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La Stampa Rassegna Stampa
28.01.2013 Riccardo Pacifici : 'basta dirsi amici di Israele se poi si minimizzano le colpe del Duce'
l'intervista di Giacomo Galeazzi

Testata: La Stampa
Data: 28 gennaio 2013
Pagina: 3
Autore: Giacomo Galeazzi
Titolo: «Pacifici: 'Non basta dirsi amici di Israele se poi si minimizzano le colpe del Duce'»

I giornali di questa mattina, 28/01/2013, danno, giustamente, molto rilievo alle dichiarazioni di Silvio Berlusconi a Milano durante le celebrazioni della Giornata della Memoria ("Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di Mussolini che per tanti altri versi invece aveva fatto bene").
IC si riconosce nelle dichiarazioni di Riccardo Pacifici nell'intervista di Giacomo Galeazzi sulla STAMPA di oggi dal titolo " Pacifici: 'Non basta dirsi amici di Israele se poi si minimizzano le colpe del Duce' ".
Come mai in Italia non c'è ancora una legge che condanni il negazionismo ? La responsabilità è di tutti i governi, da quello  Monti a tutti i precedenti.

a destra, stazione di Milano Centrale, binario 21


Riccardo Pacifici


Silvio Berlusconi

«Non serve giurare sulla propria amicizia verso il popolo ebraico e Israele se poi si minimizzano le responsabilità di Mussolini per compiacere le alleanze con frange politicamente eredi del fascismo». Considera «uno scivolone imprudente» le parole di Berlusconi il presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, amareggiato per «questa infausta uscita nel Giorno della Memoria». Il leader della più antica comunità europea argomenta il no alla riabilitazione del Duce e avverte: «È la verità storica a impedire ogni rivalutazione del fascismo».

Teme strumentalizzazioni?

«Sì. Alla sinistra diciamo che non svendiamo le ragioni d’Israele in cambio dell’antifascismo. Alla destra che le dichiarazioni di amicizia verso Israele e il popolo ebraico non legittimano la minimizzazione delle colpe del Duce. L’Italia oggi è in piena campagna elettorale e noi non facciamo endorsement. Ogni ebreo voterà secondo la propria coscienza e come comunità non entriamo nel merito dei programmi e delle alleanze. Però vigileremo sul rispetto dei principi della Costituzione per scongiurare qualunque attentato alla memoria».

Cosa la amareggia?

«Vanno temuti pericolosi cedimenti alla nefasta ideologia di un regime crudele, illiberale e repressivo. Né Berlusconi (né nessun altro) può permettersi di descrivere le leggi razziste come un semplice “errore” nella storia del Novecento. Chi decontestualizza quell’abominio compie un atto inqualificabile. Non esiste un fascismo buono e uno cattivo. E non va dimenticato che fu il fascismo a ispirare il nazismo. Per noi non esiste alcun compromesso possibile sul fascismo, nessun sostegno allo stato di Israele può farci svendere il nostro antifascismo».

Può esserci qualcosa di buono in una dittatura?

«Parlano i fatti. Il fascismo soppresse il pluralismo, accecato com’era da una concezione totalitaria del potere. Nel ventennio le autonomie individuali e sociali furono cancellate. È storicamente accertato che i fascisti fornirono ai nazisti le liste per i rastrellamenti. Le leggi razziste sono parte della politica e della storia di tutto il fascismo in Italia. Nascono da un progetto politico che annientò le libertà fondamentali dell’uomo. E bene hanno fatto i costituenti a stabilire il divieto di ispirarsi al fascismo. Una costituzione che nasce sulle ceneri del fascismo, ma anche delle leggi razziste e della Shoah. Per questo oggi Roma, città medaglia d’oro della resistenza, spegne le luci del Colosseo. Oggi un Paese europeo come l’Ungheria vive l’incubo dell’antisemitismo, con un salto nel passato che ci riporta agli Anni 30. Noi, cittadini italiani ed europei, non possiamo tollerarlo. L’indifferenza è il grande alleato dell’intolleranza» .

Quali passi chiedete?

«La caduta del governo ha impedito all’Italia, cioè alla nazione che ha partorito il fascismo, di introdurre il reato di negazionismo, come richiesto dall’Europa. Noi ci esprimiamo da cittadini italiani che condividono i valori dell’antifascismo sui quali si fonda la Costituzione. Del resto in Europa l’antifascismo è patrimonio anche dei conservatori. La condanna dei regimi totalitari deve essere un valore comune che unisce le forze politiche e il Paese».

Com’è la situazione europea?

«L’antisemitismo torna sotto forma di partiti estremisti in Grecia, Francia e in Ungheria. E anche a Napoli ci sono stati arresti in un gruppo candidato al Parlamento per azioni progettate contro gli ebrei. In Grecia il partito ultraconservatore, nazionalista e xenofobo Alba Dorata fornisce cibo ai cittadini in cambio dell’iscrizione al partito. Non si sono inventati nulla, la stessa cosa la facevano anche nazisti e fascisti. Non è solo un problema di antisemitismo ma anche di rifiuto degli immigrati e della diversità. Sapere che in Ungheria si va in parlamento con le camicie brune, che si marcia in strada, che si pensi soltanto di stilare liste di ebrei o israeliani, che i valori ricostruiti in decenni stiano per essere attentati, ci fa inorridire. Ma non resteremo indifferenti Combatteremo con tutte le nostre forze ogni atto di antisemitismo, razzismo e xenofobia. Per non consentire mai il nascere di partiti e di ideologie in nome dell’odio. E i politici devono dare l’esempio e non cadere in giudizi totalmente errati come quello su Mussolini».

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