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Ugo Volli
Cartoline
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Il budino e l'antisemitismo 17/12/2012

Il budino e l'antisemitismo
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli


Abu Mazen e la sua idea di negoziato

Cari amici,

lasciatemi tornare ancora sul voto dell'Assemblea Generale dell'Onu che ha riconosciuto l'Autorità Palestinese come "stato osservatore non membro". Gli ottimisti a oltranza -o gli ipocriti- dicevano che quel voto era il modo di rilanciare le trattative fra Israele e Anp, mentre noi dicevamo tutto il contrario, che esso avrebbe incoraggiato la renitenza di Mahmpoud Abbas, oltre che ledere gli accordi di Oslo e scoraggiare per questo motivo Israele: voi fareste volentieri un prestito a qualcuno che ha appena rifiutato di pagare i suoi, facendo bancarotta? E dunque, fareste un trattato con qualcuno che ha appena ignorato deliberatamente un trattato per quelli che riteneva i suoi interessi? Così ha fatto l'Anp, dato che gli accordi di Oslo proibivano esplicitamente ogni ricorso a organizzazioni internazionali per stabilire lo stato palestinese, e lo riservava al negoziato fra le parti.

Adesso però abbiamo qual che Friedrich Engels (sì, il socio di Marx, per molti versi deplorevole, ma in questo lucidissimo) chiamava la prova del budino: la qualità di un dolce si verifica non in teoria, ma mangiandolo. Bene, ci siamo mangiati il voto dell'Onu. Avete visto delle trattative? No. Dei passi preparatori da parte palestinese, delle aperture negoziali? No, tutto il contrario. Il primo ministro dell'Anp ha lanciato ieri il boicottaggio totale dei prodotti israeliani da parte dei suoi amministrati: un segnale politico ben preciso, anche se sul piano pratico vuol dire poco, perché lo "stato" dell'Anp vive soprattutto di prodotti israeliani (http://www.swissinfo.ch/eng/news/international/Palestinian_PM_Fayyad_hits_back_at_Israel_with_boycott_call.html?cid=34231726). E il capo negoziatore Erekat (del tutto disoccupato, dato che l'Anp rifiuta le trattative con Israele dal 2009) ha appena avvertito gli Usa, con qualche durezza di tono, di non permettersi di imporre sanzioni all'Anp per aver violato gli accordi andando all'Onu. Insomma, la prova del budino sul voto dell'Onu dice quel che era perfettamente prevedibile a priori, cioè nessuna apertura negoziale e accresciuta arroganza.

E' vero che si potrebbe pensare che i palestinesi attendano le elezioni israeliane per discutere col nuovo governo; ma tutte le previsioni assicurano che Netanyahu sarà ancora premier e la maggioranza sarà la stessa, sicché si tratterebbe di un calcolo insensato. E già che ci siamo, sapete che alcuni eccentrici giornalisti hanno trovato una nuova causa, naturalmente israeliana, per il rifiuto dei palestinesi di aprire i negoziati di pace. Sapete di chi è la colpa per Friedman del New York Times, Segev dell'estrema sinistra israeliana, Wilson del Washington Post? (http://www.washingtonpost.com/world/middle_east/some-in-israel-see-acquiescence-in-iron-dome-missile-defense-system/2012/12/08/5dc857f4-3d67-11e2-bca3-aadc9b7e29c5_story.html) ? Ma di Iron Dome, la cupola di ferro che protegge le città israeliane dagli attacchi missilistici delle organizzazioni terroriste. Le protegge ed evita danni e morti civili e questo è bene, ammettono i giornalisti di buona volontà; ma li protegge troppo, rendendo gli israeliani  sicuri e quindi scoraggiandoli dal fare sacrifici per la pace... si può sostenere una tesi più ipocrita e assurda? Bisognerebbe allora togliere i giubbotti antiproiettile ai poliziotti, anzi togliere la polizia del tutto dalle nostre città, e in questa maniera saremmo più sensibili alle ragioni dei ladri e magari li abbracceremmo e condivideremmo con loro il nostro pane, provocando un'era di pace senza furti... Ma si può?

