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Informazione Corretta Rassegna Stampa
08.01.2013 Arabi cristiani, i prossimi sarete voi
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 08 gennaio 2013
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Arabi cristiani, i prossimi sarete voi»

Arabi cristiani, i prossimi sarete voi
Analisi di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12692


Giulio Meotti
        Ray Hanania, giornalista arabo cristiano che lavora regolarmente per il Jerusalem Post e altre testate,  considerato  un “palestinese moderato”.

Gli arabi cristiani stanno ingraziandosi i musulmani, ma non ne avranno indietro del bene. Anche loro sono sulla lista della Jihad. Così conclude un noto giornalista arabo palestinese che ha rivelato questa verità in un articolo per i media arabi.

Data la condizione comune di minoranza all’interno di una regione a stragrande maggioranza islamica, ci si potrebbe aspettare di trovare gli arabi cristiani disponibili a far causa comune con gli ebrei e Israele. Ma sembra che l’odio tradizionale della Chiesa Cristiana d’Oriente verso l’ebraismo abbia escluso questa possibilità.

Ne è la prova Ray Hanania, noto giornalista arabo cristiano che lavora regolarmente per il Jerusalem Post e altre testate,  considerato  un “palestinese moderato”.

Il suo recente articolo sulla Gazzetta Saudita e su Al Arabiya, è una somma di odio arabo cristiano verso Israele espresso in termini politici e religiosi. Hanania scaglia “rivendicazioni razziste di Israele sulla Palestina” e sostiene che “i palestinesi come me hanno più di un diritto degli ebrei su ‘Israele’, molti dei quali convertiti al giudaismo, e da molto tempo senza ogni legame con il popolo ebraico della Bibbia”.

Secondo questo giornalista, Israele è più razzista dei musulmani nei confronti dei cristiani. Scrive: “Israele, che pretende di essere la 'patria del popolo ebraico', respinge tutti gli ebrei che credono in Gesù. Lo stesso per quegli ebrei che sono diventati cristiani e che in seguito, nel VII° secolo, divennero seguaci del Profeta Maometto (la pace sia su di lui). Forse è per questo che i musulmani hanno mostrato più compassione per i cristiani, e perché gli ebrei israeliani odiano i cristiani tanto quanto odiano i musulmani”.

Secondo Hanania, “ gli arabi musulmani hanno fatto molto di più per proteggere i cristiani del Medio Oriente, soprattutto perché anche loro soffrono a causa dei crimini di guerra israeliani. Oggi, Israele sta facendo tutto il possibile per distruggere non solo le rivendicazioni musulmane in Palestina, ma anche quelle cristiane. Infatti, per gli israeliani, distruggere la presenza araba cristiana in Palestina è più importante che distruggere le rivendicazioni musulmane”.

Hamas, Fatah e Ahmadinejad  non avrebbero detto di meglio.

E non è tutto. “Senza l’America, Israele sarebbe solo un altro stato di apartheid come il Sud Africa”, continua l’editorialista arabo cristiano, suggerendo  ai musulmani “di includere gli arabi cristiani nelle loro organizzazioni, riconoscendoli come i ‘Nuovi Ebrei’ del mondo d’oggi”.

Questa è la stessa teologia che aveva ritratto gli ebrei come i carnefici di Gesù e che aveva contribuito a soffiare sul fuoco di roghi e pogrom, fino a quando la Shoah non l’ha sepolta per un breve periodo.

A Betlemme è tornato il turismo, i negozi sono aperti, ma dietro quello che sembra essere un bel giorno di Natale pieno di sole, si nasconde una lotta politica per il controllo totale della popolazione. L’Islam sta sostituendosi al cristianesimo. Mentre gli scrittori arabi cristiani come Hanania sono continuamente focalizzati sulla “islamofobia”, una potenziale genocida “cristianofobia” si sta diffondendo nel mondo islamico. Chiedete ai cristiani in Nigeria e in Siria.

Yasser Arafat e Ahmed Yassin, l’Ayatollah Khomeini e Hassan Nasrallah, Mahmoud Ahmadinejad e Osama bin Laden, tutti  hanno collegato l’assassinio indiscriminato degli ebrei con la liquidazione del cristianesimo. Non vedono Gerusalemme soltanto come un terreno urbano di conflitto, ma come un simbolo religioso d’importanza storica.

Perché il giornalista cristiano Hanania non ha il coraggio di dire che il processo di annientamento del cristianesimo palestinese cominciò subito dopo che Yasser Arafat aveva assunto il controllo dell’Autorità Palestinese, quando i siti cristiani e i cimiteri furono profanati dai musulmani, e slogan come “L’Islam vincerà” e “ Prima il popolo del Sabato poi il popolo della Domenica” furono scritti sulle pareti, e le bandiere dell’OLP adornavano le croci?

