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Informazione Corretta Rassegna Stampa
14.12.2012 E’ tempo per un processo di Norimberga per Hamas e i pifferai della morte
Analisi di Giulio Meotti

Testata: Informazione Corretta
Data: 14 dicembre 2012
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «E’ tempo per un processo di Norimberga per Hamas e i pifferai della morte»

E’ tempo per un processo di Norimberga per Hamas e i pifferai della morte
Analisi di Giulio Meotti

(Traduzione di Yehudit Weisz)

http://frontpagemag.com/2012/giulio-meotti/time-for-a-nuremberg-trial-for-hamas-and-the-pipers-of-death/ 


Giulio Meotti                

Negli anni ‘70, l’esperto di diritto Yoram Dinstein aveva sostenuto che secondo la definizione delle Nazioni Unite, il terrorismo e l’incitamento contro gli israeliani erano alla base di un prossimo genocidio.  Per questo motivo Israele, con l’aiuto di poche democrazie occidentali, dovrebbe prendere l’iniziativa di un processo sul tipo di Norimberga contro i leader del terrorismo palestinese, per accusarli d’incitamento e volontà  genocida. In nome del principio assoluto “nullum crimen sine poena”, “nessun crimine senza pena”, si devono perseguire i terroristi palestinesi, siano essi persone fisiche che giuridiche. Sono “hostes humani generis”, “nemici del genere umano”.

L’iniziativa sarebbe una potente accusa per il fallimento della Corte Penale Internazionale dell’Aia, che avrebbe dovuto perseguire questi leader criminali per tentato genocidio. Invece i regimi islamici di tutto il mondo sono riusciti a modificare lo statuto della Corte per eliminare il terrorismo come reato e, allo stesso tempo,  definire gli  ebrei di Giudea e Samaria  “criminali di guerra”.

Se Israele non ha il diritto di difendersi dagli attacchi di genocidio e gli ebrei non hanno il diritto di vivere nella loro terra storica, allora Israele non ha alcun diritto di esistere.

L’Autorità Palestinese aveva cercato di intentare processi  penali contro singoli soldati e leader israeliani, ma il procuratore Luis Moreno-Ocampo aveva detto che la Palestina non era ancora uno Stato, e che solo gli Stati possono promuovere queste azioni giudiziarie. Dopo che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro, ora l’Autorità Palestinese cercherà di ripresentare questi ricorsi.

I religiosi arabi, che descrivono gli ebrei come esseri sub-umani con espressioni come “maiale”, “cancro”, “sporcizia”, ​​“microbi” e “parassiti”, dovrebbero essere messi sotto processo per aver fomentato un violento antisemitismo come negli anni ‘30. Un esempio di questo incitamento religioso è la fatwa del guru dei Fratelli Musulmani, Yusuf al-Qaradawi, che autorizza l’uccisione dei feti ebrei, giustificandolo sulla motivazione  che gli ebrei, una volta cresciuti, avrebbero fatto parte dell’esercito israeliano.  L’Europa, purtroppo, sta scarcerando questi religiosi, come Abu Qatada, che è stato recentemente rilasciato nel Regno Unito.

Il costo di un giubbotto suicida è di soli 150 dollari per i gruppi terroristi palestinesi. Ma ha bisogno di “software” per funzionare. Questo è il ruolo dei religiosi, che hanno messo in moto i robot della morte. E’come il pifferaio e i topi nella famosa fiaba di Hamelin dei Fratelli Grimm.

Lo stesso succede con i mezzi di informazione arabi, che diffondono odio contro gli ebrei, come i Protocolli dei Savi di Sion, o carte geografiche dove Israele non compare. Il diritto occidentale dovrebbe giudicare colpevole questa propaganda, come il criminale di guerra nazista Julius Streicher, che aveva pubblicato il giornale antisemita Der Stuermer,  condannato poi dal Tribunale Militare Internazionale di Norimberga. Un altro esempio è il processo in cui i giornalisti ruandesi erano stati accusati dal Tribunale Penale Internazionale per aver incitato gli Hutu a compiere un genocidio contro i Tutsi. Così l’Europa dovrebbe bloccare l’accesso a questi siti web che diffondono odio e sottolineare le responsabilità dei giornalisti che vi collaborano.

