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L'articolo di Vittorio Messori 28/12/2012

Gentilissima Redazione,

grazie di cuore per la pubblicazione dell'articolo di Messori "L'emergenza ignorata dei cristiani perseguitati".

I dati numerici complessivi (105.000 cristiani uccisi nel solo anno 2012 , 200 milioni perseguitati o discriminati) sono agghiaccianti e, lo confesso, mi hanno colta di sorpresa, nonostante segua con una certa costanza le segnalazioni di varie agenzie sulla situazione dei cristiani nel mondo.

Per quanto concerne il riferimento a S. Stefano, da quello che intendo dall'articolo stesso, esso è dovuto al fatto che il sociologo Introvigne ha diffuso i suddetti dati in un'intervista rilasciata appunto in occasione della festa di tale Santo, che cade il 26 dicembre.

Da cattolica, immagino che la scelta di questa specifica data per un'intervista su tale argomento sia dovuta al fatto che, come ricorda Messori, S. Stefano è il primo martire cristiano, ossia il primo credente in Cristo che proprio per la sua fede in Lui è stato messo a morte.

Per chi volesse maggiori dettagli, rimando ai capitoli 6-7 degli Atti degli Apostoli (facilmente consultabili anche sul sito della Santa Sede vatican.va), che (in estrema sintesi) narrano che Stefano fu trascinato innanzi al Sinedrio da "alcuni della sinagoga detta dei Liberti"  con l'accusa di parlare contro il Tempio e la Legge e, invitato a chiarire la sua posizione, affermò di contemplare "il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio", suscitando lo sdegno dei presenti, i quali lo trascinarono fuori delle mura di Gerusalemme e lo lapidarono (il testo non menziona alcuna deliberazione o sentenza del Sinedrio e sembra descrivere un improvviso tumulto su basi di disputa religiosa: per l'Autore è chiaro che ciò che interessa è che Stefano testimonia la sua fede in Cristo e muore perdonando e affidandosi a Dio a imitazione di Gesù).

Il riferimento a S. Stefano e al suo martirio (certo succinto nell'articolo di Messori, che probabilmente confidava nel fatto che si trattasse di un fatto abbastanza noto alla generalità del pubblico italiano) non mi sembra, quindi, né gratuito, né "deviante dalla tesi" dell'articolo di Messori.

La 'tesi' dell'articolo, e di Introvigne, infatti, è che i cristiani costituiscono il gruppo religioso più perseguitato a livello mondiale.

E non dai soli musulmani (i quali fanno, sin dal VII secolo, la loro terribile parte, ben documentata sul Vostro sito, cui non saprei che cosa aggiungere), ma anche da Stati comunisti come la Corea del Nord (dove i cristiani sono stati praticamente spazzati via e non si sa nemmeno quanti ce ne siano oggi) e la Cina, dagli induisti in vari Stati dell'India (come l'Orissa) e da governi o gruppi nazionalisti o del più vario genere in Asia (ai Paesi menzionati nell'articolo potrei aggiungere il Laos e non so se sia finalmente cessata la persecuzione in Vietnam) e in Africa .

Non mi sembra, dunque,  improprio che Introvigne abbia scelto il giorno della festa del primo martire cristiano per ricordare i martiri di oggi e che Messori ne abbia fatto menzione, in un'epoca in cui il termine 'martire' (in greco antico, 'testimone' di Cristo fino a preferire la morte da altri inflitta al rinnegarlo) è stato sequestrato dai fondamentalisti islamici per designare i terroristi (suicidi o no) e in cui troppe persone, in Occidente, non riescono nemmeno a pensare ai cristiani se non come persecutori (specialmente di musulmani).

Con i più cordiali saluti e auguri di un felice anno nuovo,

Annalisa Ferramosca

Gentile lettrice, lei prende come oro colato quanto è successo a Stefano, come se fosse scritto in una cronaca dall'inviato del Corriere della Sera.
Ma se anche fosse andata cme lei riferisce, e cioè che sia stato ucciso, citare quel fatto mentre si sta riferendo sui cristiani uccisi per la loro fede, ci pare alquanto maliziosio, per non dire di più. Forse non da parte di Messori, sicuramente da parte di Introvigne. Sul quale soprassediamo.Sul fatto che lei dà per scontato che i cattolici italiani abbiano letto i vangeli, saremmo pronti a scommettere il contrario. Faccia una pova per la bontà della sua successiva affermazione, chieda in giro per verificare quanti sanno che 'martire'vuol dire 'testimone', e si renderà conto che non bisogna mai dare nulla per scontato.
Ricambiamo gli auguri e la ringraziamo per l'attenzione con la quale ci segue,
IC redazione


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