Human Rights Watch minimizza l'antisemitismo della teocrazia iraniana commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 13 dicembre 2012 Pagina: 3 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Human Rights Watch ancora nei guai: E’ connivente sull’Iran»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 13/12/2012, a pag. 3, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo "Human Rights Watch ancora nei guai: E’ connivente sull’Iran".
Giulio Meotti
Mahmoud Ahmadinejad
Roma. A spifferare tutto è stato David Feith del Wall Street Journal, che ha pubblicato le e-mail interne di Human Rights Watch in un articolo dal titolo “Dancing around genocide”. Il capo della celebre organizzazione per la difesa dei diritti umani con base a New York si rifiuta di definire “genocida” l’appello del regime iraniano per la distruzione dello stato ebraico (per il quale numerosi personaggi, fra cui Elie Wiesel, chiedono l’arresto di Mahmoud Ahmadinejad). Feith è venuto in possesso di e-mail interne di Human Rights Watch, facendo luce sullo scontro interno ai vertici dell’organizzazione circa il suo capo, Kenneth Roth, e al fatto che questi non abbia mai preso sul serio gli appelli iraniani per la cancellazione di Israele. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il vicepresidente della ong, Sid Sheinberg, ha scritto: “Non muovere un dito mentre l’Iran accampa giustificazioni per uccidere tutti gli ebrei e annientare Israele è una posizione indegna della nostra grande organizzazione”. Secondo il giornale, il direttore esecutivo Roth avrebbe commentato: “Molte dichiarazioni dell’Iran sono sicuramente deplorevoli, ma non costituiscono istigazione al genocidio. Nessuno ha agito sulla base di esse”. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad ha più volte dichiarato che “Israele deve essere spazzato via dalla carta geografica”, mentre l’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani ha esplicitamente prospettato l’ipotesi di lanciare missili nucleari su Tel Aviv. Interpellato dal Wall Street Journal, Roth ha confermato di essere convinto che l’Iran non istiga al genocidio contro lo stato ebraico e che anzi la pressione a etichettare come “genocidi” gli appelli di Teheran per la distruzione di Israele “fa parte del tentativo di far rullare tamburi di guerra contro l’Iran”. Gerald Steinberg, presidente di Ngo Monitor, ha detto che “siamo di fronte a un esempio lampante dell’indifferenza di Roth rispetto alle minacce di genocidio e alle violazioni dei diritti umani quando ne è vittima Israele. Roth, che controlla Human Rights Watch dal 1996, si è sempre dimostrato ossessivo nell’attaccare lo stato ebraico, e le persone che ha scelto di mettere alla guida della sezione medio oriente e nord Africa di Human Rights Watch sono affette dallo stesso radicato pregiudizio. Quando Gheddafi inveiva contro i sionisti, Human Rights Watch abbracciava il suo regime come ‘riformatore dei diritti umani’. Il silenzio di Human Rights Watch di fronte alle minacce genocide dell’Iran non fa che confermare la totale mancanza di principi morali di quell’organizzazione”. Steinberg aggiunge che “George Soros, che oggi garantisce il grosso del budget di Human Rights Watch dopo che molti donatori si sono ritirati, condivide la responsabilità di permettere che si tenga un tale comportamento immorale sotto la facciata della difesa dei diritti umani”. La credibilità dell’organizzazione, sempre più ricca e influente grazie alle donazioni del filantropo americano di origine ungherese, era già stata intaccata quando si era scoperta la “cena di benvenuto” a cui la portavoce della ong, Sarah Leah Whitson, aveva preso parte a Riad per incassare donazioni saudite al fine di bilanciare “i gruppi di pressione pro israeliani attivi negli Stati Uniti”, come ha detto la stessa Whitson. Il settimanale americano New Republic ha parlato di una “guerra civile di Human Rights Watch contro Israele”. A denunciare l’organizzazione è stato infine lo stesso fondatore, un ultraliberal come Robert Bernstein, che fondò la ong quando era presidente della casa editrice Random House. Oggi Bernstein accusa la sua stessa creatura di “aiutare quelli che vogliono trasformare Israele in uno stato paria”.
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