La disgustosa ipocrisia tedesca
Commento di Giulio Meotti
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12698#.UOpyq3y9KSM
Giulio Meotti Günter Grass Schroeder con Ahmadinejad
Gli ebrei morti affascinano la Germania. Che tempi idilliaci erano quelli in cui i tedeschi preparavano monumenti per gli ebrei morti, da Buber a Mendelssohn e da Korczak ad Heine, senza dover avere a che fare con gli ebrei vivi di Israele e la loro “occupazione”.
La Germania è di nuovo infettata di antisemitismo?
Ulf Dunkel, un attivista dei Verdi, ha appena pubblicato alcune invettive contro gli ebrei. In una particolarmente razzista si rivolge ai genitori che circoncidono i loro figli come “ buchi di culo” e “ciechi fanatici” che si rifiutano di sentire “ cosa i bimbi vi stanno dicendo … urlando a squarciagola.”
In un altro, Dunkel si rivolge ai circoncisori come “ mutilatori che circoncidono entrambe le cose, i diritti e il prepuzio,” e ha insinuato che “ se sei per un membro intatto, sei immediatamente bollato come antisemita.”
Si ritorna al “ Capitale” di Karl Marx che attaccava “ gli ebrei circoncisi anche mentalmente”.
Alcuni mesi fa, il Premio Nobel per la letteratura Günter Grass, ha pubblicato una poesia intitolata “Cosa deve essere detto” in cui colpisce con violenza “il potere nucleare di Israele” che “minaccia la pace mondiale”. Secondo quella poesia razzista di Günter Grass, Israele sta programmando l'eliminazione il popolo iraniano ( “potremmo essere noi tedeschi i fornitori per un crimine annunciato”) . «si fa riferimento alla fornitura di un sottomarino da parte della Germania a Israele e che secondo G.G. verrebbe utilizzato per annientare il popolo iraniano n.d.t.». L’ opinione pubblica tedesca ha apprezzato quella lirica, perché Grass ha soffiato sul fuoco dell’ostilità tedesca verso gli ebrei in un modo compiacente. Chi meglio del più famoso antifascista può mettere finalmente sotto accusa gli ebrei del dopo Shoah?
Secondo la stessa “logica”, Norbert Blum, un ex Ministro del Lavoro del Partito Cristiano Democratico Tedesco, ha fatto riferimento al” Vernichtungskrieg” di Israele contro i palestinesi, l' espressione nazista per “ guerra di sterminio”.
Nell’elenco per il 2012 della “Top List” degli antisemiti pubblicata dal Centro Simon Wiesenthal, c’è Jakob Augstein, l’editore del settimanale Der Freitag e un rispettato collaboratore della rivista DerSpiegel. Henryk Broder, saggista ebreo ben noto in Germania che io orgogliosamente annovero tra i miei amici, ha definito Augstein un “piccolo Streicher” che “ha solo perso l’occasione di fare la sua carriera con la Gestapo, dato che è nato dopo la guerra. Si sarebbe sicuramente trovato bene "
Perché l’opinione pubblica tedesca, rappresentata dalle tre personalità summenzionate, ancora una volta prende in considerazione elementi che prevedono un mondo ripulito da uno stato ebraico? E’ la nuova ossessione tedesca antiebraica.
In un paese con una piccola comunità ebraica su una popolazione totale di 82 milioni, non passa giorno che qualche giornale o programma televisivo non tratti di Israele o di problemi inerenti gli ebrei. Libri a soggetto ebraico sono venduti nei grandi magazzini, saltano fuori studi sull’ebraismo all’università, sono di gran moda i concerti klezmer.
La Shoah è studiata nelle scuole tedesche più che in ogni altro paese, salvo Israele. Nel 1966 il primo istituto di ricerca sulla storia ebraica fu creato all’ Università d’Amburgo. Oggi, è impossibile trovare una istituzione di studi avanzati che non si interessi di ebraismo.
