Il PD preferisce scartare l'islam moderato ? L'ex presidente dei Giovani Musulmani italiani (vicini all'UCOII) candidato in Campania
Testata: Libero Data: 10 gennaio 2013 Pagina: 11 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Islamici in fuga dal Pd: 'Ci sono troppi estremisti'»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/01/2013, a pag. 11, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo "Islamici in fuga dal Pd: «Ci sono troppi estremisti»".
Mustapha Mansouri Khaled Chaouki
Pierluigi Bersani
Il PD decide di candidare Khaled Chaouki, ex presidente dei Giovani Musulmani italiani che si sono distinti, nel giugno del 2011, per aver duramente attaccato la manifestazione 'Unexpected Israel' a Milano. Secondo loro non era possibile permetterne lo svolgimento, perché tutto ciò che riguarda Israele deve essere bloccato, boicottato, attaccato. (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=40263). Khaled Chaouki era già stato candidato da Rutelli nel 2008 ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=23975), una candidatura che aveva suscitato numerose proteste già all'epoca. Per altro ricordiamo che i Giovani Musulmani Italiani sono legati all'UCOII, l'associazione che si è autoeletta rappresentante dei musulmani italiani legata ai Fratelli Musulmani. Ci siamo chiesti spesso che fine avessero fatto i musulmani moderati in Italia. Finalmente, grazie a Mustapha Mansouri, hanno fatto sentire la loro voce. Che cosa farà, ora Bersani ? Chaouki/Ucoii o Mansouri/islamici moderati ? Ecco l'articolo:
Per fare incetta di voti nelle moschee, il Pd candida in Campania Khaled Chaouki, l’ex presidente dei Giovani Musulmani Italiani. Ma l’islam moderato e di sinistra non ci sta, straccia le tessere del Partito Democratico e minaccia di passare nel campo avverso. A guidare la rivolta è Mustapha Mansouri, presidente del movimento nazionale Nuovi Italiani. Ha girato l’Italia in lungo e in largo, con il sostegno di personalità del calibro di Dario Franceschini e di Roberto Speranza, per convincere immigrati sudamericani, africani, romeni e asiatici ad aderire a un programma studiato apposta per loro. Lo sintetizza in una formula come «integrazione pacifica», che equivale a ripensare la legge quadro sull’immigrazione. Ma, in primo luogo, ha portato voti a Pierluigi Bersani. Si sente tradito e commenta amaramente: «Profonda delusione, ecco come posso definire l’atteggiamento di un partito che si è aperto a noi paventando inclinazione verso i moderati e che invece ha tradito ogni speranza di rinnovamento. Non ci rimane che riconsegnare le nostre tessere, denunciando quella che è, a tutti gli effetti, un’operazione di ribaltamento della volontà delle comunità,moderate e non certo favorevoli ad essere rappresentate da chi non ha mai rinnegato certe sue discutibili appartenenze». È un riferimento implicito ai rapporti intercorsi fra Chaouki e l’Ucoii, considerata generalmente legata ai Fratelli Musulmani. I primi democratici pentiti quindi, sono proprio gli immigrati perché non vorrebbero ritrovarsi ad avere a che fare nuovamente, e anche in Italia, con i richiami alla sharia e al jihad che riecheggiano minacciosi dalla Tunisia, dalla Libia, dall’Egitto e dalla Siria. Se la primavera araba ha mancatol’obiettivo della democratizzazione dei regimi in Medio Oriente e nell’Africa del Nord, non c’è motivo di replicarne il fallimento anche in Italia. Eppure, anche qui chi si candida a governare il Paese sembra condividere gli stessi vizi che caratterizzano i politici sull’altra sponda del Mediterraneo. Promesse non mantenute, insomma. In ballo c’è il sempre più consistente pacchetto di voti degli immigrati naturalizzati. Mansouri, giornalista e autore televisivo che è anche segretario dellaConfederazione delle comunità marocchine, guarda in particolare alla propria componente nazionale, maggioritaria, che arriva quasi al milione di persone, di cui 360mila ormai cittadini italiani con tanto di certificato elettorale. Potrebbero rivolgersi perfino verso il Pdl, se il centrodestra si concentrasse un po’ sul ruolo e il rilievo dei musulmani moderati nella lotta al radicalismo islamico. C’è ancora all’oriz - zonte l’opzione di Io amo l’Italia, la formazione di Magdi Cristiano Allam, che attualmente però punta a una corsa solitaria per le prossime elezioni politiche, in quanto le trattative per un apparentamento con il fronte berlusconiano sono ancora in alto mare. Rimane un’alternativa naturale: «Magari, nell’ipotesi di una ricandidatura di Souad Sbai con il Pdl, la potremmoappoggiare per quanto ha fatto durante il suo mandato parlamentare contro il dilagare del fondamentalismo in Italia e a favore delle donne vittime di violenza. Ma», precisa Mansouri, «non abbiamo colore politico. Stringeremmo patti anche con il diavolo, se fosse necessario ». Basta che, nel panorama politico, non prevalga la linea di chi si illude che il voto degli stranieri non sia decisivo. Se Bersani li ha trattati più o meno come dei «baluba», Sel intanto schiera il portavoce della comunità senegalese di Firenze, Pape Diew.
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