Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Vitaliano Bacchi scrive a Ugo Volli 27/12/2012

Caro professore,

ho letto il Suo dotto articolo del 25 dicembre e mi è piaciuto molto, lo condivido. Ho sempre notato una fastidiosa tendenza a sfruttare il culto cristiano della grotta e della natività come un archetipo di cultura palestinese, un quadretto conferente in senso ostile ad Israele, infatti contrapposto con malizia alla miseria della famiglia di Cristo con l'opulenza di Erode, del Sinedrio e dei trafficanti del tempio. Lei ha fatto bene e smagare questa mistificazione che dura da tempo e che, in presepi meridionali maestosi e popolarisismi come quello di Fuorigrotta, ebbero anche addizioni francamente pesanti e di cattivo gusto come la vestizione di uno degli offerenti con la kefiah e la puntuale presentazione dei magi con aspetto inequivocamente levantino e arabo. La storia interessa poco questi mistificatori per i quali il presepio è un'altra ed ennesima occasione per sputare su Israele, il loro affare quotidiano. Nè valgono i saggi di autori come Calimani, Leo Baeck, Buber, Scholem che hanno dimostrato scientificamente l'iscrizione di Jesus nazareno fra i patrioti del Tempio, partigiani della autonomia politica di Israele dalla occupazione fascista romana, che lottarono e morirono per questa resistenza, come tanti nostri ragazzi sono morti da partigiani per sparare sui nazisti, come il fratello di mio padre, Loris Bacchi, medaglia al valore della resistenza, comandante partigiano di compagnia armata, il partigiano "Israel" arrestato a Parma nel febbraio del 1945 dai tedeschi col ricatto dell'arresto del padre, iscritto nelle liste per Auschwitz: "se Tuo figlio non si consegna, Tu resti qui" disse l'obersturmfuhrer SS che dirigeva le operazioni di rastrellamento a Parma, incapace di arrestare un comandante introvabile. E Loris Bacchi si consegno' pur che il padre potesse tornare a casa dove aveva altri figli da far campare. Quindi, se si vuol fare storia e farla seriamente il modo non è mettere la kefiah in testa alle statuine del presepio che adorano il salvatore, ma trovare il modo di mettere nel paesaggio i soldati di Roma che cercavano i partigiani di Israele, fra i quali Gesù, che si opponevano alla occupazione e ciò per metterli a morte con il supplizio tipico della lex romana secondo il rito di esecuzione giudiziaria riservato agli israeliti sovversivi nelle province occupate, non ai palestinesi: la crocifissione.
Buone feste, professor Volli.

Vitaliano Bacchi


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui