Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 14/12/2012, a pag. 21, l'articolo di Vanna Vannuccini dal titolo "Egitto, la scommessa di Morsi: nuova Costituzione e stabilità".
Il risultato del referendum è scontato in un Egitto dove i Fratelli Musulmani la fanno da padroni.
L'obiettivo dei laici era quello di impedire il referendum, ma non ne avevano la forza.
Solo il Manifesto, un giornale capace di ascoltare solo il suono della parola 'rivoluzione' (non importa chi la fa: comunisti, nazisti, islamisti), poteva scoprire oggi che il referendum è la fine di qualunque speranza laica.
Sulla stessa linea del quotidiano comunista, il pezzo di Vannuccini su Repubblica di oggi, eccolo:
IL CAIRO - Domani si vota. Il presidente Morsi è andato avanti per la sua strada. A furia di decreti e di bluff è arrivato a due passi dall´obbiettivo: la nuova Costituzione. In ultima battuta ha decretato perfino che il referendum si terrà in due rate, per ovviare alla mancanza di giudici che devono supervisionare i seggi ma rifiutano di farlo ritenendo il voto incostituzionale. Sabato voteranno le grandi città e il sabato successivo il resto del paese, ha deciso il presidente. Né le manifestazioni, né le contestazioni dei giudici, né le dichiarazioni del capo della più prestigiosa autorità teologica sunnita, il gran imam El Tayeb, nemmeno i jet dell´aviazione che hanno sorvolato il Cairo l´hanno fermato. Dopo esser riuscito con finti o parziali cedimenti a spiazzare l´opposizione ha avuto la meglio anche sulle Forze Armate, che mercoledì hanno ritirato il loro invito al "dialogo nazionale". Proprio mentre l´opposizione si era finalmente decisa a dire che vi avrebbe partecipato, i militari hanno rimandato il dialogo sine die. La settimana scorsa avevano parlato di "catastrofe" dentro cui l´Egitto minaccia di scivolare. Ieri il capo di Stato Maggiore el Sissi ha concordato con il presidente il dispiegamento di 120.000 soldati e 6.000 blindati per garantire la sicurezza intorno ai seggi.
Gli obbiettivi di Morsi sono quelli della Fratellanza musulmana. Questo è chiaro a tutti. Quando incontra Badia, il presidente dei Fratelli musulmani, è Morsi che gli bacia la mano, non viceversa, dice la gente. Ma Morsi sembra sicuro di poterla convincere a votare sì. La parola d´ordine è stabilità. Solo la Costituzione garantisce la stabilità che può rimettere in moto l´economia e solo i Fratelli Musulmani possono assicurarla, viene martellato nelle moschee. La gente sa che i Fratelli musulmani non sono quello che sembrano, sa che hanno milizie armate, ma teme anche che l´opposizione - sempre un po´ sparpagliata e con un leader, El Baradei, incapace di avere un orecchio per la gente - non sappia riportare l´ordine e la sicurezza. Nei 23 mesi dalla rivoluzione la disoccupazione è salita alle stelle, i prezzi anche, il turismo è paralizzato. Davanti alle piramidi di Giza, una lunga fila di carrozzelle cammelli aspettano invano qualche turista. Dobbiamo dimostrare che è proprio la Fratellanza che ha portato instabilità, mi dice lo scrittore Salmawy. Forse i giovani manifestanti saranno capaci di farlo.
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