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Informazione Corretta Rassegna Stampa
03.02.2013 Le 'colpe' di Israele
Commento di Federico Steinhaus

Testata: Informazione Corretta
Data: 03 febbraio 2013
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: «Le 'colpe' di Israele»

Le 'colpe' di Israele
Commento di Federico Steinhaus

                                                                                      Federico Steinhaus

Una commissione d’indagine del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deliberato che le colonie israeliane in territorio palestinese sono un crimine di guerra. I paesi arabi ed i loro alleati (Iran, Russia) condannano Israele per il doppio raid aereo sulla Siria (ma per fortuna ONU e UNIFIL dicono di non avere prove che ne dimostrino l’effettuazione). Una misteriosa esplosione ha distrutto la seconda più grande centrale nucleare iraniana e non tarderanno a levarsi, anche in questo caso, gli alti ed unidirezionali lamenti ai quali abbiamo fatto l’abitudine.

 Proviamo ad approfondire questi argomenti.
1) La Siria possiede armi chimiche e missili per portarle a destinazione; la Siria è alleata strettissima di Hezbollah, che vuole annientare Israele; la Siria è dilaniata da una guerra civile che mette i suoi depositi di armi, chimiche e non, alla portata delle forze che combattono contro il regime e fra le quali sicuramente si è infiltrato il veleno jihadista.
2) Esiste una oggettiva unità d’intenti fra Hezbollah a nord e Hamas a sud, ed entrambi con l’aiuto dell’Iran (e della Siria) perseguono esplicitamente l’annientamento di Israele. Allo stato delle cose anche l’Autorità Palestinese rischia di venire fagocitata da Hamas, che si sta rapidamente rafforzando anche in Cisgiordania.
3) L’Iran ha manifestato in molte sedi ed occasioni la volontà di eliminare Israele, e che si avvalga di Siria, Hezbollah, Hamas come punte di lancia non è certamente un mistero.

 A questo punto, stante l’incapacità delle Nazioni Unite (con le iniziali maiuscole: l’ONU) e delle nazioni unite (con le iniziali minuscole: gli stati occidentali) di fermare la conclamata corsa dell’Iran verso l’energia nucleare, il costante riarmo di Hezbollah e l’aggressività di Hamas, Israele non può che difendere da solo il proprio diritto ad esistere come stato sovrano e democratico in quel marasma di dittature teocratiche e totalitarie.
E per difendersi ha solamente due opzioni: lanciare tutta la sua forza militare in una guerra senza quartiere, oppure prevenire il pericolo di una tale guerra con piccoli interventi mirati.

Ed è quel che fa: blocca i sistemi informatici iraniani con virus sofisticatissimi, bombarda una centrale nucleare siriana, sabota una centrale nucleare iraniana, distrugge un convoglio che sta portando missili antiaerei a Hezbollah. Ed in tutte queste operazioni, si noti bene, i morti di cui siamo stati informati si contano sulle dita di una sola mano.

Veniamo ora al Consiglio dei Diritti Umani ed alla sua inchiesta, che è stata analizzata con chiarezza da Giovanni Quer nell’edizione di sabato scorso di informazionecorretta. Il consiglio è composto da 47 stati membri, tra i quali oggi spiccano l’Angola, il Botswana, il Congo, la Libia, la Mauritania, la Nigeria, l’Uganda, la Malaysia, l’Arabia Saudita, la Russia,la Cina, Cuba, note roccaforti del rispetto dei diritti umani, e sono subentrati col 1. gennaio 2013 l’Etiopia, il Kazakhstan, il Pakistan, il Venezuela, che non sono certamente da meno.

Questo consiglio, costituito nel 2006, nel primo anno si è riunito in quattro sessioni speciali, tre dedicate solo ad Israele e la quarta al Darfur. Il consiglio era stato creato per sostituire una analoga commissione, che a detta di Kofi Annan aveva raccolto “un deficit di credibilità” tale da “gettare un’ombra sulla reputazione dell’intero organismo delle Nazioni Unite”. In fatto di credibilità ed obiettività, va detto che il consiglio – che ha il compito di vigilare in base a “principi di universalità, imparzialità, obiettività e non-selettività” – ha dedicato l’80% delle sue censure e 20 risoluzioni su un totale di 25 al solo Israele.

Ciò malgrado, diamo per buone le accuse, non documentate a sufficienza e basate su un quadro storico di riferimento grossolanamente sbagliato. Se dunque fossero anche vere ed effettive, esse non dovrebbero trovare posto in una denuncia penale per crimini umani, come il consiglio dell’ONU minaccia, bensì in un appello politico a riprendere e portare a termine con successo le trattative di pace.

 Mi spiego meglio: le colonie sono nate per motivi di sicurezza nazionale e si sono estese per ragioni politiche interne alla composizione dei governi israeliani (e per questo motivo causano un forte disagio in molti israeliani). La loro evacuazione, totale o parziale, deve essere uno dei problemi da risolvere nel quadro di un trattato di pace che garantisca la reciproca libertà e sicurezza di palestinesi ed israeliani, ed in quanto tale è già stata oggetto di concrete proposte israeliane, rifiutate dall’Autorità Palestinese che si è immobilizzata sul “tutto subito”. Quando Israele ha evacuato il sud del Libano vi si è piazzato Hezbollah; quando poi ha abbandonato senza contropartite Gaza vi si è impiantato Hamas. Si tratta di evitare che la storia si ripeta, tutto qui.


 L’Autorità Palestinese continua a deligittimare Israele negando ogni legame del popolo ebraico con Gerusalemme, incitando i giovanissimi all’odio contro gli ebrei, glorificando il martirio dei terroristi suicidi. A parte ogni altra considerazione (e ce ne sono moltissime che meriterebbero di essere fatte) questa strategia in atto da molti anni rappresenta un serio ostacolo alla convivenza non di oggi o domani, ma dei prossimi trent’anni almeno.
Questa generazione crescerà nell’odio e nel pregiudizio e li trasmetterà alla prossima. Anche questi sono problemi dei quali il consiglio dei Diritti Umani si potrebbe utilmente occupare.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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