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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Giornale Rassegna Stampa
28.12.2012 Germania: rifiuta la conversione all'islam, gli tagliano la lingua
Scontro di civiltà? Nooooooo!

Testata: Il Giornale
Data: 28 dicembre 2012
Pagina: 15
Autore: Diana Alfieri
Titolo: «'Non mi converto all’islam'. E loro gli tagliano la lingua»

Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 28/12/2012, a pag. 15, l'articolo di Diana Alfieri dal titolo "«Non mi converto all’islam». E loro gli tagliano la lingua ".

Ha rifiutato di convertirsi al­l’Islam, il giorno di Natale e per questo gli hanno tagliato la lin­gua. L’orrore del fanatismo reli­gioso, il corto circuito di un’inte­grazione che non c’è. É succes­so a uno studente indiano a Bonn, in Germania, vittima di un gruppo di estremisti islami­ci. Gli aggressori hanno prima chiesto alla vittima di che reli­gione fosse, e poi davanti al suo rifiuto di convertirsi all’Islam, sono passati all’azione,metten­do in pratica ciò che pochi mi­nuti prima avevano solo minac­ciato di fare. La polizia non ha diffuso le generalità dello stu­dente, che è stato soccorso da un passante. Ricoverato in ospedale, è stato dimesso il gio­r­no dopo.
Anche se può considerarsi soltanto un episodio non è sem­pre facile in Germania la convi­venza tra tedeschi e comunità musulmana. É ancora fresca la polemica su Thilo Sarrazin, ex ministro delle Finanze e mem­bro del consiglio direttivo della Bundesbank, che nel suo libro « Deutschland schafft sich ab» («La Germania si distrugge da sola») aveva scritto scatenando un putiferio che gli immigrati islamici «sono diversi, ignoran­ti, bloccano la Germania», e, so­prattutto, che a differenza di tut­ti gli altri immigrati «non si inte­grano ». E poi: hanno ottenuto dal welfare tedesco più di quan­to abbiano dato, sono poco istruiti e, riproducendosi in ma­niera superiore alla media, con­tribuiscono all’impoverimen­to intellettuale della Germania.
Poi ci furono le proteste, le ris­se, le manifestazioni per la pro­iezione pubblica, poi vietata, del film anti-islamico «Inno­cence of Muslims», iniziativa lanciata da un piccolo movi­mento di estremisti ultra-con­servatori. Toccò alla cancellie­ra tedesca Angela Merkel am­morbidire la situazione per evi­tare
tensioni e violenze. Disse: «Ci sono buoni argomenti lega­li per un divieto» e poi «la liber­tà d'espressione conosce an­che dei limiti». Frase che scate­nò altre discussione ma che non impedì alla cancelliera di ri­badire pochi giorni dopo che «l' islam è parte integrante della Germania» e che non bisogna confondere i musulmani tede­schi con gli islamisti pronti alla violenza: «Si deve fare grandis­sima attenzione a non mettere tutti in un gruppo».
Di certo nel mondo occiden­tale gli episodi di violenza con­tro chi non si piega ai dettami
del corano si stanno moltipli­cando. In Francia un uomo è stato condannato a sei mesi di prigione, per avere aggredito un'ostetrica ed avere rotto la porta di un blocco operatorio per rimettere il velo alla moglie che stava per partorire, mentre un ristoratore è stato aggredito per essersi rifiutato di chiudere per il Ramadan. Episodi, ma an­che fenomeni. Donne rapite e costrette a sposarsi con un estraneo. Oppure stuprate, tor­turate, se non addirittura bru­talmente uccise dai loro stessi familiari. Più di 17mila le don­ne che in Gran Bretagna subi­scono violenze di ogni tipo per una questione d’onore legate ai principi religiosi. E c’è l’Italia da Rachida Radi, uccisa nel reg­giano a martellate perché si sta­va convertendo al cattolicesi­mo, a Hina Saleem a Brescia e Sanaa Dafani a Pordenone, per­chè volevano vivere come un’occidentale. L’ultima fron­tiera del vivere civile.

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