Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 06/02/2013, a pag. 13, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Quanti politici ci andavano a braccetto... ". Dalla STAMPA, a pag. 16, l'articolo di Marco Zatterin dal titolo " Strage di turisti israeliani, Sofia accusa Hezbollah ".
Il commento di Informazione Corretta è contenuto nella 'Cartolina da Eurabia' di Ugo Volli di questa mattina, pubblicata in altra pagina della rassegna (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=48001).
Ecco i pezzi:
Il GIORNALE - Fiamma Nirenstein : " Quanti politici ci andavano a braccetto..."
Fiamma Nirenstein D'Alema con Hezbollah
E ora cosa ci racconteranno i volenterosi politici dell'Ue che ancora il 9 gennaio scorso non potevano trovare un accordo sul fatto che gli Hezbollah sono terroristi? Francia e Germania ci spiegheranno ancora che se anche un po' terroristi lo sono «hanno forza politica e sono socialmente impegnati» come disse Massimo D'Alema dopo la passeggiata di Beirut dell'agosto 2006? Ci ricorderanno di nuovo che fanno parte del governo e che accusandoli si destabilizza il Libano? Eppure in questi anni gli Hezbollah di destabilizzazione ne hanno distribuita in tutto il mondo, e intrisa di sangue. 1983: due autobombe, 241 marines americani e 58 parà francesi uccisi; 1984: 18 americani uccisi in Spagna; 1985: un aereo Twa dirottato; 1992: 29 morti all'Ambasciata d'Israele e poi nel '94 altre 85 vittime al centro ebraico di Buenos Aires… fino alla strage del 14 febbraio 2005 in cui vengono uccisi a Beirut il premier libanese Rafiq Hariri più altre 21 persone… la lista arriva fino a Burgas ed è incoronata dall'aiuto dato dagli Hezbollah alle stragi di Assad in Siria e da almeno 40mila missili in loro possesso. Finalmente abbiamo sentito della gente per bene parlare chiaro in Bulgaria! Che farà ora il resto d'Europa?
www.fiammanirenstein.com
La STAMPA - Marco Zatterin : " Strage di turisti israeliani, Sofia accusa Hezbollah "
Attentato a Burgas Hezbollah
Sono stati gli Hezbollah a progettare l’attentato che nel luglio scorso ha provocato la morte di cinque israeliani (e del loro autista) a Burgas, sul Mar Nero. Il ministro dell'Interno bulgaro, Tsvetan Tsvetanov, ha annunciato che due persone residenti da tempo in Libano, con passaporti canadese e australiano, risultano fra gli organizzatori dell’attacco suicida al bus turistico. La notizia ha riacceso la polemica sulla linea transatlantica sul ruolo del movimento sciita. Con Washington che chiede ai partner europei di «intervenire in modo attivo per scoprire le infrastrutture e eliminare sistemi di finanziamento del gruppo Hezbollah» che considera terrorista. E Bruxelles che risponde piccata «daremo la risposta appropriata» e lì si ferma.
Non è una partita semplice. Gli israeliani hanno attribuito sin dall’inizio la responsabilità dell’attentato agli Hezbollah e all’Iran, raccogliendo smentite a Teheran e silenzio a Beirut. La pista svelata dei bulgari punta nella direzione indicata dal premier Benjamin Netanyahu che ieri ha affermato come, l’annuncio di Sofia, rende chiara la responsabilità diretta per questo «odioso» atto. A suo avviso, Hezbollah e Iran «alimentano una campagna globale di terrorismo attraverso i confini e i continenti». Per questo l’Europa «deve raggiungere le necessarie conclusioni a proposito della vera natura degli hezbollah».
L’attrito scaturisce dall’indisponibilità dell’Ue, sinora, a fare come gli Usa e dichiarare gli Hezbollah «organizzazione terroristica». Il capo dell’antiterrorismo americano, John Brennan, ieri è arrivato a un passo dal chiedere apertamente a Bruxelles di cambiare rotta. Il gruppo, ha affermato, «pone una reale e crescente minaccia non solo all’Europa, ma anche al resto del mondo». Per questo, ha invitato l’Ue a partecipare a uno sforzo corale per «spezzare le strutture finanziarie del gruppo e la sua rete operativa in modo da prevenire ogni futuro attentato».
Mettere Hezbollah nella lista nera significherebbe, ad esempio, negare l’accesso a banche e finanza continentale. Britannici e olandesi potrebbero essere favorevoli, ma la frattura è coi francesi, che considerano gli sciiti libanesi un movimento politico e sociale, oltre che militare. Inoltre, Parigi teme di destabilizzare il governo libanese di cui gli Hezbollah fanno parte. Catherine Ashton, alto rappresentante della Politica Estera Ue, promette azione, ma precisa : «Dobbiamo riflettere molto bene sulle conseguenze». La baronessa inglese, da sola, non può decidere. «Devo consultarmi prima di rispondere», ha ammesso dopo aver condannato l’atto ed elogiato Sofia. Occorre una delibera a Ventisette. Per nulla facile, con l’aria che tira.
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