Sul CORRIERE della SERA di oggi, 06/01/2013, a pag.32, con il titolo "Sostenere Fatah per ammansire Hamas, linea morbida di Obama sulla Palestina", Massimo Gaggi riesce in poche righe a commettere diverse sbagliate valutazioni.
1 - Al Fatah non mai autorizzato manifestazioni di Hamas nei territori controllati dall'Anp, nei quali si sono svolte unicamente elezioni amministrative, alle quali hanno partecipato candidati di Hamas, riportando in molti comuni notevoli successi a scapito del partito di Abu Mazen. Anche per questo, il presidente dell'Anp non ha ancora indetto le elezioni politiche, pur essendo scaduto il suo mandato da anni.
2 - Con l'Operazione 'Colonna di Fumo' Israele non ha compiuto nessuna rappresaglia, ma una sacrosanta difesa del proprio territorio dopo anni di lanci di razzi e missili da parte di Hamas, Chiamarla 'rappresaglia' denota, quanto meno, una buona ignoranza dell'argomento trattato.
3 - Credere, come fa Gaggi, che il sostegno di Obama all'Anp la rafforzi contro Hamas, nella speranza che "consenta all'Autorità di riconquistare il controllo del territorio spingendo Hamas ad abbandonare il terrore come metodo di lotta" denota, di nuovo, in Gaggi perlomeno una poca conoscenza delle vicende palestinesi. Abu Mazen e l'Anp reggono grazie al sostegno occidentale - e persino grazie a Israele - ma la popolazione è in maggioranza a favore di Hamas, come dimostra il rifiuto di Abu Mazen a indire elezioni sul proprio territorio.
4 - La probabile nomina di Chuck Hagel da parte di Obama a Ministro della Difesa è l'ennesima dimostrazione della cecità dell'Anmministrazione Obama, che dimostra con questa nomina gli errori commessi sostenendo i Fratelli Musulmani. Hagel poi, è da sempre schierato contro Israele.
5 - Che poi " l'influenza degli Usa nell'area stia calando" , come rileva Gaggi, è una domanda che andrebbe posta all'intelligentone che abita alla Casa Bianca, ma nessuno dei nostri giornaloni avrà mai il coraggio di chiederglielo.
Ecco l 'articolo:


Obama con Chuck Hagel, ex repubblicano
Dopo anni di scontri feroci tra Al Fatah, il partito storico dei palestinesi che esprime il presidente dell'Autorità, Abu Mazen, e gli estremisti di Hamas che hanno il controllo della striscia di Gaza, da qualche tempo i due fronti hanno ripreso a dialogare. La manifestazione congiunta di venerdì a Gaza per festeggiare il 48° anniversario della fondazione di Fatah non è il primo segnale di disgelo. Dopo cinque anni di sangue e di reciproche messe al bando, già qualche settimana fa nel West Bank controllato da Fatah, l'Authority di Abbas aveva per due volte autorizzato manifestazioni di Hamas che ora ricambia con un gesto analogo.
Ma a colpire gli osservatori sono state le dimensioni dell'evento: centinaia di miglia di palestinesi riuniti nella terra controllata da un'organizzazione bollata come terrorista da Israele, dagli Usa e da molti altri governi, per festeggiare il partito di Abu Mazen che fin qui ha avuto l'appoggio compatto (anche economico) dell'Occidente.
L'Autorità si era impegnata a non dialogare coi terroristi, ma dopo la rappresaglia di novembre con la quale Israele ha reagito al lancio di razzi in profondità nel suo territorio, il clima è cambiato. Per Barack Obama, che aveva invano tentato di dissuadere Abu Mazen dall'andare fino in fondo nella battaglia all'Onu per il riconoscimento della Palestina, questo avvicinamento tra Fatah e Hamas è un ulteriore imbarazzo dopo la sconfitta al Palazzo di Vetro dove gli Usa sono rimasti pressoché isolati nel «no» al riconoscimento.
La speranza della diplomazia americana è che il rafforzamento di Abu Mazen consenta all'Autorità di riconquistare il controllo del territorio spingendo Hamas ad abbandonare il terrore come metodo di lotta. Qualche segnale c'è (Hamas ha aperto a Fatah anche perché non è riuscita a estirparla dal suo territorio in cinque anni di lotte sanguinose), ma il processo — ora affidato a una mediazione dell'Egitto di Morsi — è sempre meno controllabile dall'Occidente e dagli Usa. Obama sembra prenderne atto anche scegliendo come ministro della Difesa (l'annuncio forse domani) un ex senatore repubblicano, Chuck Hagel, che in passato ha giudicato un errore gli sforzi di isolare Hamas e gli estremisti «hezbollah» e ha criticato le pressioni della lobby ebraica a Washington. Israele diffida sempre più di Obama, ma è l'influenza Usa nell'area che sta calando.
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