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Libero Rassegna Stampa
10.01.2013 L'emiro del Qatar finanzia i Fratelli Musulmani
cronaca di Souad Sbai

Testata: Libero
Data: 10 gennaio 2013
Pagina: 11
Autore: Souad Sbai
Titolo: «Il Qatar finanzia la sharia d’Egitto»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/01/2013, a pag. 11, l'articolo di Souad Sbai dal titolo "Il Qatar finanzia la sharia d’Egitto".


Souad Sbai                 Emiro del Qatar                   Fratelli Musulmani

Evidentemente, i sassi lanciati nello stagno un po’ di rumore lo hanno fatto. E qualche piccola onda l’hanno alzata. Tanto che anche Marine Le Pen, in Francia, rilascia un’intervista all’emittente privata siriana Sama, rilanciando tesi che su questo giornale hanno sempre trovato coraggiosamente spazio. Laddove nell’opinione pubblica italiana, assopita e drogata dalle falsità mediatiche sulla Siria fomentate dalle élite del Golfo, nessuno aveva mai trovato la forza e gli attributi per dire la verità su questo vergognoso inganno internazionale. Una «guerra» in cui vittime sono prevalentemente i civili, dice la Le Pen, che condanna l’assenza di una soluzione politica su Damasco e l’atteggiamento dissimulatorio delle potenze occidentali sin dall’inizio della crisi siriana. Intente ad abbassare la testa e nel frattempo infiammare gli animi, come fecero in Libia, ma stavolta nel segreto di incontri e riunioni. Perché Muammar Gheddafi non è Bashar al Assad e la cosa va orchestrata in maniera ancor più in sordina, per non scatenare la reazione di un regime che ha un esercito armato di tutto punto e non molla di un centimetro. Come farebbe ogni Paese che conosce e sente viva la sua sovranità. Marine Le Pen non dice nulla di nuovo in tal senso, sia chiaro, ma quando parla di «voce di dialogo» e di responsabilità di Qatar e Arabia Saudita nella carneficina siriana, fa pensare che la considerazione dei fatti di Damasco sia cambiata anche oltre le Alpi. Il Qatar e l’Arabia Saudita, appunto. Che i rivoltosi siriani si siano riuniti a Doha per darsi un ordine generale oltre che per raggranellare qualche milione di dollari non è novità. Ma che il Qatar oggi abbia confermato i 20 miliardi di dollari promessi ai Fratelli Musulmani e abbia già versato 5 miliardi di dollari alla componente egiziana per aver approvato la Costituzione a base di sharia e lame taglienti e per superare il periodo delle proteste, in pochi lo sapevano. Denaro con cui il presidente Morsi può respirare e proseguire i progetti egemonici: ieri ha combinato un incontro al Cairo tra le fazioni palestinesi in lotta, Hamas e Fatah. Chissà cosa pensano gli egiziani che anche in Italia hanno votato «sì» alla Costituzione della vergogna, del fatto che i loro governanti piangono miseria per l’economia e intanto ricevono le prebende degli emiri per stroncare ogni afflato di libertà e di diritti per donne, intellettuali e minoranze. La rivoluzione «a pagamento», così potremmo chiamare i moti arabi e nodrafricani di questi due anni, calcolando i venti mesi di rivolta siriana ancora in corso. Chissà quanto è stato promesso dal Golfo ai tagliateste per conquistare la Siria, anche se ogni autobomba uccide centinaia di persone e i raid nei palazzi e nei villaggi lasciano decine di teste sul terreno. Chissà quale ambitissimo premio avranno in dote coloro che torneranno con il sangue dei siriani fra le mani. «Non ci si può lamentare che in Siria ci siano morti e devastazione se i Paesi occidentali hanno lasciato che tutto questo accadesse », dice Marine Le Pen. Certo. Come non ci si può lamentare che la Francia di Monsieur Sarkozy alzasse i pugni della vittoria a Tripoli con l’ami - co Mustafa Jalil, oggi in carcere per un assassinio politico, mentre il Qatar compra da Hollande le banlieue come avamposto della wahabizzazione europea. Come non ci si può lamentare dell’ignobile connubio che i poteri forti hanno orchestrato per deviare gli equilibri del mondo: crisi economica in Europa e crisi politica nel mondo arabo, con gli sceicchi neri a dominare la scena dall’alto delle montagne di petroldollari sparsi nelle banche di tutto il mondo. Il piano è ormai chiaro. Unaminaccia per piegarci, una mano tesa per rassicurarci e un’altra, nell’ombra, per incatenarci.

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