La Germania sta spalancando le porte agli ebrei: ogni ebreo che si stabilisce in Germania serve come prova che il paese è cambiato, che ha rotto con il passato per sempre. Se gli ebrei hanno di nuovo fiducia nella Germania, che ragione hanno altre nazioni di diffidare dei discendenti di Hitler, Himmler e Gobbels?
Qui sta uno dei risultati di questa ossessione: in Germania è tradizione pensare che le vittime della Soluzione Finale, non siano stati gli ebrei, ma il popolo tedesco, che si è privato di così tanti geni, premi Nobel e interpreti di Wagner.
Gli avidi affari con Teheran, l’ideologia anti-sionista della sua élite, l’abuso della Shoah sono parte di questa nuova ossessione antisemita che sta crescendo in Germania.
Tutti i paesi hanno dato premi a personalità ostili a Israele, impegnate con i loro discorsi a diffondere critiche sugli ebrei. Nel 2008 il governo tedesco con grandi fondi ha finanziato una conferenza in cui il Ministro per gli Affari Esteri iraniano, Muhammad Larijani, chiedeva la distruzione degli ebrei.
Nel 2009 l'ex Cancelliere tedesco Gerard Schroeder si è incontrato a Teheran con il Presidente Ahmedinejad. Schroeder ha avuto anche incontri con il Ministro degli Esteri Manuchehr Mottaki, che aveva inaugurato a Teheran la conferenza “Un mondo senza sionismo” che diffondeva dubbi sulla “versione ufficiale della Shoah”.
Due anni fa, l’allora Presidente tedesco Horst Kohler assegnò la Croce Federale al Merito, uno dei riconoscimenti più importanti del paese, all’avvocato Felicia Langer, che considera Israele equivalente alla Germania nazista.
L’anno scorso la città di Francoforte invitò Alfred Grosser a pronunciare un discorso commemorativo della "Notte dei Cristalli". Grosser ha paragonato come fu trattato dai nazisti all’inizio degli anni '30 a come la polizia di Israele tratta i palestinesi.
Per questo trovo c'è qualcosa di osceno nell’interesse così diffuso sull' “ insegnamento della Shoah”. Non è necessario insegnare come gasare sei milioni di persone, l’umanità lo sa già fin troppo bene.
La Germania ha riempito i nostri occhi e orecchie con una Shoah plastificata. Sarebbe molto meglio smetterla con questi monumenti. s C’è molta più Shoah in un vecchio album di famiglia o in un libro di preghiere sopravissuto ai ghetti di tutti i riti tedeschi della memoria.
Prendete il museo ebraico di Daniel Libeskind. E’ stato fatto proprio perché i tedeschi si sentano bene. E ora hanno la possibilità di sentirsi bene, dato che la Shoah è stato rinchiusa fra quattro mura.
Con l’aiuto dell’esibizione degli oggetti di tutti i giorni e le olografie, ai visitatori è offerta una veloce apparizione della vita ebraica. Si inizia con una descrizione angosciante nel fondo del seminterrato, con percorsi successivi verso l’esilio e le camere a gas, ma diventa sempre più confortevole procedendo verso i livelli più alti. E’ come una redenzione. Vedi scene di gioia del quartiere ebraico della città di Worms, e i rumori di una classe turbolenta di ebrei nella Berlino di oggi, un antidoto al senso di disperazione ( salvo per quegli ebrei che vengono ancora oggi picchiati perché indossano la kippa). Questo è il falso mito che, salvo i periodi di persecuzione, gli ebrei erano “una parte integrante della società tedesca”. Il sogno è ancora possibile!
Ma cari ebrei, sembrano suggerire, per favore, dite ai vostri fratelli in Israele di deporre le armi, di smantellare i checkpoints, di togliere la menorah davanti alla knesset e di sgombrare dalle “colonie”.
Invece di deportazione oggi si chiama “Tokhnit HaHitnatkut”, disimpegno. I tedeschi stanno convincendo gli Israeliani a evacuare altri ebrei. Günter Grass è pronto a scrivere una poesia sul nuovo " Judische Ghetto-Polizei", la "Polizia Ebraica del Ghetto “.
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano