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La Stampa Rassegna Stampa
08.01.2013 Israele pronto a costruire una barriera al confine con la Siria
cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 08 gennaio 2013
Pagina: 14
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Intesa con gli Usa: barriera di 69 km sulle alture»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 08/01/2013, a pag. 14, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo "Intesa con gli Usa: barriera di 69 km sulle alture".


Maurizio Molinari    soldati israeliani al confine con la Siria

Il governo di Israele, d’intesa con l’amministrazione Obama, ha deciso di costruire sulle alture del Golan una barriera difensiva lunga 69 km e alta 4,5 metri al fine di proteggersi dal rischio di infiltrazioni e attacchi da parte di gruppi jihadisti. A darne l’annuncio è stato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, dando disposizione al ministero della Difesa di realizzare una rete di protezione strutturata in maniera identica a quella creata lungo i 230 chilometri di confine con l’Egitto: una rete metallica sorvegliata da telecamere e altri sistemi di sicurezza di ultima generazione.

Illustrando la decisione, Netanyahu ha detto: «Sappiamo che l’esercito siriano ha abbandonato le posizioni oltre il confine, dove ora si trovano gruppi armati di ribelli». Il riferimento è ad alcuni villaggi drusi da dove la scorsa estate partirono alcuni colpi di mortaio verso il territorio controllato da Israele. Moshe Yaalon, ministro israeliano per gli Affari strategici, afferma che le «bandiere verdi» dei gruppi jihadisti si vedono lì dove una volta si trovavano le postazioni siriane ed è proprio questo lo sviluppo che ha portato Gerusalemme a concordare con Washington la costruzione della barriera.

Il timore è che il Golan possa diventare, all’indomani della caduta del regime di Bashar al Assad, un nuovo fronte di attacchi jihadisti contro Israele, sul modello di quanto avvenuto nel Sinai dopo il rovesciamento di Hosni Mubarak in Egitto. Tale scenario spiega anche il recente incontro fra Netanyahu e il sovrano giordano Abdullah - di cui si è avuta notizia solo a posteriori -, accomunati dalla preoccupazione di una Siria instabile perché può trasformarsi in una piattaforma d’azione per i gruppi jihadisti sunniti con in più l’aggravante della presenza degli arsenali chimici di Assad, accumulati dagli Anni Settanta. Fonti militari israeliane hanno spiegato al Washington Post che Gerusalemme «ha fatto sapere a Damasco che le armi chimiche sono una linea rossa» e non consentirà che possano cadere nelle mani di «Hezbollah o jihadisti», assicurando che «al momento si trovano in luoghi protetti».

Israele ha strappato alla Siria il controllo delle alture del Golan nel giugno 1967, a seguito della guerra dei Sei Giorni, e le ha annesse nel 1981 con un atto non riconosciuto dalla comunità internazionale. Dalla fine del conflitto del Kippur nel 1973, la linea di armistizio è stata stabile e senza maggiori scontri armati, pur in presenza di un perdurante stato di guerra fra i due Paesi. Ripetuti tentativi di siglare un accordo di pace fra Israele e Siria, grazie alla mediazione degli Stati Uniti, sono falliti in ragione dell’importanza strategica dell’altopiano.

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