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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.12.2012 Il tradimento dell’Italia
Commento di Menachem Gantz

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 dicembre 2012
Pagina: 1
Autore: Menachem Gantz
Titolo: «Il tradimento dell’Italia»

Il  tradimento dell’Italia
Commento di Menachem Gantz

(Traduzione di Yair Morgenstern) 

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4320934,00.html


Menachem Gantz, corrispondente da Roma di Yediot Haaronot


Abu Mazen con Benedetto XVI e con Mario Monti

non che non ci fossero dei precedenti...

Mahmoud Abbas, il presidente  dello stato-osservatore, è arrivato a Roma domenica per incontrare i rappresentanti del governo italiano. Una visita per esprimere la sua gratitudine per una decisione che ha cambiato i principi degli accordi di Oslo, per sostenere la politica unilaterale palestinese.  La sua visita nella città eterna rappresenta l’atto finale della vergognosa commedia recitata dal Premier Mario Monti.

Sono stati 138 i paesi  che hanno votato sì alla Palestina quale Stato osservatore all’Onu, ma Abbas non è andato a visitarli uno per uno per dire grazie, è invece venuto a Roma, sorpreso dalla decisione italiana,  per trarne il massimo vantaggio. Non c’è dubbio che la scelta di votare sì all’ingresso della Palestina quale stato osservatore non-membro sia stata una inaspettata sorpresa.  Ma non è stato il voto di per sé contro Israele a sorprendere, quanto il modo con il quale l’Italia ha cambiato la sua politica. I paesi amici non sono sempre obbligati ad essere d’accordo su tutto, ma l’obbligo di un comportamento decente dovrebbe essere mantenuto.

Nelle settimane precedenti il voto, il Ministro degli Esteri Giulio Terzi aveva informato la sua controparte israeliana- l’allora Ministro Avigdor Lieberman- che l’Italia si sarebbe astenuta. Come ladri nella notte, qualche ora prima del voto, l’Italia ha cambiato parere. Terzi, che durante la sua visita in Israele lo scorso settembre aveva dichiarato che si sarebbe opposto alla richiesta  unilaterale  palestinese, perché “ avrebbe polarizzato il dibattito”, si è reso conto che la sua opinione non aveva alcun peso sulla politica estera italiana. Il Premier Monti aveva preso nelle sue mani la decisione e aveva cancellato in un solo giorno un intero decennio , caratterizzato  invece da una politica estera equilibrata sia verso Israele  che verso il mondo arabo, nello spirito che aveva voluto il suo predecessore Silvio Berlusconi.

Terzi si è così reso conto di essere il ministro che contava di meno  nel governo, persino se avesse dato le dimissioni non sarebbe servito a nulla, visto che Monti ha annunciato una settimana più tardi  che avrebbe dato le dimissioni  a causa delle crisi della coalizione.

La decisione di Monti, appoggiata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha una spiegazione nella politica interna italiana.  Monti era appena stato in vista nel Qatar, proprio alla vigilia del voto Onu, e poiché  l’Italia ha bisogno del sostegno economico del mondo arabo,  vista la crisi nella quale si trova, questo può avere avuto la sua influenza e averlo spinto a cambiare la scelta del voto, al punto che è stato giudicato dagli amici italiani di Israele come un “tradimento”, il bisogno di Monti di prendere le distanze da Berlusconi, un grande amico di Israele, e quindi un avvicinamento alle posizioni di Pier Luigi Bersani, leader del partito democratico di sinistra, che i sondaggi danno in testa, in grado quindi di determinare il futuro politico dello steso Monti nella prossime elezioni in febbraio.  Fonti ufficiali del governo hanno smentito con forza che il cambiamento della politica  sia stato voluto per danneggiare Israele. Il motivo, dicono, era invece sostenere Abbas, dopo l’operazione “colonna di fumo” a Gaza, per contrastare la crescente influenza di Hamas in Cisgiordania, quindi un atto favorevole a Israele  e un modo per promuovere il dialogo fra le parti.  Il governo italiano, mentre  ha ignorato l’intervento pieno di odio di Abbas all’Onu, ha espresso critiche contro il governo di Netanyahu per avere riacceso il conflitto con i palestinesi.

Abbas è venuto a Roma perché ritiene, questa è anche l’opinione di molti ebrei italiani, che questo sostegno ai palestinesi segni un punto di svolta. L’Italia può anche guardare indietro di 30 anni,  al tempo in cui l’Olp aveva Roma come base operativa, e infatti gli ebrei del Ghetto collegano il duo cattolico-socialista Monti-Bersani ad un altro duo, del tutto simile negli anni’80, Giulio Andreotti e Bettino Craxi. Allora, come oggi, i due avevano giocato la carta “Israele e gli ebrei”, per criticarli durante un periodo caratterizzato da crisi economica.

Grazie anche  ai legami di amicizia con Israele, l’Italia  ha migliorato le sue relazioni  per quanto riguarda gli scenari internazionali. L’Italia rappresenta Israele nella Nato, soldati italiani pattugliano il valico di Rafah con il  Libano, così come vi sono  rapporti comuni con gli Stati Uniti. Tutto questo sarà sottoposto a nuove valutazioni dopo le elezioni  in Israele e in Italia.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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