Perché Hanania non dice che dopo la guerra del 1948, le comunità cristiane soffrono di più di quando  erano sotto “occupazione israeliana”, dal momento in cui i rifugiati musulmani sono stati cinicamente costretti dalla leadership araba a insediarsi in mezzo a loro?

Perché Hanania non confessa che Ramallah prima della guerra del ’48 aveva il 90% di cittadini cristiani, mentre Betlemme era cristiana per l’80%, ma che nel 1967 già più della metà degli abitanti di Betlemme era musulmana, mentre oggi Ramallah è una grande città musulmana?

Perché Hanania non scrive che in un processo di “libanizzazione”, Arafat ha cambiato la demografia di Betlemme portandovi migliaia di musulmani provenienti dai campi profughi?

Perché Hanania non spiega che Arafat e Hamas hanno trasformato Betlemme in un rifugio sicuro per i terroristi suicidi; che i cristiani sono diventati scudi umani dell’OLP; che il proprietario dell’unica libreria cristiana della Striscia di Gaza è stato ucciso da islamisti e che le scuole cristiane e i negozi sono stati distrutti da bombe incendiarie?

Perché Hanania non ha precisato che in realtà, la più grande verità ignorata dalla stampa occidentale e dalle Chiese, è che l’”occupazione” di Israele ha contribuito a riportare la calma e la sicurezza non solo in Israele, ma anche a Betlemme?

Perché Hanania non rivela che le Chiese cattolica e ortodossa hanno chiesto alle autorità israeliane di cambiare il percorso del muro, semplicemente perché non vogliono vivere sotto l’autocrazia palestinese?

L’articolo di Hanania dimostra che gli arabi cristiani sono stati già islamizzati. Con la spinta del Vaticano e delle Chiese ortodosse, hanno scelto la guerra contro gli ebrei. Ma saranno ripagati con la propria estinzione, rischiando la stessa sorte dei loro fratelli in Libano.

Tutti ricordano le atrocità falangiste a Sabra e Shatila. Ma pochi sanno che la prima pulizia etnica durante la guerra civile avvenne in una città cristiana. Era il novembre del 1976. Terroristi palestinesi  entrati a Damour fecero saltare con la dinamite case e chiese, massacrando intere famiglie. Furono esumati i morti del cimitero cristiano e i loro scheletri vennero sparsi su tutte le macerie. Quel giorno morirono 500 cristiani.

Tuttavia, in una cosa Hanania ha ragione: l’era cristiana in Medio Oriente sta volgendo al termine. È colpa dei cristiani palestinesi come Hanania, che non hanno avuto il coraggio di denunciare la legge islamica, di combattere contro i terroristi macellai come fece la Falange in Libano, e di respingere l’antisemitismo come una malattia, un virus, un batterio. 

L’escatologia ebraica contiene molti riferimenti a un’alleanza tra Esaù (Roma, l’Occidente cristiano) e il suo patrigno Ismaele (Islam) contro il popolo ebraico. Storicamente, ha dimostrato di essere corretta. E gli ebrei non possono dimenticare 2000 anni di feroce antisemitismo cristiano.

Nel mondo islamico, gli ebrei dovettero pagare tasse razziste, indossare abiti che li distinguessero dai musulmani; fu vietato loro di costruire sinagoghe; erano tenuti per legge ad assumere un ruolo subordinato negli affari con i musulmani ed erano, per legge, cittadini di seconda classe. E fu l’“epoca d’oro”. Nel mondo cristiano, gli ebrei non potevano essere proprietari terrieri, vivevano in ghetti, occupati solo in nicchie anguste dell’economia e disprezzati come gli “assassini di Cristo”.

Ancora oggi, cristiani ed ebrei vivono entrambi all’ombra della legge islamica e del terrore; e in un mondo minacciato dalla jihad, sono partner naturali. Israele è diventato l’unico rifugio sicuro per i cristiani in Medio Oriente.

Quando il 13 ottobre del 1990, l’esercito siriano, Hezbollah e altre fazioni islamiche invasero l’enclave cristiana in Libano, solo i cristiani liberi nella cosiddetta “zona di sicurezza” sono stati in grado di sopravvivere. Il famoso “recinto buono” a Metulla divenne un simbolo di cooperazione e alleanza di sangue tra il popolo ebraico e quello cristiano in Medio Oriente.

Ora che Betlemme si trova sotto i sempre più numerosi manifesi di Arafat e le bandiere che sventolano promettono “Palestina”, speriamo che questa città in Giudea non diventi una seconda Damour.
Se la terra che appartiene agli ebrei viene gradualmente abbandonata, i cristiani saranno i prossimi. È per questo che i cristiani dovrebbero vedere Israele come la prima linea di difesa occidentale nella lotta per una sopravvivenza non-islamica e per la prosperità in tutto il mondo.

Il resto sono solo parole prive di significato.

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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