Il commento di Astrit Sukni
Astrit Sukni
La settimana appena trascorsa ha visto come notizia centrale la politica estera italiana, il suo voltafaccia a Israele. Il governo tecnico ha agito anche qui tecnicamente: salvare le sorti dell'economia italiana con l'aiuto dei petrodollari tradendo il migliore alleato in Medio Oriente, Israele. Ha agito senza consultare le Camere, 100 deputati del PDL hanno protestato contro la decisione della Farnesina ma ormai il danno è stato fatto e tocca incassare il colpo. L'ennesimo colpo inferto dall'Italia ai suoi cittadini ebrei. Prima fu re Vittorio Emanuele III con la firma delle leggi razziali promulgate da Mussolini, poi Aldo Moro con il cosidetto Lodo Moro, che diede via libera al terrorismo palestinese sul suolo italiano, colpire ebrei e israeliani si poteva fare, ma senza toccare obiettivi italiani. Adesso il presidente Monti con il voto 'Sì' a favore della costituzione dello stato palestinese con lo status di 'osservatore'. Come riposta Israele ha fatto sapere che costruirà 4600 abitazioni nelle aree contese tra Gerusalemme Est e Giudea, cosa leggittima in quanto non vìola il diritto internazionale e in quanto Gerusalemme è l'indivisibile e unica capitale dello Stato d'Israele.
La macchina razzista e deleggittimatoria dell'ONU si è subito messa al sevizio di arabi e palestinesi: ferma condanna nei confronti di Israele per le nuove costruzioni; richiesta a Israele di aprire alle ispezioni dell'AIEA e la firma sul trattato di non proliferazione (TNP). Allo stesso tempo dall'UE sono partite le ferme condanne con il richiamo degli ambasciatori israeliani presso gli Stati membri per chiedere a Israele di fermare le construzioni.
Mentre l'ONU spreca il suo tempo condannando lo Stato ebraico, la Siria continua a spargere il sangue dei propri cittadini senza subire nessuna condanna da parte dell'ONU e della UE. Con il rischio che nei prossimi giorni vengano usate le armi chimiche; su questo Israele non transige, colpirà i depositi non appena la situazione peggiorerà senza aspettare i tentennamenti di Obama o quelli di Lady Ashton.
Il problema di Israele, come ha detto il premier Netanyahu non sono i palestinesi in quanto il 'regalo' fattogli dall'ONU non cambia la situazione sul terreno. Le minacce che Israele deve affrontare a breve tempo sono: le armi chimiche in Siria, l'atomica iraniana e gli eventuali sviluppi in Egitto che ormai è diventato uno Paese dittatoriale.
Israele e il suo popolo non sono assolutamente paragonabili, su nessun piano, né morale e né politico, ai comportamenti degli stati islamici. Mentre in Israele e nella diaspora si festeggia Hanukah, la festa delle luci, a Gaza si festeggia l'anniversario del terrorismo di Hamas e si incitano i palestinesi ad ammazzare gli ebrei, cioè si festeggia la morte e il martirio.
Israele ama la vita e i palestinesi amano la morte. Non potrebbe esserci differenza più grande.