Che cosa significa "mai più!" Commento di Ugo Volli
Cari amici,
oggi è il giorno che una legge europea ripresa anche dall'Italia dedica al ricordo della Shoah. Un ricordo che riguarda non il piano religioso e quello emotivo del compianto, che sono celebrate a parte: gli ebrei per esempio tengono il lutto per la strage di sei milioni di fratelli in un'altra data," Yom haShoah", che cade dopo Pasqua. La ricorrenza di oggi è civile, dunque politica. Dice: mai più! Impegna le generazioni a che non si ripeta il genocidio. Ma per poter prendere questo impegno bisogna comprendere, bisogna capire che cosa è stata la Shoah, individuarne le cause, imparare a vedere i sintomi. Dunque ragionare, non semplicemente piangere. E non pensare che si sia trattato di una specie di terribile caso, della presa del potere di un pazzo criminale che abbia compiuto una gigantesca strage per pura follia, da solo o attorniato da un gruppo relativamente piccolo di pazzi come lui - un po' come i giornali raccontano di persone disturbate che di colpo prendono un fucile e ammazzano tutti quelli che si trovano attorno. Questo è un pensiero consolante, che allontana la colpa dagli altri, limita il senso dell'evento, produce rimedi minimi di buon senso: basterebbe rendere più difficile l'accesso alle armi o individuare per tempo gli psicopatici.
Non è andata così. Hitler e la sua banda erano criminali, senza dubbio e anche patologicamente propensi alla violenza. Ma non hanno agito per follia, non si sono mossi d'improvviso, non erano isolati. Hanno attuato un piano lungamente e minuziosamente preparato. Ci sono i verbali della conferenza di Wansee in cui la decisione della "soluzione finale" fu presa: piani dettagliati, freddamente predisposti, eseguiti con cura burocratica. Ci sono i precedenti: Hitler aveva proclamato le sue intenzioni in tutti i modi, anche in un libro ("Mein Kampf", la mia battaglia) ben prima di andare al potere, e fu eletto anche per questo, non nonostante questo. E le popolazioni interessate, non solo i tedeschi, ma i lettoni, i lituani, gli ungheresi, i croati, tanti altri fra cui molti italiani, espressero un buon numero di "volonterosi carnefici". I giusti che provarono a salvare le vittime furono molto meno.
Accade nella storia che dei popoli scompaiano, siano distrutti o si assimilino coi loro vicini. Ci sono stati crimini terribili, compiuti più o meno da tutti: la conquista romana dell'impero, la grande espansione islamica, la colonizzazione dell'Africa hanno comportato lutti e distruzioni immense, repressioni spaventose. I genocidi sono qualcosa di più: il tentativo lucido e consapevole di distruggere completamente un popolo, di eliminarlo dalla faccia della terra. Sono crimini relativamente rari E' accaduto nel secolo scorso oltre che con gli ebrei, con gli Armeni da parte della Turchia, con i Tutsi in Ruanda.
La Shoà è stata un genocidio particolare, qualcosa di più perché si è realizzato in seguito a un percorso di persecuzioni millenarie, motivato per lo più sul piano religioso. L'idea che vi fosse qualcosa di salvifico per tutti nell'estinzione del popolo ebraico è stata intrecciata profondamente nel Cristianesimo e nell'Islam. Ripetuta per secoli da tutti i pulpiti, tentata per via di assimilazione (con umiliazioni e reclusioni, spesso per via legale con espulsioni e minacce gravissime scongiurabili solo con la conversione). Insomma il programma dell'eliminazione degli ebrei è stato diffuso continuamente secoli e secoli prima che il concetto di razza diventasse rilevante e che Hitler lo riprendesse. Calunnie infami, processi per accuse insensate, ghetti, roghi, progrom si sono ripetuti nella storia con regolarità terribile. Per fare un esempio, ma un esempio solo fra molte migliaia che si potrebbero citare, vi è una forte continuità fra il programma nazista e le prediche di un grandissimo personaggio religioso della tradizione Europa come Martin Lutero. Trovate in libreria il suo libro "Degli ebrei e delle loro menzogne" (Einaudi); ma se volete un riassunto efficace, vi consiglio un articolo di Giulio Meotti uscito ieri: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=47853 .
Insomma i precedenti vicini e lontani della Shoà ci sono stati, eccome. E ancora continuano. Non solo a destra, fra i neofascisti e neonazisti e fra i cattolici integralisti. Anche a sinistra, fra coloro che pensano che il problema per la sicurezza del mondo e la pace sia l'esistenza dello stato degli ebrei, cui per colmo di malignità affibbiano la qualifica di nazista, cioè gli ribaltano addosso la colpa del genocidio del loro stesso popolo (assolvendo così se stessi, la loro cultura e i loro avi, è chiaro) e la soluzione di tutti i mali la sua distruzione, o magari solo il suo depotenziamento e isolamento e disarmo finché altri non lo distruggano (che è la versione ipocrita di questa nuova propaganda per la Shoah).
Perché, se il tema è "mai più", bisogna considerare che vi sono quelli che non dicono solo che gli ebrei sono cattivi e maligni, che la Shoah non c'è mai stata e altre canagliate del genere. Vi è chi oggi, settant'anni dopo la fine del nazismo, dichiara in maniera assai più esplicita e diretta di quanto Hitler non abbia mai fatto, che gli ebrei vanno ammazzati tutti, fino all'ultimo. Solo così verrà la salvezza. Costoro sono gli islamisti, politici, capi terroristi, chierici, imam. Spesso si ignora questo lato genocida dell'islamismo, che è anch'esso radicato in secoli e secoli di predicazione. Ma c'è e oggi è dominante.
Se volete onorare la giornata la giornata della memoria vi chiedo di dedicare cinque minuti a guardare questo filmato (http://www.youtube.com/watch?v=dcbqSUMnZ8A), che è una sintesi di infiniti documenti in questo senso. Vi si ripete a chiare lettere che l'obiettivo religioso e non solo politico della guerra araba contro Israele, che dura ormai da quasi un secolo è la distruzione totale non dello stato di Israele (che sarebbe già cosa gravissima), ma degli ebrei in quanto tali, tutti, senza eccezione. Hitler non ha mai detto queste cose con altrettanta chiarezza. Non perché non le pensasse, ma perché temeva la reazione del suo pubblico, aveva paura che il suo messaggio espresso nella forma più chiara e più dura potesse impressionare quel che restava della coscienza morale dei suoi seguaci. Gli islamisti non temono affatto qualcosa del genere. Dicono con chiarezza il loro programma politico/religioso genocida.
Per questo al giornata della memoria oggi non può che essere una ricorrenza di impegno contro il programma genocida attuale, quello islamista e quindi di difesa di Israele, che è la sola barriera vera rispetto a questo progetto genocida (si è visto con Hitler quanto le buone parole della comunità internazionale contino e quanto ci si possa fidare di esse). Dire oggi "mai più" alla Shoah diventa un motto concreto se si dice "no" alla distruzione o all'indebolimento dell'autodifesa di Israele, se ci si impegna a resistere all'invasione islamista che scuote il mondo.