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Il Foglio - La Stampa Rassegna Stampa
05.02.2013 Iran nucleare: Ahmadinejad continua con i test missilistici
c'è ancora qualcuno che crede alla storia della fatwa antinucleare ?

Testata:Il Foglio - La Stampa
Autore: Redazione del Foglio - Redazione della Stampa
Titolo: «Il giochetto iraniano sulla fatwa antinucleare da portare al 5+1 - Ahmadinejad: pronto ad andare nello spazio»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 05/02/2013, a pag. 3, l'articolo dal titolo " Il giochetto iraniano sulla fatwa antinucleare da portare al 5+1 ". Dalla STAMPA, a pag. 14, la breve dal titolo " Ahmadinejad: pronto ad andare nello spazio ".
Ecco i pezzi:

Il FOGLIO - " Il giochetto iraniano sulla fatwa antinucleare da portare al 5+1"


Ali Khamenei

Milano. Qualsiasi difensore d’ufficio del programma nucleare iraniano citerebbe tra le prove a favore dell’imputato la fatwa contro l’uso di armi atomiche promulgata dall’ayatollah Khamenei. La Cina ha recentemente tributato un encomio alla volontà iraniana di registrare la famosa fatwa “come un documento internazionale”. Per chiudere il “malinteso”, come lo chiamano i negoziatori iraniani quando sono in buona, basterebbe allegare al dossier dell’Aiea il solenne pronunciamento di Khamenei. Visto che, “dalla fatwa non si può transigere”, lo ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast, solo persuadere la comunità internazionale della veridicità del documento potrebbe fugare i dubbi sui piani nucleari dell’Iran. Il “cortocircuito culturale” (Mehmanparast dixit) di cui è vittima l’occidente è duro a morire perché la fedina atomica iraniana non è esattamente immacolata. Gli scettici sottolineano che la taqiyya, la dissimulazione, è parte integrante della tradizione sciita. Il fine deve naturalmente essere “alto”, tipo sfuggire una persecuzione, ma quanto grave sia la minaccia è sempre una questione di interpretazione e sull’interpretazione di Khamenei pesa un altro concetto che complica il lavoro degli avvocati pro regime. Lo ha cristallizzato nell’88 lo stesso Ruhollah Khomeini sancendo che, in nome del maslahat, anche la sharia può essere sospesa. Il maslahat è il bene comune, l’interesse superiore della Repubblica islamica e, siccome l’arbitro supremo di questo interesse è Khamenei, ogni sua interpretazione del bene comune è sacrosanta per definizione. Nel 2003, incalzato dalla guerra in Iraq, Khamenei ordinò la sospensione del programma di armamento nucleare. Due anni dopo, durante una sessione d’emergenza all’Aiea, il capo delegazione iraniano rese nota la fatwa. Il testo recita: “La produzione, lo stoccaggio e l’uso di armi atomiche sono vietate dall’islam”. La posizione è stata ribadita più volte negli anni ma gli studiosi ancora dibattono se denunciare come haram, illegale per l’islam, l’uso della bomba, corrisponda o no a una fatwa. Altri esperti sottolineano che nessuno ha mai trovato l’editto nucleare di Khamenei nelle raccolte ufficiali dei suoi pronunciamenti: una fatwa può anche essere orale, ma le risposte del Rahbar ai fedeli sono spesso sibilline. “Per conquistare l’indipendenza e un’autentica sovranità nazionale – ha detto – una nazione deve essere pronta a pagare un prezzo”. I morsi della coscienza, l’ostracismo internazionale? La Guida suprema non lo chiarisce e, a intorbidire le acque, sul suo sito c’è un link a un articolo di fardanews.com che giustifica il possesso di armi nucleari “in funzione deterrente”. La fatwa non è un comandamento immutabile, ma uno strumento flessibile, che può variare a seconda dell’interprete, delle circostanze, dell’opportunità. La Casa Bianca ha iniziato a giocare con gli argomenti di Teheran, citando la fatwa di Khamenei. Nel 2012, alla vigilia di un incontro tra i negoziatori iraniani e i 5 più 1, l’ex segretario di stato Hillary Clinton ha detto: “Incontreremo gli iraniani per capire come tradurranno i loro convincimenti in piani d’azione”. La Casa Bianca sposa tatticamente la fatwa per alzare il prezzo politico di un eventuale break out nucleare, ma non è dato sapere se il cambio di strategia abbia sortito effetti nei bunker sotterranei iraniani. “L’unico modo per superare lo stallo sul dossier iraniano è ricostruire la fiducia”, ha spiegato nel 2005 l’ex capo dell’Aiea Mohammed ElBaradei. Otto anni dopo, nulla è stato ricostruito e, con o senza fatwa, credere a Teheran è sempre più difficile. Non a caso il titolo del memoriale in cui il Nobel ElBaradei ripercorre le tappe del dialogo con Teheran è “The age of deception”.

La STAMPA - " Ahmadinejad: pronto ad andare nello spazio "


Mahmoud Ahmadinejad

Mahmoud Ahmadinejad vuole andare nello spazio. Dopo il lancio di una scimmia a bordo di un razzo, che per alcuni però non sarebbe mai avvenuto o sarebbe andato male, il presidente della Repubblica islamica sembra voler puntare in alto: «Voglio essere il primo iraniano pronto a sacrificarsi per il proprio Paese, sebbene sappia che vi sono altri candidati», ha detto Ahmadinejad, appena bruciato, sulla Terra, da un confronto durissimo in Parlamento con il presidente dell’assemblea legislativa Ali Larijani. Il presidente iraniano sembra determinato a rifarsi, nonostante sia stato messo in dubbio anche il lancio in orbita qualche giorno fa dell’animale, le cui foto alla partenza e al rientro erano talmente diverse da spingere alcuni scienziati stranieri a parlare di «falso». Il sito della presidenza lo mostra in alcune foto intento a presentare «Nahid» e «Zohreh» («Venere» in farsi e in arabo, rispettivamente), due piccoli satelliti: il primo, dotato di pannelli solari, sarà messo in orbita a un’altezza tra i 250 e i 370 km; l’altro sarà piazzato a un’altezza, inedita per il programma spaziale di Teheran, di 36.000 km.

Ahmadinejad è poi volato in Egitto per partecipare al vertice dell’Organizzazione della cooperazione islamica, prima visita di un capo di Stato iraniano dal 1980, quando Teheran ruppe le relazioni diplomatiche con l’Egitto. Al Cairo ha lanciato un appello ai Paesi della regione affinché lavorino per la pace in Siria.

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