Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 17/01/2013, a pag. 6, l'intervista di Gabriele Villa a Fiamma Nirenstein dal titolo "Parlamento addio, torno a scrivere di Israele".
Fiamma Nirenstein
Cinque anni vissuti intensamente, dagli scranni di Montecitorio: interrogazioni parlamentari, audizioni, incontri internazionali di grande spessore umano e politico. In prima linea, come sempre, anche da vicepresidente della commissione Esteri della Camera. Ma ora la svolta, Fiamma Nirenstein, gran firma del giornalismo, prestata alla politica, torna a fare la giornalista.
Che cosa è accaduto Fiamma, una scelta da «saturazione»?
«Assolutamente no. In Parlamento ho passato cinque anni bellissimi e lo lascio d’intesa con i miei amici e con le persone che più mi sono state vicine, con molta serenità, senza alcuna frizione. Le motivazioni di questa scelta sono altre e sono i due amori della mia vita: il giornalismo e Israele, i migliori incontri che io abbia mai fatto ».
Il richiamo della nostalgia, quindi...
«Ho avuto la fortuna di girare tutto il mondo e di raccontare emozioni e situazioni anche da fronti non proprio facili. Ecco, ora intendo seguitare a farlo, finché l’energia me lo consentirà. Tanto più che la questione mediorientale è diventata ancora più importante, se non la più importante e io ho una gran voglia di tornare far risuonare la tastiera del mio computer occupandomene».
Come giudichi la tua esperienza politica?
«Straordinariamente utile. Avere ricoperto un ruolo attinente al mio lavoro di commentatrice di politica internazionale, portare il mio contributo politico al dibattito, alle valutazioni e al voto su problematiche inerenti ai territori che ho girato e che conosco profondamente, sono convinta che possa aver aiutato a capire un po’ meglio che cosa è oggi Israele. E ancora a far prendere coscienza e consapevolezza, all’interno del Parlamento, con attenti interlocutori e colleghi bipartisan di problemi come quello dei veri risvolti della cosiddetta primavera araba, di un Iran votato al nucleare e della crescita di un movimento come quello della Fratellanza musulmana».
Parli di rapporti bipartisan ma c’è una scelta di Monti che non ti è proprio piaciuta… «Se da un lato non posso che essere soddisfatta del gran lavoro bipartisan nella commissione sull’antisemitismo, sono rimasta profondamente delusa quando Monti ha dato per la Palestina l’indicazione di votare sì al riconoscimento dello status di Stato non membro all’Onu».
Perché l’ha fatto secondo te?
«Nella prospettiva di un migliore rapporto con la sinistra. Convinto, come altri, che la moneta filo araba possa pagare e ripagare. Sono preoccupata. Perché se si dovesse vedere di nuovo un D’Alema ministro degli Esteri, l’Italia ripiomberebbe in una posizione arretrata, con una visione distorta delle problematiche del mondo arabo e di Israele».
Progetti per il futuro prossimo?
«Voglio tornare in Israele e prendermi anche la cittadinanza. E intendo farlo dopo tanti anni, per alcuni buoni motivi. Il 27 gennaio sarà il giorno della memoria e c’è ancora,purtroppo,molto antisemitismo nel mondo e poi perché credo che Israele sia oggi l’unico Paese che offra la prospettiva di un futuro colto e intelligente, un Paese dove la gente ha uno stile di vita più semplice, solidale, che trova forza in un grande amor patrio e in un profondo senso della vita».
Che voto dai alla politica italiana?
«Ho paura di quel che può accadere, di vedere orde di grillini invadere il Parlamento. Quella non sarebbe democrazia. È importante andare a votare ma le indicazioni che escono dal voto non sono sempre democratiche. Il rischio è che il livello di democrazia, anziché innalzato, venga abbassato da certi esiti».
www.fiammanirenstein.com
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