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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.12.2012 Il giorno in cui Abu Mazen arriverà all’Aja
Commento di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 dicembre 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Il giorno in cui Abu Mazen arriverà all’Aja»

Il giorno in cui Abu Mazen arriverà all’Aja
Commento di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/12506 


Giulio Meotti            Abu Mazen

Il giorno in cui gli arabi palestinesi arriveranno all’ Aja, Israele potrebbe vedere compromesso il diritto di difendersi da attacchi genocidi, e, infine, potrebbe vedere minacciata la sua stessa esistenza.

Due settimane fa, lo Shin Bet, il servizio d’intelligence interno, inividuò la macchina di Ahmed Jaabari, il  capo militare di Hamas a Gaza. I funzionari dello Shin Bet avvertirono il capo di stato maggiore, Benny Gantz, e il primo ministro Benjamin Netanyahu. C’erano pochi secondi a disposizione per eliminare Jaabari. Il capo dell’aviazione, Amir Eshel, diede l’ordine con queste parole: “Uccidete il bastardo”.

Diversi anni fa, l’Autorità Palestinese aveva cercato di presentare  ricorsi penali presso la Corte Penale Internazionale dell’Aia contro funzionari israeliani, ma il procuratore Luis Moreno-Ocampo aveva detto che la “Palestina” non era ancora uno Stato, e che solo gli Stati possono presentare dei riciorsi.

Dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avrà riconosciuto ufficialmente la Palestina come Stato non membro, l’Anp cercherà di ripresentare i suoi ricorsi. Quindi, se i palestinesi potranno adire la Corte Penale Internazionale - istituita alla fine degli anni  ‘90 come ultima risorsa per punire omicidi e torture di massa - Amir Eshel e altri generali israeliani potranno essere perseguiti per “crimini di guerra”e “crimini contro l’umanità”.

Tutti i maggiori capi di Hamas - Ahmed Yassin , Saleh Shehada, Abd al Aziz al Rantisi e, infine, Ahmed Jaabari - sono stati eliminati da Israele durante  operazioni extragiudiziali. Negli ultimi dieci anni, Israele ha effettuato 234 uccisioni mirate in cui sono stati eliminati 387 palestinesi. La Corte Penale Internazionale ritiene tali uccisioni illegali.

È per questo che l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, nel 2002 aveva promulgato  l’American Service Members Protection Act, noto anche come “Legge di intromissione dell’Aja”,  con lo scopo di tutelare le truppe americane dalla Corte. In caso contrario, gli avvocati del Dipartimento di Giustizia, come John Yoo, che aveva autorizzato il “waterboarding” (la tortura dell’acqua) ai membri di Al Qaeda, nonché gli agenti della CIA come Josè Rodriguez, incaricati di applicare queste tecniche, avrebbero potuto essere processati all’Aja.

Ecco cosa potrebbe accadere quando i palestinesi potranno presentare ricorsi  alla Corte:  il generale Doron Almog era in arrivo a Londra con un volo della El Al, ma l’ambasciata israeliana lo ha avvertito che c’era un mandato di arresto emesso da un magistrato britannico. Almog non scese neppure dall’aereo e tornò a Tel Aviv.

Il giudice spagnolo Fernando Andreu ha cercato di rinviare a giudizio l’ex ministro della Difesa israeliano, Benjamin Ben-Eliezer e sei ufficiali militari con l’accusa di aver pianificato l’assassinio del capo di Hamas, Salah Shehade,  responsabile dell’assassinio di centinaia d’israeliani in attentati suicidi nei primi anni del 2000 .

Nel dicembre del 2007 il Ministro Avi Dichter aveva rifiutato di partecipare a una conferenza in Gran Bretagna per evitare il rischio di essere arrestato. Un anno prima, Moshe Yaalon“Bougee” , già Membro della Knesset e Comandante in Capo dell’IDF, aveva rischiato di essere imprigionato in Nuova Zelanda.

Questa competenza giurisdizionale era stata incoraggiata in Gran Bretagna per ottenere nel 1998 la possibilità di arrestare l’ex dittatore cileno Augusto Pinochet.

Se gli arabi palestinesi arriveranno all’Aja, chiederanno di perseguire Israele per la tecnica usata negli interrogatori. Durante la preparazione di un omicidio mirato, Israele può applicare  “pressione fisica” durante gli interrogatori dei terroristi, ma oggi in un modo molto più selettivo rispetto al passato.

Nel 1987, in Israele una commissione guidata dal giudice Moshe Landau, che aveva presieduto il processo ad Adolf Eichmann, affrontò il problema di questi interrogatori. Il casus belli era stato il dirottamento di un autobus carico di civili, due membri del commando terroristico finirono nelle mani dello Shin Bet, ma ne uscirono morti.

