Iran: otto anni di carcere per essersi convertito al cristianesimo e la portavoce del dipartimento di Stato americano si augura che il processo sia 'equo'
Testata: La Stampa Data: 28 gennaio 2013 Pagina: 18 Autore: Redazione della Stampa Titolo: «Si converte al cristianesimo, condannato a otto anni»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 28/01/2013, a pag. 18, la breve dal titolo " Si converte al cristianesimo, condannato a otto anni ".
Victoria Nuland Saeed Abedini
Ha dell'incredibile il commento di Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato americano, la quale si augura che Saeed Abedini (in possesso della cittadinanza americana dopo aver sposato una statunitense) abbia un processo 'equo'. Già il fatto che sia stato processato e condannato a 8 anni per essersi convertito al cristianesimo e per un presunto proselitismo non giustifica la parola 'equo' usata dalla Nuland. In Iran non esiste la libertà d'espressione, nè la libertà di culto. Questo non significa che i processi contro i convertiti siano giustificabili, nè che ci si possa augurare che siano 'equi'. Che cosa c'è di equo nel processare una persona perché non professa la religione 'giusta'? Ecco la breve:
Un pastore evangelico iranoamericano convertito al cristianesimo è stato condannato a 8 anni di prigione da un tribunale di Teheran per proselitismo e gestione di una «chiesa sotterranea». La notizia è stata diffusa dall’American Center for Law and Justice (Aclj), un’organizzazione statunitense a difesa dei diritti umani e della libertà religiosa. Saeed Abedini - nato e cresciuto in Iran, convertitosi al cristianesimo a 20 anni e dal 2002 sposato a una statunitense - è stato condannato per minacce alla sicurezza interna iraniana. Secondo il gruppo, il pastore evangelico e il suo avvocato hanno potuto presenziare solo a una giornata del processo. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Victoria Nuland, venerdì ha ripetuto l’auspicio di Washington per un processo «equo».
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