Su REPUBBLICA di oggi, 26/01/2013, a pag.19, con il titolo "CasaPound, l'inchiesta punta sui leader romani" Dario Del Porto riferisce sugli sviluppi dell'indagine sui responsabili di quanto avvenuto a Napoli (come abbiamo riportato nell'edizione di ieri di IC).
Ecco l'articolo:
Cuori neri vecchi e giovani si erano saldati nella sezione napoletana di CasaPound. Esponenti della destra eversiva partenopea degli anni ‘80, scrive il giudice nella sua ordinanza, si erano «legati in un patto» con la nuova generazione di neofascisti, garantendo loro esperienza e finanziamenti. «Vi è un fermento, una ripresa di attivismo dei “più grandi” », evidenzia il gip Francesco Cananzi, che ha escluso la finalità di terrorismo, ma ritenuto sussistenti i reati di associazione sovversiva e banda armata sostenendo che, si legge nell’ordinanza, «al di là delle apparenze, della volontà di mostrare alla pubblica opinione un volto non violento di CasaPound-Hmo Napoli, la strategia è quella di affiancare all’azione politica ufficiale quella violenta ». Uno degli snodi dell’indagine è rappresentato dalla manifestazione nazionale di CasaPound indetta a Napoli per il 26 novembre 2011 e poi non autorizzata dalla questura. «Conto di venire a Napoli per discutere con te e quelli un po’ più grandi sul percorso e sul servizio d’ordine, con questo corteo ci giochiamo tutto, lo sai?», diceva Gianluca Iannone (uno dei responsabili nazionali dell’organizzazione, non indagato) parlando in chat con Enrico Tarantino, ora in carcere perché ritenuto il leader «militare» del gruppo napoletano. Sugli aspetti “operativi” dell’iniziativa, rileva il gip, le disposizioni arrivarono a Napoli «da CasaPound Italia di Roma». Circostanza dedotta dal colloquio dove Emanuela Florino, ora agli arresti domiciliari, si sarebbe fatta «portavoce delle richieste romane provenienti da Iannone. Non solo la scelta dell’abbigliamento e il comportamento da tenere, media compresi: «Nessuno deve respirare, tutti devono obbedire. Nessuno deve rilasciare interviste», dice Florino. E aggiunge: «Sappiate che proprio da Roma Manolo ha detto che proprio da Napoli, a Toni Mollo lo ha detto, che a Napoli ci deve essere la camionetta piena di caschi... Napoli deve avere caschi, mazze, Napoli deve avere bombe a mano e quant’altro». Secondo l’indagata tutto questo servirebbe «per la difesa». Ciò nonostante Florino, afferma il gip, pur affermando di non avere specifica conoscenza di bombe carta e razzi, «comunque si adopera perché i manifestanti siano assolutamente muniti del necessario per la violenza». Alla vigilia della manifestazione, si aprì anche un dibattito sulla opportunità di coinvolgere nel servizio d’ordine «quelli dello stadio », riferimento all’ala violenza della tifoseria. Ipotesi che lasciò perplessa Emmanuela Florino: «Una persona che è abituata a fare stadio è difficile che entra in un movimento dove devi stare sotto a dieci ragazzini», e alla quale si oppose Enrico Tarantino. Ma la sera del 25 novembre 2011, quando sarà sequestrato materiale contundente, verrà registrata anche la presenza di un ultrà.
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