Landau aveva promulgato una risoluzione: se l’interrogatorio può evitare degli attacchi terroristici, e quindi salvare vite innocenti , allora una  “pressione fisica” è consentita (come lo scuotimento violento, il “tiltul”).  Amnesty International  in seguito aveva accusato Israele di essere “l’unico paese al mondo ad aver ufficialmente legalizzato la tortura”, ignorando, ovviamente, tutti quei paesi che non portano questi problemi in tribunale e dove la tortura è praticata come routine su chiunque agisca contro il sistema sociale.

Tra le misure adottate per esercitare una pressione psicologica nei confronti dei capi terroristi di Hamas in carcere, c’è la rasatura della barba (anche l’Autorità Palestinese ha usato questo metodo). Sentendosi umiliati,  i capi del gruppo terroristico si vergognano di apparire in pubblico senza la barba. Mahmoud Zahar, un capo di Hamas a Gaza, ne è un esempio.

Una volta che potranno adire la Corte dell’Aja,  i palestinesi potranno chiedere di perseguire gli israeliani coinvolti in uno qualsiasi di questi metodi.

Nel 1999, la Suprema Corte di Israele ha vietato la pratica della “pressione fisica”. Da allora, l’uso d’intensificare le tecniche d’ interrogatorio è diventato più raro, e il Procuratore Generale non ha più aperto un’indagine.

Poiché queste tecniche funzionano e salvano le vite dei civili innocenti, sono state applicate anche ai terroristi di Hamas. Questo tipo d’interrogatori funzionano a tal punto che persino l’ex leader militare di Hamas, Saleh Shehada (poi ucciso da un missile), aveva collaborato con le autorità israeliane, mentre era in carcere.

Se gli arabi palestinesi diventeranno membri delle Nazioni Unite, altre azioni israeliane saranno incluse nella sezione crimini di guerra, come quelle contro Avi Dichter: “omicidio intenzionale, tortura, trattamento inumano: causa intenzionale di  grandi sofferenze o gravi lesioni all’integrità fisica o alla salute, ampia distruzione e appropriazione di beni, non giustificate da necessità militari e compiute illegalmente e arbitrariamente”.

Se gli arabi palestinesi potranno adire la Corte dell’Aja, anche le imprese straniere come la Elbit, che stanno costruendo la barriera di sicurezza per Israele, potranno essere colpite da sanzioni. Qualsiasi attività commerciale legata ad aziende israeliane, situate oltre la Linea Verde, sarà boicottata in tutto il mondo, anche con mezzi legali.

La risposta negativa d’Israele nei confronti della funzione della Corte si è presentata sin dalla sua costituzione.

Durante la Convenzione delle Nazioni Unite che ha redatto la Costituzione, un gruppo di paesi islamici guidati dall’ Egitto hanno insistito per inserire le costruzioni israeliane in Giudea, Samaria e Gaza nella lista dei crimini di guerra. Inoltre, la Convenzione ha rifiutato di classificare il terrorismo come un crimine internazionale.

La distorsione del diritto internazionale contro Israele da parte della Corte è stata anche chiara nell’inclusione, come un crimine di guerra, di quanto segue: “ il trasferimento, direttamente o indirettamente, da parte della potenza occupante, di parte della propria popolazione civile nel territorio che occupa” . L’inclusione di questo reato, sotto la pressione degli stati arabi, e l’aggiunta della frase “direttamente o indirettamente”, aveva lo scopo di smantellare le città israeliane in Giudea e Samaria.

Il concetto di rimozione di tutti gli ebrei da una determinata regione, che riporta alla tragedia che aveva colpito il popolo ebraico nella seconda guerra mondiale, è diventato accettabile per il diritto e per la scena mondiale quando viene applicato alla terra di Israele e ai suoi ebrei.

Il giorno in cui gli arabi palestinesi potranno ricorrere alla Corte dell’Aja, Israele potrebbe vedere compromesso il diritto di difendersi dagli attacchi  genocidi, verrà descritto come violatore dei diritti umani e gli sarà negato il diritto di vivere nella sua terra storica. E alla fine, sarà in gioco lo stesso semplice diritto di esistere .

Nel maggio del 1940, i tedeschi avevano costituito all’Aja il centro amministrativo dei Paesei Bassi dei paesi sotto occupazione.  Molti ebrei si suicidarono. Circa l’80% dei 10.000 ebrei dell’Aja furono deportati. La maggior parte vennero assassinati.

Settant’anni dopo, oggi, nello stesso elegante palazzo della Corte alla periferia dell’Aja, l’ebreo israeliano viene  legalmente e benevolmente condannato a morte .

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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