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Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.01.2013 Israele ha bisogno di nuovi giocatori
Commento di Amnon Lord

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 gennaio 2013
Pagina: 1
Autore: Amnon Lord
Titolo: «Israele ha bisogno di nuovi giocatori»

Israele ha bisogno di nuovi giocatori
Commento di Amnon Lord

(Maariv, 30 dicembre 2012, traduzione dall’ebraico di Sharon Nizza) 

I problemi che Israele si trova ad affrontare esigono  una nuova impostazione di pensiero. Personaggi del livello di Stanley Fischer saranno in grado di ribaltare la battaglia diplomatica. 


Fiamma Nirenstein         Irwin Cotler

Possiamo imparare molto sulla poca serietà di alcuni leader israeliani dalle dichiarazioni di Shelly Yachimovich secondo cui la minaccia nucleare iraniana è un capriccio personale di Netanyahu. Oppure da Uri Sagi, già capo dell’Intelligence militare, che la settimana scorsa durante un simposio al College di Netanya, ha affermato che ci siamo avvelenati il cervello con la questione iraniana. Oppure ancora da un altro ex capo dell’Intelligence militare, Amos Yadlin, che suggerisce di tornare al tavolo dei negoziati sulla base delle rinunce di Ehud Olmert, pur sapendo che ciò non comporterebbe alcun passo avanti verso la pace, solo un miglioramento della immagine di Israele nel mondo. 

Queste osservazioni scellerate testimoniano un fenomeno preoccupante: l’esaurimento dello spirito di combattimento nei candidati a posizioni istituzionali di primo piano. Tutto ciò mentre i problemi che Israele si trova ad affrontare, per esempio per quanto riguarda la delegittimazione e la battaglia politica anti-israeliana, richiedono un nuovo modo di pensare. 

Come nelle guerre per il territorio, anche in quelle che coinvolgono le nostre coscienze, i leader ai vertici dell’esecutivo hanno un ruolo chiave. La soluzione a questi problemi non è la solita endovenosa di suggerimenti stile Generale Yadlin o altra “fonte governativa di primo livello”. La soluzione è un rinnovamento rivoluzionario degli incarichi di rilievo al Ministero degli Esteri: Israele ha bisogno di trovare  nuovi giocatori. 

Non è detto che ogni leader conosca la soluzione a tutti i problemi. Ma un buon leader almeno sa capire quando si commettono degli errori. Una nuova, sorprendente nomina potrebbe catapultare un settore dalla mediocrità all’eccellenza. Si veda l’esempio di Stanley Fischer (il Governatore della Banca d’Israele ndt). Prima di essere nominato, si levarono molte proteste sul suo nome, sostenendo che la sua nomina trasmetteva un messaggio negativo perché Israele cercava i suoi massimi esperti economici all’estero. 

Se Netanyahu vincesse le prossime elezioni – e per ora non è affatto sicuro, data la campagna elettorale dei suoi oppositori a destra e a sinistra – dovrebbe considerare nuove nomine stile Stanley Fischer anche al Ministero degli Esteri. Israele ha bisogno che almeno due cariche siano ricoperte da personalità del rango di Fischer. 

In passato ho sostenuto che bisognava convincere la parlamentare italiana Fiamma Nirenstein ad assumere l’incarico di Ambasciatrice d’Israele alle Nazioni Unite. Fiamma saprebbe bene come muoversi nei vari forum dell’ONU per far concentrare l’attenzione delle telecamere sulle sue battaglie. Ron Prosor è ottimo a livello tecnico, ma funziona solo con la stampa israeliana. 

Fiamma ora sarà libera da impegni parlamentari italiani, perché il governo si è dimesso e l’Italia va verso elezioni anticipate. Bisogna quindi riprovarci. So che quest’idea le è nota e che è pronta a prenderla in seria considerazione. 

L’altra personalità che viene in mente quando si pensa alla lotta contro la propaganda anti-israeliana messa in atto dalle istituzioni internazionali è il Prof. Irwin Cotler. C’è da supporre che in molti storceranno il naso all’idea che qualcuno che ha servito da Ministro della Giustizia in un governo straniero - quello Canadese nel caso di Cotler – riceva un incarico governativo in Israele. Ma sono tempi duri e questa guerra appartiene a tutto il popolo ebraico. 

Il Prof. Cotler è uno dei più grandi combattenti per i diritti umani, ha combattuto in prima fila per gli ebrei sovietici negli anni ’70-’80. Dovrebbe ottenere un incarico ministeriale nel servizio esteri. Considerata la situazione politica che si è creata con l’inchiesta su Lieberman, potrebbe davvero essere la persona giusta. I Palestinesi, con l’aiuto dei media locali e internazionali, disseminano molta disinformazione anche nell’ambito del diritto internazionale. 

Oggi è chiaro a tutti che Stanley Fisher è l’arma segreta di Israele. Altri due o tre statisti del suo livello cambierebbero le carte in tavola nella battaglia diplomatica. Israele non ha bisogno dei tecnocrati prodotti dal Ministero degli Esteri, che si prostrano davanti all’Europa e si chiedono quando finalmente Israele imparerà a comportarsi come la Finlandia. L’Europa invece sta affondando, si sta suicidando. Non ha nessun portavoce di talento.

Amnon Lord


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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