Israele, un posto dove è bello nascere
di Deborah Fait
Deborah Fait
Questa volta non scrivero’ di guerra, di palestinesi, di odio e antisemitsmo ma provero’ a raccontare una bella storia, una storia israeliana , una storia di solidarieta’umana unita al lavoro e alla collaborazione.
Esiste da anni a Tel Aviv un centro ricreativo e culturale che si chiama Nalaga’at Centre e si trova al vecchio porto di Jaffo da anni ormai restaurato e trasformato in un quartiere molto ricercato, particolare, pittoresco dove la sera gli israeliani vanno a cena nei bellissimi ristorantini e poi a teatro, al luna park o semplicemente a sedersi in un caffe’.
Il particolare di questo enorme centro e’ che il personale e’ non udente e non vedente, spesso le due cose insieme. Una situazione non facile che generalmente emargina le persone disabili, ebbene Israele ha voluto dare loro una possibilita’ aiutandoli a diventare autonomi e indipendenti nel modo piu’ dignitoso possibile attraverso il lavoro, lo scambio di emozioni, l’arte.
Al Caffe’ Kapish belle ragazze e ragazzi (israeliani ebrei e arabi) sorridenti, tutti completamente sordi, intrattengono i clienti, ricevono le ordinazioni, usando la loro lingua, la lingua dei segni. E’ un’esperienza bellissima e talmentre coinvolgente che in men che non si dica i clienti “normali” incominciano a muovere le mani copiando i segni dei loro ospiti.
Dopo un primo momento di sconcerto per la situazione nuovissima e strana, i clienti del Caffe’si trovano a proprio agio e incominciano a imparare, divertendosi, la nuova lingua cercando di farsi capire tra grandi risate silenziose per non turbare l’assoluto silenzio del locale. Il personale li coinvolge, li avvolge in un’atmosfera affettuosa, insegna loro cosa sia la diversita’ vissuta con allegra positivita’ e loro si lasciano guidare verso un’esperienza unica e esaltante.
Un’esperienza fuori dal mondo.
http://www.nalagaat.org.il/kapish.php
Nel teatro del Nalaga’at Center recitano attori sordomuti (anch’essi appartenenti a tutti i gruppi esistenti in Israele, ebrei, arabi crstiani e arabi musulmani, drusi, beduini). Vi sono spettacoli per bambini dai 5 anni in su, decine di bambini che vengono portati dalle scuole o dai genitori a imparare che la diversita’ non significa solo problemi enormi ma anche gioia , anche lavoro, anche solidarieta’, anche amore, anche fratellanza e soprattutto “Siamo uguali a voi!”.
Give me a sign, dammi un segno...e possiamo comunicare. I bambini imparano e, in silenzio, riescono a partecipare e a divertirsi provando una gioia diversa , un divertimento senza confusione, rumore, senza eccessi , vengono letteralmente travolti da gioia pura mista a un grande interesse per quel mondo sconosciuto fatto di musica, di sorrisi e di mani che si muovono per parlare..
E’ un tipo di esperienza profonda e cosi’ importante che non dimenticheranno mai.
Durante le recite in sala non si sente volare una mosca, provate a pensare cosa possono combinare decine di bambini tutti insieme, bambini che di solito gridano, ridono , si muovono, fanno confusione insomma. Bene quando sono in quel teatro si ammutoliscono e , sorridendo un po’ imbarazzati, pendono letteralmemte dalle mani degli attori, non perdono un segno, applaudono agitando le mani alzate, ridono, si divertono e poi vanno sul palco insieme agli attori e si “parlano” .
I bambini imparano subito e in quell’atmosfera serena e allegra fanno volare le loro mani come farfalle, all’inizio intimiditi da tutto quel silenzio ma poi , travolti dall’atmosfera dell’ambiente, si lasciano andare, come ogni bambino, alle carezze e al nuovo linguaggio dei loro “strani” nuovi amici
Durante lo spettacolo in una parte del palcoscenico che e’ sempre alla stessa altezza del pubblico, alcuni attori fanno il pane, lo cuociono all’istante e alla fine chiamano i bambini che lo spezzano lo mangiano, ancora caldo e lo portano al resto del pubblico in sala.
http://www.nalagaat.org.il/ten.php
Il messaggio di queste persone e degli organizzatori e’ ” siamo ciechi e sordi ma siamo creativi, sentiamo gioia, siamo autosufficienti, lavoriamo e vogliamo essere accettati come normali cittadini uguali a voi nel rispetto reciproco.”.
La prima produzione del gruppo “Deaf-blind Acting Ensemble, “Light is Heard in Zig Zag”, si e’ esibita in tutta Israele con grande successo e adesso la seconda produzione “Not by Bread Alone” e’ fissa al Nalaga’at Center . Gli “attori” preparano il pane, non vedono e non sentono niente , tutto quello che fanno e’ il risultato della loro grande capacita’ di “sentire” le onde, gli odori, sensazioni spesso dimenticate dai “normali”.
