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Informazione Corretta Rassegna Stampa
06.12.2012 La doppiezza di Susan Rice all’ONU contro Israele
commento di Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 06 dicembre 2012
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «La doppiezza di Susan Rice all’ONU contro Israele»

La doppiezza  di Susan Rice all’ONU contro Israele
di Piera Prister


Piera Prister      Susan Rice                     Jeane Kirkpatrick

Susan Rice e’ l’attuale ambasciatrice americana all’ONU che probabilmente prendera’ il posto della dimissionaria Hillary Clinton come Segretaria di Stato.
In questi quattro anni Susan Rice come ambasciatrice all’ONU si e’ distinta per assenteismo e per -laisser faire-  lasciar fare ai rappresentanti  dei peggiori regimi repressivi della liberta’ dei popoli e delle liberta’ individuali che incitano all’odio contro Israele e al suo incenerimento, regimi forcaioli che lapidano e linciano, che propagandano ai loro studenti la lettura dei Protocolli dei savi di Sion di zarista memoria e di Mein Kampft di Hitler, senza alcuna obiezione da parte sua. Susan Rice non ha fatto nulla per prevenire il recente riconoscimento della Palestina all’ONU, non c’e’ stata da parte sua, una preventiva minaccia di taglio ai finanziamenti e alle sovvenzioni ad Abu Mazen,  cosi’ come fece in una situazione identica James Baker, chief of staff  nominato da Reagan e poi Segretario di Stato sotto George HW Bush, quando per essere piu’ efficace, senza mezzi termini minaccio’ l’OLP di Arafat prima che presentasse la sua richiesta al Palazzo di Vetro.  Ne’ si e’ ispirata a Jeane Kirkpatrick, segretaria di Stato ai tempi di Reagan, che fu una sincera amica di Israele e la piu’ accesa sostenitrice del diritto alla liberta’ di parola nei paesi totalitari, come l’URSS.   
Susan Rice non ha mai patrocinato la liberazione di un dissidente o di un gay chiuso nelle carceri di Cuba o nel famigerato carcere di Evin a Teheran. Ne’ tanto meno la liberazione dei dissidenti in Russia o la difesa del diritto alla liberta’ di parola  nel regime di Putin, quando la polizia russa ha malmenato  e arrestato  recentemente Garry Gasparov. When Putin’s Thugs came for me . http://online.wsj.com/article/SB10000872396390444375104577595811340186308.html . Jeane Kirkpatrick invece negli anni ‘80 difese strenuamente Israele quando fu minacciata d’espulsione. Lavoro’ in Congresso per una risoluzione in base  alla quale gli Stati Uniti avrebbero bloccato tutti i fondi e aiuti ai paesi promotori e fiancheggiatori di tale minaccia, se fossero andati avanti nei loro mali propositi, anzi aggiunse che gli stessi Stati Uniti come reazione, si sarebbero ritirati dall’ONU.  Inoltre abbraccio’ la causa dei dissidenti in URSS che marcivano nei gulag, chiamandoli all’ONU uno per uno per nome, perche’ fossero liberati. Quando ando’ in URSS durante la glasnost dove le idee per le quali battagliava venivano scritte sui muri  nel sangue, Andrej Sakharov emozionato le prese entrambe le mani e le disse: “ Your name is Known in every cell of the gulag”. Il suo nome e’ noto in ogni cella del gulag.

