Quale futuro per il popolo ebraico ?
Commento di Giulio Meotti
(Traduzione di Yehudit Weisz)
http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12593
Giulio Meotti
Il patto con Dio garantisce la sopravvivenza del suo popolo e Hanukkah è un buon momento per ricordarlo. Ma osservando gli eventi mondiali non posso fare a meno di temere il futuro.
Quando un kapò nuova versione come Kenneth Roth, direttore di Human Rights Watch, si rifiuta di etichettare come “genocidio” la volontà dell’ Iran di distruggere Israele, rappresenta gli ebrei israeliani come esseri subumani, augura l’espulsione degli ebrei israeliani dal Medio Oriente e nega la Shoah per facilitarne una prossima ventura, ho paura per il futuro del popolo ebraico.
Quando l’ elenco di questi ignobili detrattori di ebrei, di questo popolo martirizzato, diventa ogni giorno più lungo, ho grandi timori per il futuro del popolo ebraico.
Quando quella stessa fabbrica IG Farben, che è diventata un impero economico grazie anche alla produzione dello Zyklon B per le camere a gas, ha ora sede a Teheran, ho grande paura per il futuro del popolo ebraico.
Quando nel Giorno del ricordo della Shoah, le nazioni europee, che allora avevano assistito con indifferenza alla metodica distruzione di un popolo indifeso, si rivolgono ora a Israele per onorare la memoria di sei milioni di persone, quando però non fanno nulla per impedire la condanna a morte di altri sei milioni , ho grandi timori per il futuro del popolo ebraico.
Quando i professori israeliani che vorrebbero mandare gli ebrei ai “ treni della pace”, come li definì Hillel Weiss, commemorano la Nakba araba, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando gli intellettuali ebrei più influenti degli Stati Uniti abbandonano e demonizzano un moderno eroe ebreo come Jonathan Pollard, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando la diplomazia europea funziona come un meccanismo di riciclaggio di denaro dell’ odio arabo e adotta la politica ufficiale secondo cui le democrazie possono sacrificare il piccolo Israele per placare l’islamismo, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando nei sindacati occidentali, l’ebreo è di nuovo considerato l’istigatore di ogni tipo di disordine sociale, come al tempo del “Das Kapital” di Karl Marx, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando alla sola vista di una crema per il corpo della marca“Ahava” i radical chic della sinistra vanno fuori di testa, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando la Croce Rossa Internazionale, Medici Senza Frontiere e l’Organizzazione mondiale della Sanità delle Nazioni Unite accusano Israele di essere un aguzzino,quando è di moda indossare un camice bianco e accusare lo Stato ebraico di “crimini contro l’umanità”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando Associated Press, Time, BBC, The New York Times, The Guardian e CNN si adoperano per distruggere la reputazione dell’esercito israeliano e sui principali quotidiani svedesi si scrive che i soldati israeliani uccidono giovani palestinesi per far commercio dei loro organi, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando gli ebrei sono accusati di rapire bambini cristiani e musulmani prima di Pasqua per ucciderli e usare il loro sangue per fare le azzime, di distribuire gomme da masticare e caramelle drogate, di avvelenare le risorse idriche degli arabi, e il “mondo civilizzato” non si rende seriamente conto di questa valanga di menzogne e complotti, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando Thomas Friedman, che ha così grande influenza sul modo con cui gli americani conoscono Israele, dalla sua casa nei boschi del Maryland, chiama gli ebrei che vivono in Giudea e Samaria “un cancro per il popolo ebraico”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando in Europa i libri israeliani sono banditi dalle biblioteche pubbliche, interrompendo la trasmissione della cultura israeliana di generazione in generazione, come Papa Gregorio IX fece nel 1239 quando diede il Talmud alle fiamme, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando Amnesty International, che sostiene di essere la “coscienza del mondo”, accusa Israele di essere uno Stato di apartheid e i suoi funzionari etichettano Israele “stato feccia”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando le principali chiese cristiane rafforzano la demonologia teologica che aveva fomentato i pogrom e le camere a gas, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando per la prima volta, le quattro cifre dell’anno 1967, sono diventate la formula politica degli Stati Uniti per considerarle come i ”confini di Auschwitz”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando il mondo accademico occidentale è avvelenato da un oceano di denaro unto e insanguinato che alimenta coloro che incitano a sommosse anti-ebraiche, che promuovono disinvestimenti da Israele e diffondono accuse del sangue sotto le mentite spoglie di “giornalismo obiettivo”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando i giocatori di tennis israeliani sono autorizzati a giocare solo a porte chiuse in uno stadio svedese e quando gruppi di danza israeliani vengono insultati dai manifestanti al grido di ”Juden Raus” ad Hannover, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando al traditore Mordechai Vanunu in Europa è stata conferita la medaglia che porta il nome di Carl von Ossietzky, il giornalista tedesco morto in carcere durante il regime nazista, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando una miriade di giornalisti ebrei e personalità europee si erge a difendere Günter Grass, il premio Nobel che ha pubblicato un libello di diffamazione anti-Israele, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando la presenza dei prodotti israeliani nei supermercati europei è dolorosamente analoga alla situazione che prevaleva negli anni ’30 nei confronti dei negozianti ebrei, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando l’opinione pubblica occidentale pensa “se solo gli ebrei potessero tornare ad essere vittime”, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando i movimenti “pacifisti”sono dalla parte delle milizie terroristiche che credono di avere il diritto, anzi il dovere, di usare le popolazioni civili per condurre la loro guerra santa contro gli ebrei, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando “pace” per l’Unione Europea significa creare una nuova agenzia per rifugiati atta a trasferire i sopravvissuti israeliani a Cracovia, Varsavia, Budapest, Parigi e Roma, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando il Vaticano, che aveva chiesto agli ebrei di andare al macello come pecore, ora considera gli israeliani colpevoli di prendere le armi per non essere mai più macellati di nuovo come pecore, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando gli arabi uccidono altri arabi e questo rimane solo un argomento di scarso interesse su scala planetaria, mentre quando ebrei uccidono arabi per legittima difesa diventa un fatto da condannare, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando vedo il sangue ebraico trattato sui giornali di tutto il mondo, come se fosse di un colore diverso da quello arabo, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando tra le èlites europee, il solo pronunciare il nome “Israele” rende incapaci di ragionare e dicendo solo quel nome scatena spesso una reazione devastante che brucia tutto al suo passaggio, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico .
Quando vedo i miei scandalosi musicisti italiani del famoso Teatro alla Scala di Milano, diretti da quel cinico ebreo di nome Daniel Barenboim, andare a suonare per l’Hamastan di Gaza, mentre a pochi chilometri di distanza ci sono bambini israeliani che non scendono più dal letto per il terrore dei razzi iraniani, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Quando la peggiore di tutte le persecuzioni antiebraiche, quella di Adolf Hitler, aveva quasi segnato la fine della storia europea, e noi ora assistiamo a un ritorno dello stesso ciclo di nichilismo e distruzione, ho grandi paure per il futuro del popolo ebraico.
Tutti i popoli che furono vinti, esiliati e annientati come gli ebrei, sono scomparsi da tempo. Solo gli ebrei hanno sfidato la regola. Due volte. Ma succederà di nuovo? Ho grandi timori per il futuro del popolo ebraico. Perché, com’è successo l’ultima volta, se la parte ebraica delle nostre radici, insieme a Israele, sarà di nuovo distrutta, allora lo saremo anche noi .
Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.