Finchè siamo disposti ad eleggere nei vari parlamenti, italiani ed europei, personaggi che sono significatamente collusi con il terrorismo, perchè non dare spazio in altri pulpiti a chi dell' "internazionale del terrore"ne è il maestro? Uso il plurale majestatis perchè anch'io sono italiano, sebbene così mal rappresentato: andassi oggi in Israele e dire che sono "italki", mi vergognerei di esserlo!
Sono felice per Davide, il quale ha sottolineato di essere scampato ad una di quelle stragi perpretate da Al-Fatah (Fedayn) a Fiumicino presso il chek in di El-Al; come dimenticare anche la strage del velivolo Pan-Am e del mancato abbattimento con tanto di "bazooka" di un altro velivolo passeggeri, in fase di decollo, sempre a Roma e sempre da parte degli stessi rappresentanti del terrore?
E, parlando di "internazionale", come scordare l'attentato all'aeroporto di Tel Aviv di affiliati a "settembre nero" giapponesi?
Sono ricordi, tragici, adolescenziali, ma determinanti per la costruzione di una propria, critica coscienza storica: ad ognuno la responsabilità di testimoniare questa coscienza e far imparare l'importanza di sapere quando dire di SI o dire di NO.
C'è uno Stato che accetta di "dialogare" con la mafia per impedire operazioni stragiste: se cambia l'interlocutore, il risultato non cambia! Parafrasando, infine, un certo Vespasiano: anche i "petrodollari" non puzzano! La speranza, è che tutto questo si trasformi in un perfetto "boomurang" che si ritorca contro a chi non ha capito perfettamente quando occorre dire di NO!
Ancora grazie per la vostra attenzione,
Stefano Riva - Bergamo
Analisi perfetta, ma non bisogna perdersi d'animo, la decisione presa da Monti rivela - ce ne fosse bisogno - che l'Italia dei Craxi, degli Andreotti, dei catto-comunisti comunque si chiamino, è sempre la stessa. Monti con il cappello in mano davanti all'emirio del Qatar non è diverso dai suoi predecessori. Come il Vaticano, con l'articolo dell'Osservatore Romano che pubblichiamo oggi, è la Santa Sede di sempre.
IC redazione