mentre si ravvisano casi meno eclatanti e più sporadici nelle scuole ultraortodosse ebraiche». I tre professori, hanno insistito sulla scientificità di un lavoro che ha analizzato anche i libri in uso nelle scuole israeliane: hanno studiato per tre anni 640 manuali (492 israeliani, e 148 palestinesi): «il 58% dei libri palestinesi non menzionano l’esisten - za di frontiere tra i due Stati (la “linea verde”, che dal 1949 divide Israele dalla Cisgiordania), arrivando perfino a bollare come una leggenda l’esistenza e la legittimità storica dello Stato d’Israele». Secondo l’81% dei libri in uso nelle scuole secondarie palestinesi, «gli israeliani sono “IL NEMICO”, e l’87% dei libri definisce come negativi o molto negativi, gli atti compiuti dagli israeliani». Il rapporto dei tre studiosi avvalora ladenuncia da parte israeliana secondo cui i testi scolastici palestinesi continuano a essere in stridente contraddizione con lo spirito del processo di pace avviato nel 1993. Il movimento islamistaHamas haulteriormente aggravato la situazione: nelle scuole primarie «circolano libri che paragonano gli ebrei a serpi assassine e la lotta armata in nome della Palestina viene invece celebrata con toni trionfalistici». In questi testi «è perfino scomparsoil nome di Israele, né si facenno alla presenza ebraica nell’antica terra d’Israele/Palestina. Nella striscia di Gaza, le scuole distribuiscono materiale didattico in cui il processo di pace vieneamalapenacitato ». Viene poi introdotto il concetto di “ri - bat”, che letteralmente indica l’occupare posizioni strategiche contro i nemici dell’Islam: un concetto che esalta la lotta religiosa contro Israele, ed è propedeutico alla regola del jihad, cioè della guerra santa contro l’infedele.
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