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Il Foglio Rassegna Stampa
05.12.2012 Onu, un fallimento tira l'altro
commento di Pio Pompa

Testata: Il Foglio
Data: 05 dicembre 2012
Pagina: 4
Autore: Pio Pompa
Titolo: «I pateracchi dell’Onu»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 05/12/2012, a pag. 4, l'articolo di Pio Pompa dal titolo "I pateracchi dell’Onu".


Pio Pompa


La Palestina all'Onu

Il riconoscimento della Palestina quale “stato osservatore non membro” delle Nazioni Unite non è il primo caso in cui al Palazzo di vetro vengano imbastiti pateracchi che, come ha dichiarato il premier israeliano Bibi Netanyahu, non cambiano nulla sul terreno. Un esempio è dato dal Fronte Polisario che, pur godendo del sostegno incondizionato dell’Onu, si è progressivamente trasformato in una delle principali fonti di reclutamento per l’organizzazione di al Qaida nel Maghreb islamico, l’Aqmi. Tant’è che, quasi in contemporanea con il voto espresso a New York a favore della Palestina la scorsa settimana, è stato Gilles De Kerchove, coordinatore europeo per la lotta al terrorismo, a denunciare come la zona dei campi saharawi (attraversati nell’ultimo anno da una crisi umanitaria senza precedenti) di Tiduf, nel sud dell’Algeria, sia divenuta il maggior centro di reclutamento per Aqmi. Riconoscere il diritto di un popolo all’autodeterminazione o ad avere uno stato – prescindendo dalla realtà fattuale e dalle sue conseguenze – è quanto di peggio possa accadere qualora non siano ancora maturate solide prospettive di pacificazione e sussistano conclamate contrapposizioni come tra Hamas e l’Autorità nazionale palestinese o tra i vertici del Polisario e i suoi numerosi dissidenti. Contrapposizioni in grado di trasformarsi in sanguinose faide interne o – è il caso del principale dissidente del Polisario, l’ex capo della polizia del gruppo indipendentista, Moustafa Salma Ould Sidi Mouloud – in forme di feroce persecuzione. Dopo una conferenza tenuta nell’agosto del 2010 a Smara, nel sud del Marocco, in cui dichiarava di sostenere il piano di autonomia del Sahara occidentale proposto all’Onu nel 2007 dal governo di Rabat, gli è stato impedito dai leader del Polisario di tornare a Tinduf, dove vivono la moglie e i suoi cinque figli”, spiega De Kerchove. Una persecuzione senza esclusione di colpi da quando (per la prima volta al mondo) un piccolo comune italiano, Lozio in provincia di Brescia, ha deciso di concedere, il 26 novembre scorso, la cittadinanza onoraria a Mouloud. “Le barriere difensive costruite da Israele – conclude il nostro interlocutore – e i muri di sabbia eretti dal Marocco per una lunghezza di 2.700 chilometri restano lì a testimoniare che la pace non è possibile senza aver prima sconfitto ogni forma di terrorismo e persecuzione”.

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