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La Stampa Rassegna Stampa
06.02.2013 Usa: legale uccidere terroristi, anche se sono cittadini americani
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 06 febbraio 2013
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Legale uccidere terroristi. Anche se sono americani»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 06/02/2013, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Legale uccidere terroristi. Anche se sono americani".


Maurizio Molinari

Gli Stati Uniti hanno il diritto di uccidere cittadini americani «leader o associati» di Al Qaeda e l’ordine può arrivare non solo dal presidente ma anche da funzionari di alto livello: ad attestarlo è un memorandum di 16 pagine redatto dall’amministrazione americana che «Nbc News» ha rivelato, creando forte imbarazzo alla Casa Bianca.

Il documento intitolato «Legalità di operazioni letali contro cittadini americani leader o associati di Al Qaeda» spiega che «il presidente» e «funzionari di alto livello» hanno l’autorità di designare come obiettivo un cittadino americano «se pone la minaccia imminente di un attacco violento alla nazione» e la sua eliminazione «è un legittimo atto di autodifesa che non viola i principi internazionali né l’ordine esecutivo 12333 che impedisce di ordinare di compiere assassinii» al presidente Usa.

Nei mesi scorsi il ministro della Giustizia Eric Holder e il consigliere per l’anti-terrorismo John Brennan si erano detti in favore degli attacchi dei droni contro cittadini americani come quello che nel 2011 eliminò l’imam Anwar Al-Awlaki, capo di Al Qaeda in Yemen e mandante di più tentati attentati contro gli Stati Uniti.

Il memorandum spiega che l’attacco diventa legale in presenza di tre elementi. Primo: l’«imminenza» della «minaccia» anche se ciò «non impone di avere prove specifiche su attacchi contro persone o interessi americani a breve termine». Secondo: l’«impossibilità della cattura» perché «porrebbe rischi non necessari al personale americano impiegato». Terzo: «La conduzione dell’attacco nel rispetto delle leggi di guerra» con un particolare riferimento alla necessità di intese con il Paese sul quale viene condotto.

Si tratta, nel complesso, del quadro giuridico a cui gli Stati Uniti faranno riferimento per rispondere all’indagine dell’Onu sulle morti causate dai droni in Pakistan e Yemen. Ma c’è dell’altro: la divulgazione del memorandum, che risale a giugno, ha sollevano le ire delle associazioni per i diritti civili che si preparano a dare battaglia contro la nomina a capo della Cia di Brennan, da domani impegnato nelle audizioni al Senato.

Proprio Brennan infatti è considerato il teorizzatore della strategia dei droni per colpire non solo i terroristi di Al Qaeda ma anche quei cittadini americani che diventano una «forza associata» ai jihadisti entrando così a far parte della «Kill List» nella quale il presidente sceglie i nemici da eliminare.

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