Invece Susan Rice in questi giorni viene inquisita anche dal Congresso a Washington per aver insistito nel sostenere  anche nei salotti dei Sunday Shows che l’attacco al consolato americano di Bengasi, avvenuto l’11 settembre 2012 da parte dei terroristi di Al Qaeda fosse spontaneo e dovuto ad un video anti-Maometto, anche dopo che l’evidenza delle prove l’avesse gia’ sconfessata. Persino dopo che la senatrice democratica Dianne Feinstein, Chairman of the Senate Select Commitee on Intelligence, aveva dichiarato pubblicamente che l’eccidio di Bengasi fosse stato opera di Al-Qaeda. Molti si sono chiesti perche’ l’amministrazione Obama avesse mandato Susan Rice  avanti, a spiegare alla stampa la causa dell’attacco di Bengasi, e quale possibile avanzamento di carriera le sarebbe potuto derivare,  giocando questo ruolo di useful idiot.( Richard Grenell, Opinion UN)

Parecchi senatori repubblicani stanno suscitando un vespaio di polemiche a riguardo anche perche’ temono la sua promozione a Segretaria di Stato. Ovviamente sono stati accusati di maschilismo e di razzismo, ma si sa che al nostro presidente piace giocare la carta del razzismo e la carta del salvatore delle donne. Cosi’ il presidente e’ intervenuto a difendere l’ambasciatrice Susan Rice  da lui nominata, sostenendo che ella non ha nulla a che fare con Bengasi. Una dichiarazione che suscita ilarita’ perche’ si sa che il pesce puzza dalla testa, in quanto sia Obama che la Clinton hanno fatto piu’ o meno la stessa cosa.
Dove quei senatori invece dovrebbero rivolgere piu’ attentamente la loro attenzione e’ sul fatto che la Rice risulta avere  un problema con Israele -che non e’ un paese a regime antidemocratico e totalitario- e che quindi e’ da classificarsi come un grave pregiudizio,  che sia  antisionismo o sia antisemitismo. Non e’ una discettazione questa di parole ma di sostanza che tali parole sottendono,  quindi atteniamoci ai fatti.  Susan Rice non e’ la sprovveduta che tutti pensano sia, non e’ “a bimbo” come detrattivamente si dice in inglese, ma se si analizza attentamente la sua attivita’ di ambasciatrice all’ONU, viene fuori che non ha perso un’occasione per condannare tacitamente Israele il piu’ delle volte senza avversare l’ossessiva fissazione dei paesi musulmani contro Israele  in seno all’ ONU.
Da una rapida occhiata al suo record come ambasciatrice all’ONU, risalta agli occhi il suo assenteismo, una regola che lei ha inaugurato nella sua attivita’ sin dalla risoluzione votata all’ONU che assegno’ indecentemente la membership all’Iran che entro’ a far parte della Commissione dei diritti delle Donne o Commission on Status of Women  nel maggio del 2010 . La Rice non era presente in aula ad avversare quella risoluzione che fu votata nel periodo successivo alla Green Revolution in Iran che vide una grande partecipazione di donne, culminata nell’assassinio di Neda da parte dei cecchini del regime dei Mullah, un’immagine quella che fece il giro del mondo. Come anche con acquiescenza permise che la Libia entrasse a far parte del Human Rights Council.
Susan Rice non era ugualmente presente in aula all’ONU quando nel settembre scorso intervenne il PM israeliano Bibi Netanyahu con un discorso allarmante che denunciava il pericolo per tutto il mondo rappresentato da un Iran atomico. Ugualmente non era presente nella sessione d’emergenza contro Israele ai tempi della Flottiglia diretta a Gaza, quando Israele aveva bisogno di aiuto. Di nuovo non era presente nel Consiglio di Sicurezza ai primi due incontri sulla cosiddetta Primavera Araba’. In quattro anni  ha fatto passare a proposito solo una sua risoluzione contro l’Iran che risale indietro a quasi  tre anni fa.

Ma e’ curioso informare i lettori di come la stessa Rice -dopo il recente riconoscimento della Palestina all’ONU, che lei stessa non ha osteggiato, ne’ prevenuto come fecero Kirkpatrick e Baker-  abbia fatto finta con doppiezza, di  tessere la difesa di Israele con un discorso a posteriori politicamente opportunistico, che era sicura le avrebbe fatto guadagnare punti per la sua promozione a Segretaria di Stato, a cui ovviamente ambisce.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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