Tutti i giornali dedicano oggi, 19/01/2013, molte pagine all'uccisione degli ostaggi in Algeria da parte dei rapitori terroristi, per cui non ne riprendiamo le cronache, che i nostri lettori sicuramente conoscono già.
Ci ha colpito invece una breve sulla STAMPA, di Francesca Paci, che dedichiamo -tra gli altri- ai lettori dei quotidiani cattolici, Avvenire e Osservatore Romano. Chissà se si renderenno conto della minaccia islamica, ben riassunta nel detto " Prima il sabato poi la domenica".
Fra gli ostaggi non c'erano ebrei, quindi è toccata ai cristiani ad essere separati dagli altri ostaggi, per essere eliminati.
Si renderà conto il Vaticano, con la sua folle politica di sottovalutazione del pericolo islamico, che i cristiani sono anche loro degli 'infedeli' ?
Una domanda da inviare all'Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale della Santa Sede, con un commento appropriato. Ecco la mail:
ornet@ossrom.va
Ecco l'articolo:
Moktar Belmokhtar, capo terrorista
distruzione di una chiesa cristiana
«Sin dall’inizio i terroristi ci hanno detto che non avrebbero torto un capello ai musulmani perché erano interessati solo ai cristiani e agli infedeli, ripetevano che li avrebbero uccisi» La storia a lieto fine dell’impiegato algerino 53enne Abdelkader, raccolta dalla Reuters, tranquillizza la moglie e i figli che l’hanno riabbracciato nella casa di In Amenas dopo la sua fuga dallo stabilimento di Tigantourine. Ma proietta ombre minacciose sulla sorte al momento ancora oscura degli altri ostaggi stranieri in mano agli islamisti. «Sono ancora sotto shock,posso solo dire che sono stato fortunato, temo che molti miei colleghi internazionali siano morti» continua. Alcuni analisti sostengono che l’azione fosse stata pianificata assai prima dell’intervento francese in Mali, ma Abdelkader sa solo che i rapitori avevano le idee chiare: «Sembrava che conoscessero bene l’edificio, si muovevano mostrando di sapere dove andare. Dicevano di volere che Hollande richiamasse le truppe dal Mali e l’Algeria smettesse di cooperare con Parigi».
Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sulla e-mail sottostante