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Ugo Volli
Cartoline
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Andatelo a dire a quelli che parlano di apartheid 02/01/2013

Andatelo a dire a quelli che parlano di apartheid
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, la vera identità di Hanin Zoabi                    


Hamzi Bishara, deputato alla Knesset, fuggito in seguito a un mandato di cattura per alto tradimento

Cari amici,

oggi voglio raccontarvi una notizia che dice molto sull'Israele attuale, anche se naturalmente è stata tranquillamente ignorata dai nostri giornali. La storia riguarda Hanin Zoabi , 43 anni, di Nazaret, che di mestiere fa la deputata alla Knesset. Le convinzioni della signora Zoabi sono piuttosto radicali, come direbbero eufemisticamente i nostri giornali.  Come scrive Wikipedia “Zoabi respinge l'idea di Israele come stato ebraico, che descrive come 'intrinsecamente razzista.' Ha sostenuto che questo è l'unico modo per combattere la domanda Avigdor Lieberman che i cittadini israeliani facciano un giuramento di fedeltà [allo Stato]: 'il concetto di Balad, che rifiuta l'idea dello <>, è l'unica idea che può rimuovere Lieberman dal spazio della  legittimità politica e morale ... Chi è d'accordo con l'idea dello <>, è necessariamente d'accordo con l'idea di fedeltà a questo stato. Rifiutando il concetto di <> bloccheranno la strada per chi richiede la nostra fedeltà a tale stato ". Zoabi vede alcuna differenza tra Lieberman e politici israeliani più tradizionali, dicendo che Lieberman, Tzipi Livni e Benjamin Netanyahu sono 'tutti un branco di fascisti puri e semplici'.” (http://en.wikipedia.org/wiki/Haneen_Zoabi).

Non male per un deputato, che riceve lo stipendio e un sacco di privilegi dallo stato che rifiuta... Comunque queste sono idee sue e del suo partito Balad, che viene descritto di solito come “comunista arabo”: comunista sì, ma certo più nel senso delle Brigate Rosse che di Berlinguer. Comunque Zoabi ha fatto tranquillamente la parlamentare, perché in Israele lo spazio per il dissenso è grande, fino a quando ha pensato bene di imbarcarsi sulla flottiglia per Gaza, in particolare su quella nave Mavi Marmara, che fu teatro di un agguato armato ai soldati israeliani che cercavano secondo la legge internazionale di prenderne il controllo mentre la nave si dirigeva a violare il blocco navale di Gaza. I soldati erano praticamente disarmati, furono feriti a coltellate, per salvarli intervennero degli altri militari che per calarsi dagli elicotteri dovettero sparare provocando alcuni morti fra i militanti dell'organizzazione turca IHH, vicina a Al Queida. Da questo incidente si sviluppò un conflitto fra Israele e Turchia che non si è ancora risolto. Zoabi non solo era lì, ma partecipò attivamente alla vicenda, coordinandosi con i terroristi dell'IHH. La sua fu dunque una deliberata violazione della legge che proibisce ai cittadini israeliani l'ingresso a Gaza, la partecipazione attiva a un atto di terrorismo. Come se Toni Negri, diventato a suo tempo deputato  grazie a una bizzarra decisione di marco Pannella, si fosse messo a rapinare le banche coi resti degli autonomi che aveva appoggiato sul piuano ideologico.

C'è un precedente, sempre nel partito Balad (http://en.wikipedia.org/wiki/Balad_%28political_party%29) . Nel 2007 il suo leader Azmi Bishara fu scoperto compiere azioni di spionaggio in favore di Hezbollah e della Siria (era un grande sostenitore degli Assad, fece un discorso al funerale del padre dell'attuale dittatore). Riuscì a fuggire usando in Egitto i suoi privilegi di parlamentare e attualmente vive in un emirato del Golfo.

Qualche settimana fa, dopo l'indizione di nuove elezioni, il comitato etico parlamentare che aveva già tolto a Hanin Zoabi l'immunità parlamentare, fu richiesto di dichiarare ineleggibile Zoabi, dato che c'è una legge che esclude dalla politica i partiti e i politici che intendano distruggere il carattere democratico ed ebraico dello stato o che si rendano colpevoli di gravi reati. E' la stessa legge in base alla quale fu sciolto il partito di destra del rabbino Kahane. Il comitato, nonostante il parere contrario del Procuratore Generale, votò sette a uno per l'ineleggibilità di Zoabi. Ma l'altro giorno la corte suprema, cui si può ricorrere contro ogni decisione pubblica, ha stabilito all'unanimità di annullare la delibera del comitato parlamentare. Il risultato è che Zoabi sarà candidata del suo partito alle elezioni che si terranno fra tre settimane e con ogni probabilità sarà rieletta (http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/1/2/ISRAELE-Il-caso-Zoabi-fin-dove-puo-arrivare-una-nazione-masochista-/351052/).

Io trovo personalmente che la sentenza della corte suprema sia sbagliata. Se esiste in Israele come in molti altri stati una legge che interdice dal parlamento i partiti che non accettano le leggi e l'ordinamento fondamentale dello stato, una legge in cui la democrazia si limita per difendersi, questa legge va fatta rispettare. E la deputata Zoabi senza dubio rientra nei termini di questa legge. Ma lo stato israeliano non solo è democratico, è anche estremamente garantista. Già la stessa Zoabi era stata sottratta all'azione penale per la sua partecipazione alla flottiglia da una decisione molto criticata del Procuratore Generale (che in Israele non è un giudice, ma ha rango di ministro). E ora è arrivata questa decisione della corte suprema, che assicura a una nemica giurata dello stato ebraico di Israele la pubblicità e i privilegi del parlamento. Una situazione del genere è difficilmente concepibile non solo naturalmente nei paesi arabi, dove i parlamenti sono casse di risonanza del potere, se pure ci sono e sono eletti; ma anche nei paesi occidentali. Di solito politici come Zoabi, che violano tranquillamente la legge e partecipano a bande armate senza minimamente pentirsene o cambiare posizione politica, siedono in una cella di galera, non fra i banchi del parlamento. E un partito il cui leader viene scoperto in attività di spionaggio in un paese in guerra viene sicuramente messo fuori legge.

Giusto o sbagliato che sia, Israele si comporta in altro modo, è ipergarantista, il suo establishement, di cui fanno certamente parte il procuratore generale e la corte suprema, ritiene giusto e utile lasciare agli arabi israeliani un grado di libertà nettamente maggiore di quel che accordano agli ebrei nazionalisti. Lo si è visto con lo scioglimento del movimento di Rav Kahane, lo si vede con la proibizione per gli ebrei di pregare sul Monte del Tempio per non irritare i musulmani. L'altro giorno per  essere salito sul piazzale del Monte ed essere stato visto in atteggiamento di raccoglimento, il capo della corrente di destra del Likud, Moshè Feiglin, è stato denunciato dalla polizia. Anche queste decisioni non mi piacciono affatto; ma è un dato di fatto che la politica israeliana è questa dalle prime scelte di Moshe Dayan nel '67, subito dopo la liberazione di Gerusalemme. Insomma, uno stato ipergarantista, soprattutto nei confronti della minoranza araba. Ma vaglielo a dire a quelli che discettano di apartheid e sono “preoccupati per la democrazia israeliana”.

Ugo Volli 


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