Fare il pane e’ un atto altamente simbolico, il pane e’ la casa, l’ospitalita’, il calore, la tradizione, addirittura le origini del genere umano, il pane e’ una cosa che si fa con le mani e che, lavorarlo lentamente, da una sensazione meravigliosa di pace .
Gli attori/ amici interagiscono col pubblico, lo fanno intervenire, salire sul palcoscenico, lo fanno impastare, odorare, insegnano come metterlo nei forni senza bruciarsi ( la scoperta e’ che i “normali” sono i meno capaci di prestare attenzione e, di fronte ai “disabili”e alla loro grande manualita’, sono proprio loro a trovarsi in difficolta’).
Alla fine tutti mangiano il pane appena sfornato guardandosi e sorridendosi, cercando di comunicare le proprie emozioni mentre alcuni sordi vedenti le riferiscono ai ciechi non udenti, battendo con le dita sulle loro mani, per raccontare le sensazioni del pubblico.
Grandi e beati sorrisi illuminano i volti degli attori.
Credo che nessun pane abbia un sapore migliore di quello dei “Deaf-blind Acting Ensemble”.
http://www.nalagaat.org.il/theater.php
Infine, il pezzo forte del centro, l’esperienza piu’ strana e sconvolgente, e’ il ristorante per ciechi che si chiama, appunto, Blackout.
Immaginate di entrare in un locale dove il buio e’ totale, non si vede assolutamente niente. Entrate e venite accolti da un cameriere cieco che vi accompagna, con passo sicuro, al tavolo mentre voi annaspate incerti stringendo la sua mano, vi fa sedere con attenzione perche’ troviate la sedia giusta senza cadere per terra e poi ha inizio l’avventura della cena.
Vengono consegnati dei tovaglioli da legare al collo, molto grandi, perche’ non si puo’ vedere cio’ che si mangia e lo si deve fare con le mani, rischiando di macchiarsi. Non esistono posate. Quando gli occhi si abituano al buio totale si incomincia a sentire la presenza di altri commensali che mangiano, parlando sottovoce, che magari rovesciano i bhicchieri ma c’e subito un cameriere che interviene, sicuro come se vedesse, per aiutare il povero imbranato “vedente”
Il cibo e’ ottimo e il menu ricco e vario e , sembra impossibile ma , abituati come siamo nella nostra quotidianita’ “normale” a non far caso al sapore del cibo ingurgitato in fretta tra un’occupazione e l’altra, istantaneamente, nel buio assoluto, ecco che ci si accorge di avere anche altri sensi, l’odorato, il tatto, l’udito e mangiare diventa un’ esperienza gioiosa e piena di incognite anche comiche e esaltanti, indovinare cio’ che si mette in bocca senza vederlo, indovinare solo dal sapore e dall’odore il tipo di verdura, di carne o di pesce, scommettere se nel dolce c’e del liquore e che tipo di liquore, scoprire infine che lo si puo’ fare se si presta attenzione e si diventa piu’...umili e piu’ aperti a quello che ci circonda, diventa un’esperienza esaltante.....dicono loro “c’e’ tanto da vedere quando gli occhi sono chiusi”
http://www.nalagaat.org.il/bo_menu.php
Nessuno ha mai parlato di questa eccellenza tra le tante di Israele, siamo cosi’ coinvolti dai problemi di sicurezza e di guerra o terrorismo che non si parla d’altro, i giornalisti stranieri sono troppo impegnati a dipingere Israele come un paese di soldati e di religiosi da non porsi nemmeno il problema che questo sia un paese dove , senza fatica, si trova il bello, si sente una gioia di vivere tanto forte che Israele, nonostante la situazione di guerra continua, e’ uno dei primi 20 paesi al mondo dove i suoi cittadini dicono sia “bello nascere”.
Israele’ e’ intelligenza, e’ vita , e’umanita’, e’ anche un gran casino come tutti i paesi mediterranei, e’ anche un po’ cafona e villana, e’ definita “fico d’India” , spinoso ma dolce, molto dolce e , a differenza di altri, e’ un paese che funziona , che va avanti a testa alta e con orgoglio nonostante le avversita’ e i pericoli, e’ un paese che 65 anni di guerre non sono riusciti a piegare, e’ un paese di giovani pieni di inventiva e di capacita’ che fanno di Israele una “start up Nation” in tutti i campi , scienza, tecnologia, cultura, business. E’ uno dei paesi al mondo dove si legge di piu’.
Insomma, Israele, nonostante i suoi tanti detrattori e i suoi immensi problemi di sicurezza, e’ un paese dove e’ bello nascere, un paese chein grado di illuminare anche chi vive nell’ oscurita’ e nel silenzio.