La base giuridica per una campagna di questo genere è la “Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio”, ratificata il 12 gennaio 1951. I tribunali internazionali hanno stabilito che i discorsi che incitano all’odio verso un popolo, fondati sulla discriminazione, costituiscono crimini contro l’umanità di cui all’articolo 7 dello Statuto di Roma.

Nel 2004, tre intellettuali arabi, Jawad Hashim, Shakir al-Nabulsi e Lafif Lakhdar, avevano inviato una richiesta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sollecitando l’istituzione di un tribunale internazionale per processare l’incitamento islamico contro gli ebrei, i musulmani “apostati” ed i cristiani. Grazie ai canali satellitari, la TV Al-Aqsa di Hamas è in grado di trasmettere l’ incitamento  all’odio contro gli ebrei in tutta Europa,attraverso una costante propaganda fra gli immigrati musulmani. Israele deve chiedere all’Europa di togliere la spina questa fonte di terrore, che ogni giorno ripete lo stesso odioso messaggio: “ Gli infedeli ebrei sono meno che umani, ucciderli è un atto meritorio”,  parole portano all’omicidio di massa.

Israele e i suoi alleati occidentali devono lanciare, con l’assistenza di avvocati,  una campagna per accusare di istigazione i leader delle ONG, , giornalisti e scrittori, per testimoniare le infinite litanie di paranoia e perversione genocida. Queste persone, denunciando le accuse contro gli ebrei, rischiano di perdere il lavoro e spesso anche la loro vita, per questo Israele dovrebbe sostenerli. Hamas e altri leader istigatori,  devono essere messi su una “ lista nera” da parte dei paesi occidentali, che impedisca i loro movimenti come “persone indesiderate” (a Qaradawi è già vietato l’ingresso nel Regno Unito e negli Stati Uniti).

Gruppi di persone coraggiose, come quelle di UN Watch, sono in grado di sostenere questa battaglia nei forum globali. Nel 2009, una campagna simile aveva impedito  a Farouk Hosni, il ministro egiziano che aveva detto che “avrebbe bruciato i libri israeliani lui stesso, se li avesse trovati nelle biblioteche egiziane”, di dirigere l’Unesco. Inoltre, i gruppi che si occupano di diritti umani dovrebbero  essere tenuti informati con le cifre fornite da Israele, che in genere vengono tenute nascoste:  17.000 feriti in attacchi terroristici;  2.000 civili uccisi;  15.000 razzi lanciati su città israeliane del sud; e che circa il 40% degli israeliani feriti rimarrà con disabilità permanenti . Eroici israeliani sopravvissuti agli attentati  vogliono solo raccontare la loro storia. Io sono in grado di fornire un elenco di questi combattenti mutilati, che dovrebbero essere invitati a parlare davanti ai giudici perché sono i sopravvissuti al genocidio che oggi si sta perpetrando. Nelle università europee, ci sono ancora accademici coraggiosi che potrebbero denunciare i loro colleghi che nelle lezioni  inneggiano ad Hamas. Dobbiamo chiedere all’Europa di diffidarli.

Questa è una battaglia storica che Israele può vincere con il sostegno degli occidentali che hanno ancora a cuore le sorti della loro civiltà. Ai fascisti spagnoli che dicevano: “Viva la muerte!”, i repubblicani rispondevano: “No pasaràn”. Dobbiamo offrire la stessa risposta ai nostri contemporanei cultori di morte.

No pasarán !  non passeranno !

Giulio Meotti è l'autore di " Non smetteremo di danzare " (Lindau Ed.) pubblicato in inglese con il titolo " A New Shoah", scrive per Yediot Aharonot, Wall Street Journal, Arutz Sheva, FrontPage Mag,The Jerusalem Post, Il Foglio. E' in preparazione il suo nuovo libro su Israele e Vaticano.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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