Tornando al voto dell'Onu, vale la pena di leggere l'intervista dell'ambasciatore ceco al Jerusalem Post (http://www.jpost.com/DiplomacyAndPolitics/Article.aspx?id=295915). L'allora ministro degli esteri Lieberman aveva fatto un paragone con Israele per spiegare il fatto che la piccola Cechia era stata una delle pochissime nazioni in Europa a respingere il ricatto arabo: "Tutte le espressioni e le promesse di impegno per la sicurezza di Israele da tutto il mondo mi ricordano impegni similari affidati alla Cecoslovacchia [nel 1938], e la pressione fatta sul presidente ceco per  cedere i Sudeti alla Germania", Lieberman ha detto. "Dopo tutte le promesse e le garanzie che le erano stati forniti, la Germania nazista occupò tutta la Cecoslovacchia, mettendo fine alla sua esistenza." L'ambasciatore dice che naturalmente il paragone non può essere perfetto, come tutte le analogie storiche, ma il problema è proprio quello, la tendenza degli stati europei a fare sacrifici sulla pelle altrui per comprare la propria tranquillità, fino all'ultimo momento, come accadde negli anni Trenta con Hitler e sta accadendo oggi con l'islamismo.

E a proposito di Europa e di "appeasement" con l'islamismo, c'è un dettaglio che i giornali italiani non hanno riportato, ma che vale la pena di conoscere. Qualche giorno fa il consiglio dei ministri europei ha emesso una rarissima condanna di un'azione palestinese. Si trattava  del discorso del leader di Hamas, Meshaal, in cui proclamava che non un centimetro di terra fra il fiume e il mare era negoziabile, che lo scopo era ricacciare gli ebrei in mare (il che naturalmente significa ammazzarli) e il solo mezzo era la guerra (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=295084). Sono temi consueti dell'ideologia di Hamas, si trovano anche nel suo statuto, vengono continuamente ripetuti, e del resto anche i concorrenti "moderati" di Al Fatah sono d'accordo (http://www.sawtbeirut.com/breaking/136093). La cosa aveva colpito però per l'occasione solenne del discorso ufficiale in occasione dei venticinque anni dell'organizzazione, per il fatto che Meshaal si era fatto accreditare di recente una fama di moderato, perché veniva di seguito al voto dell'Onu. Dunque l'Unione Europea aveva deciso di esprimere dissenso, anche per dare l'impressione di un certo equilibrio, dopo l'aspra condanna riservata in quei giorni ai progetti edilizi del governo israeliano. Del resto è ovvio che un'organizzazione  il cui progetto politico è la strage e la distruzione attraverso la guerra di uno stato membro dell'Onu non può che suscitare condanna in chi dice di essere per la pace, anche se l'Unione Europea si è sempre rifiutata di includere Hezbollah, che ha posizioini analoghe, nella propria lista dei terroristi.

Bene, il comunicato è stato fatto, ma in termini molto blandi e superando l'opposizione di quattro stati, che non volevano si pronunciasse neppure un educato dissenso rispetto allo stragismo di Hamas. Sapete quali sono questi stati? Eccoli: Irlanda, Portogallo, Danimarca, Finlandia (http://www.timesofisrael.com/four-eu-states-reportedly-tried-to-foil-condemnation-of-mashaal-hate-speech/). Sarà un caso che di recente sono stati emessi degli avvisi per invitare cittadini e turisti a non portare simboli ebraici proprio in Danimarca (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/163092#.UM7ep3eyl-w) e in Finlandia (http://vladtepesblog.com/?p=55818), che l'Irlanda sia considerata lo stato europeo più ostile agli ebrei (http://anneinpt.wordpress.com/2011/06/27/antisemitism-and-antizionism-in-modern-ireland/, http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4149059,00.html)? Un'altra prova "del budino" che l'appoggio alla "lotta del popolo palestinese" e l'antisemitismo sono strettamente intrecciati non solo nelle mentalità, ma anche al livello dell'azione politica.

Ugo Volli


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