Aveva visto giusto Walter Laqueur nel suo libro (2008) 'Gli ultimi giorni dell'Europa' Eurabia avanza. A Londra gli immigrati diventano maggioranza
Testata: La Stampa Data: 13 dicembre 2012 Pagina: 17 Autore: Alessandra Rizzo Titolo: «A Londra i 'bianchi inglesi' diventano una minoranza»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 13/12/2012, a pag. 17, l'articolo di Alessandra Rizzo dal titolo "A Londra i 'bianchi inglesi' diventano una minoranza".
Il soldato Jatendarpal Bhullar, primo al quale viene concesso di sostituire il tradizionale copricapo della guardia britannica con il turbante dei Sikh. La regola vale per tutti ? Ecco un altro sintomo del multiculturalismo dilagante in Europa. Nell'articolo si denuncia quello che è diventato un dato di fatto: la popolazione autoctona londinese è composta in maggioranza da immigrati. E' Eurabia che avanza, i numeri parlano chiaro.
Le notizie, per ora, vengono diffuse dai giornali a spizzichi e bocconi (meglio del silenzio di prima). Per chi volesse saperne di più, invitiamo a leggere 'Gli ultimi giorni dell'Europa' di Walter Laqueur (ed. Marsilio) del 2008. Nel suo libro è chiaro il destino dell'Occidente. (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=44193). Ecco il pezzo:
Un soldato Sikh con in testa un turbante al posto del tradizionale copricapo Bearskin alto e nero, al cambio della guardia a Buckingham Palace: è questa l’immagine simbolo del paese emerso dal censimento 2011. I nuovi dati su Inghilterra e Galles mostrano un paese più multietnico e integrato rispetto a 10 anni fa, dove il numero di residenti nati all’estero è aumentato di 3 milioni e nella cui capitale, Londra, i bianchi di origine britannica sono diventati minoranza, passando dal 58% del 2001 al 45% attuale.Non sorprende, dunque, che Jatendarpal Bhullar, soldato delle Guardie Scozzesi, sia stato visto da molti come il protagonista di un cambio della guardia anche simbolico. Altri Sikh prima di lui hanno partecipato alla tradizionale parata di fronte al palazzo della regina, ma nessuno finora aveva tenuto il turbante. «Sono molto orgoglioso», ha detto il venticinquenne soldato. «Essere il primo Sikh a montare la guardia in turbante è la cosa più bella della mia vita, soprattutto come membro delle Guardie Scozzesi. Il reggimento è ricco di storia, così come la mia religione», ha aggiunto Bhullar, uno dei 423.000 Sikh rilevati dal censimento.L’immigrazione non è certamente un fenomeno nuovo nella storia della Gran Bretagna, e Londra da tempo si considera una delle capitali più cosmopolite del mondo. Ma ciò che ha colpito gli osservatori è la rapidità del cambiamento in atto e le sue dimensioni, nonché le implicazioni sulla percezione che il paese ha di sé, della propria identità culturale e della propria «way of life».Oggi 7 milioni e mezzo di stranieri vivono nel Paese, il 13 per cento della popolazione di 56,1 milioni. La Polonia, oggi membro dell’Unione Europea, è emerso come uno dei principali paesi di origine degli immigrati, insieme a India e Pakistan. Basta passeggiare per le vie di Londra per toccare con mano questi cambiamenti: dalle impalcature dei palazzi che coprono la capitale si sente parlare polacco, appunto, non più l’inglese dei vecchi operai irlandesi.Il numero di quanti si dichiarano cristiani è sceso di circa 4 milioni e 13 punti percentuali. I musulmani sono saliti da 1 milione e mezzo a 2,7 milioni, ma il dato più sorprendente è nel numero di quanti si dicono non appartenenti a nessuna religione: il 25% della popolazione rispetto al 15% precedente.«Un’immigrazione dalle proporzioni rivelate dal censimento non è una ricetta per l’integrazione, ma per una spaccatura della società. Rappresenta la fine di un modo di vivere condiviso», ha detto lo scrittore e studioso conservatore Douglas Murray.Altri commentatori hanno salutato i dati come un segno di rinnovamento e di speranza in un paese alle prese con una grave crisi economica. Molti hanno guardato alla squadra olimpica che si è raccolta intorno ai suoi atleti simbolo Mo Farah, plurimedagliato di origine somala, e Jessica Ennis, la ragazza copertina nata da padre giamaicano e madre inglese e oggi simbolo di una crescente integrazione inter-razziale rilevata dal censimento.
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