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La Stampa Rassegna Stampa
08.01.2013 John Brennan nominato capo della CIA
commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 08 gennaio 2013
Pagina: 11
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Così la Casa Bianca militarizza l’intelligence»

Sulla nomina di Chuck Hagel a direttore del Pentagono, abbiamo già scritto ieri ciò che pensiamo ( http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=47625  ). Per quanto riguarda la nomina di John Brennan a direttore della CIA, pubblichiamo l'analisi di Maurizio Molinari dal titolo "Così la Casa Bianca militarizza l’intelligence", a pag. 11 della STAMPA di oggi, 08/01/2013.
Aggiungiamo che, per quanto riguarda la disposizione verso Israele, John Brennan gode della stessa fama di Chuck Hagel.
Ecco l'articolo:


Maurizio Molinari          Barack Obama con John Brennan

Con la designazione di John Brennan a direttore della Cia il presidente americano Barack Obama dimostra la volontà di affidare all’Intelligence la guida delle operazioni militari contro i gruppi terroristi che minacciano l’America.

I 25 anni di servizio a Langley descrivono l’idea di intelligence che Brennan rappresenta. Agente operativo per vocazione e arabista per passione, a metà degli Anni Novanta è capo stazione nell’Arabia Saudita quando nel 1996 un attacco kamikaze uccide 19 soldati americani alle Khobar Tower facendogli maturare la convinzione che gli 007 devono prevenire il nemico, aggredendolo. Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 sostiene le tecniche di interrogatorio «rafforzate» - incluso il «waterbording», l’affogamento simulato, equiparato dai liberal alla tortura - per ottenere dai detenuti di Al Qaeda informazioni capaci di sventare nuovi attentati e nel 2004 inizia a creare, con George W. Bush alla Casa Bianca, il Centro nazionale per il contro-terrorismo che completa cinque anni dopo nelle vesti di superconsigliere di Obama, pianificando la caccia globale contro jihadisti con un metodo nuovo.

Il suo approccio è di cercarli ed eliminarli uno a uno grazie all’Intelligence ma usando per colpire i più avveniristici mezzi a disposizione delle forze armate. È la formula che fa decollare la guerra dei droni, porta le truppe speciali a operare con la Cia - come avviene ad Abbottabad nel blitz che elimina Osama bin Laden - e trova il perfezionamento nella teorizzazione della Kill List: la lista di terroristi da uccidere su indicazione diretta del presidente. È proprio Brennan che, in aprile, svela l’esistenza della Kill List spiegando che è una forma di guerra capace di «durare oltre 10 anni» perché basata sulle informazioni sempre aggiornate raccolte dagli 007.

La strategia di Brennan, nato 57 anni fa in una famiglia di origine irlandese del New Jersey, consente a Obama non solo di decimare Al Qaeda ma anche di operare una svolta: porre termine ai conflitti tradizionali in Iraq e Afghanistan senza interrompere la guerra ai terroristi che infatti si allarga a nuovi scenari, dallo Yemen alla Somalia. La scelta di Obama di procedere verso un’Intelligence sempre più militare è il filo conduttore delle nomine fatte a Langley: nel 2009 la fa debuttare con Leon Panetta, nel 2011 l’accelerazione arriva con David Petraeus e ora il completamento è affidato al suo teorizzatore. La conseguenza di tale approccio è un Pentagono meno in prima linea. Obama lo vuole spingere a occuparsi di lotta alla proliferazione, cybersicurezza e veterani riuscendo così abbatterne i costi.

Da qui la nomina a ministro della Difesa di Chuck Hagel, un avversario del Pentagono onnipotente dell’era Bush e dunque il candidato migliore a cui affidarne il ridimensionamento, economico e militare.

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