Il voltafaccia italiano all'Onu contro Israele e ieri Terzi ha convocato l'Ambasciatore Naor Gilon alla Farnesina
Testata: Libero Data: 06 dicembre 2012 Pagina: 16 Autore: Marco Gorra Titolo: «Processato il governo Monti per il voltafaccia su Israele»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 06/12/2012, a pag. 16, l'articolo di Marco Gorra dal titolo " Processato il governo Monti per il voltafaccia su Israele".
Naor Gilon Giulio Terzi con Mario Monti
La categoria delle azioni questionabili che il governo italiano compie «perché ce lo chiede l’Europa» compie un decisivo salto di qualità, uscendo dagli angusti confini della politica economica ed entrando in quelli della politica estera. Ieri infatti il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore israeliano Naor Gilon onde farlo ricevere dal segretario generale Michele Valensise. Costui ha successivamente significato al diplomatico israeliano «la forte preoccupazione e la contrarietà dell’Italia per le conseguenze negative sul processo di pace delle decisioni del governo israeliano in materia di insediamenti e di interruzione del pagamento degli introiti doganali all’Autorità Palestinese». La convocazione dell’ambasciatore dello Stato ebraico,come detto, è figlia dell’Unione Europea, che ha mandato un invito per i prossimi giorni a Bruxelles al rappresentante diplomatico dello Stato ebraico. A scatenare la reazione comunitaria sono state le decisioni (segnatamente l’annuncio della costruzione di 3mila nuove case per coloni a Gerusalemme est ed in Cisgiordania) prese da Israele dopo il voto dell’Onu che ha garantito alla Palestina lo status di osservatore. Analoghe iniziative diplomatiche, infatti, sono state prese dagli altri Stati membri dell’Ue (Germania, Spagna e Gran Bretagna hanno fatto da apripista protestando coi rispettivi ambasciatori israeliani già lunedì). Un’iniziativa, quella dell’Unione europea, che ha contribuito a rendere ancor meno distesa la situazione con Israele. Al termine dell’incontro di ieri, l’ambasciatore Gilon si è detto «deluso» dall’azione unilaterale dei palestinesi e dal «sostegno dato a questa iniziativa dalla comunità internazionale, compresi alcuni Paesi europei ». Non che siano alle viste strappi diplomatici. Gilon ha tenuto a mettere in chiaro che «i rapporti tra Israele e Italia erano e restano eccellenti» e che durante l’incontro alla Farnesina «abbiamo avuto un aperto scambio di opinioni come si fa tra amici». Che il governo di Mario Monti, schierandosi tanto apertamente dalla parte dei palestinesi, abbia perso gran parte del credito che aveva presso la comunità ebraica italiana ed internazionale è tuttavia un dato di fatto. Per l’esecutivo, però, il fronte interno rischia di farsi più problematicodi quello estero. Al centrodestra il modo in cui il governo ha deciso di prendere in manieracosì netta le parti dei palestinesi non è andato giù. Se si doveva prendere una posizione che ribalta la politica estera italiana in Medio Oriente, un passaggio parlamentare sarebbe stato doveroso. E invece i tecnici hanno preferito fare da sé e mettere i partiti della maggioranza di fronte al fatto compiuto. Il modus operandi del governo è stato criticato in Senato da Pdl, Lega e Radicali. Il ministro Terzi, sostengono, aveva preannunciato l’astensione all’Onu da parte dell’Italia, salvo spostarsi poi su una posizione favorevole senza informarne il parlamento. A prendere le parti del governo a quel punto ci prova il Pd, sostenendo la scelta dell’esecutivo essere arrivata «dopo avere discusso a lungo». Sfortunatamente per il Pd, il senatore Carlo Giovanardi ha l’archi - vio a portata di mano. E l’archivio dice che «da quello che risulta dal resoconto stenografico dell'audizione del 20 novembre del ministro Terzi alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, il governo non solo ha scavalcato il Parlamento, ma lo ha anche ingannato ». «In quella occasione», spiega l’ex ministro pidiellino, «il ministro Terzi disse che era necessario che “l’Unione Europea questa volta faccia di tutto per esprimere una posizione unitaria. Se così non fosse, inevitabilmente, si cadrebbe in una tripartizione degli schieramenti di voto, dando prova di una dichiarata impotenza e irrilevanza nel processo di pace” ». Non solo: «Sempre in quella audizione il responsabile della Farnesina aveva parlato della necessità di “un tentativo di mediazione verso una posizione di compromesso” sottolineando che c'era “una preminente tendenza di andareverso l’astensione, purché si ottenga l’unitarietà di voto da parte dell’Unione”». Conclusione: «Come si vede», accusa Giovanardi, «il voto favorevole non era stato preso in considerazione neppure come ipotesi».
Per inviare la propria opinione a Libero, cliccare sull'e-mail sottostante