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La Stampa Rassegna Stampa
17.01.2013 La vita delle donne del Mossad
cronaca di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 17 gennaio 2013
Pagina: 18
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Sì al flirt ma niente sesso in missione»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 17/01/2013, a pag. 18, l'articolo di Anna Zafesova dal titolo "Sì al flirt ma niente sesso in missione".

Mamme modello a casa, alti ufficiali perfettamente efficienti in ufficio, femmine fatali in missione: le super 007 nei ranghi del Mossad sembrano poter affrontare qualunque emergenza, e salvare il mondo con una mano mentre con l’altra cucinano e aiutano i figli a fare i compiti. Almeno così appare dalla loro prima uscita in pubblico, con tre spie israeliane che si sono raccontate - nei limiti, ovviamente - al settimanale femminile «Lady Globes». E così Yael ricorda di aver «combattuto davvero», anche dopo aver partorito, in missione segrete e pericolose. Ella ha tre figli, come Efrat, vice capo dipartimento che ha conosciuto il marito durante una operazione segreta. Così almeno è sollevata da uno degli obblighi più pesanti di una 007: tenere nascosta la propria attività a chiunque, anche in famiglia.

Non è chiaro che cosa raccontano a casa le signore del Mossad quando devono assentarsi per le missioni di spionaggio. Ma almeno i mariti possono stare tranquilli per la loro fedeltà. «Ci sono giochi di seduzione» con la controparte durante il lavoro, ammette Efrat, la donna con la posizione più altolocata nei servizi, «usiamo la nostra femminilità perché ogni mezzo è buono». Ma non si arriva mai fino in fondo: «Anche se ritenessimo utile che una di noi andasse a letto con il capo dell’ufficio del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, nessuno al Mossad lo permetterebbe». Quindi tutte le possibilità di flirtare per il bene della patria, ma niente sesso.

Un divieto che il Mossad non intende cancellare, forse anche per non rendere le agenti ricattabili, visto che sono tutte alti gradi del servizio segreto e il loro capo, Tamir Pardo, non dubita che un giorno una di loro prenderà il suo posto. «Per molti versi, le donne nello spionaggio sono superiori agli uomini, la loro “lettura” del terreno è eccellente, come pure l’analisi delle situazioni e la visione spaziale». Niente più pregiudizi, quindi, anche se le 007 israeliano ammettono di aver dovuto combattere per il diritto a partecipare alle operazioni pericolose: «Non posso assumermi la responsabilità che una mamma non torni a casa», diceva il superiore a Yael.

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