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Grossman, la prova della democrazia israeliana 05/12/2012

"Di David Grossman si conoscono le opinioni, o, piuttosto, le utopie, non staremo qui a confutarle per l'ennesima volta. Gli rivolgiamo soltanto una domanda, se lui considera Gerusalemme est un territorio occupato. Tutto qui."

 Così Vi chiedete.
Buona domanda. Io mi immagino la risposta. Ma penso a qualcos'altro. Alla ricaduta delle parole pronunciate dallo scrittore, non tanto in Israele (non farà piacere, ma penso che siano...vaccinati), quanto sulla malferma opinione pubblica nostrana, drogata da menzogne ultradecennali, pigra e qualunquista; ergo antisemita, nonché affetta da ignoranza crassa e supina (in quanti avranno letto i libri di Grossman?
Letto, non solo comperato, allo scopo di farsi scrivere la dedica per la zia) Quei termini "Palestina", "occupata" e /o "occupazione", che non hanno riscontro, né giuridico, né fattuale, sono colpi di maglio ad una lettura storica seria.
L'A. non rende un servizio al suo Paese, per niente.
Ripenso alle parole, durissime e gravi , pronunciate sulle Vs. pagine da un comune amico a proposito del celebrare il lutto per la morte di un figlio, facendo lega coi suoi assassini.
La guerra del 2006 non mi ha mai convinto, sono stati compiuti errori dall'allora governo Olmert, ma ciò non toglie che l'esercito sia stato valoroso; in particolare quei militari caduti per soccorrere i compagni; come Uri Grossman.
Ma tra ciò e, in sostanza, incolpare il Governo di quelle morti e far comunella col terrorismo assassino ne corre.

Mara Marantonio

Quelli che accusano Israele farebbero bene a stare zitti, se non fosse una democrazia limpida e cristallina la voce di uno scrittore come Grossman avrebbe già da tempo smesso di essere sentita. Avviene invece il contrario, Grossman viene onorato in patria come all'estero, anche se i  giudizi sul governo del suo paese sono strettamente legati al marketing editoriale dei suoi libri.
IC redazione
 


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