Egitto: Sharia in arrivo, grazie al 'moderato' Morsi commento di Andrea Morigi
Testata: Libero Data: 30 novembre 2012 Pagina: 18 Autore: Andrea Morigi Titolo: «Il 'moderato' Morsi impone la sharia all’Egitto»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 30/11/2012, a pag. 18, l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Il «moderato» Morsi impone la sharia all’Egitto ".
Andrea Morigi
Quando si è trovato al bivio fra i diritti umani e la legge islamica, l’Egit - to dei Fratelli Musulmani ha scelto la strada del Corano. Ieri l’Assemblea costituente egiziana ha approvato l’arti - colo 2 della bozza di costituzione in cui si prevede che i princìpi della sharia siano la fonte principale del diritto nell’Egitto del dopo Mubarak. «L’Islam è la religione di Stato. L’arabo è la lingua ufficiale. I principi della sharia sono la principale fonte della legislazione », recita il secondo articolo della legge fondamentale dello Stato. Quell’articolo, peraltro introdotto durante il regime di Hosni Mubarak, è stato approvato all’unanimità da tutti i membri della Costituente presenti al voto, benché su di esso fossero nate accese controversie fra deputati liberali da una parte e fondamentalisti e salafiti dall’altra. In realtà, anche nei decenni scorsi, i precetti principali del diritto musulmano erano stati introdotti attraverso varie sentenze nella giurisprudenza egiziana. Fra tutti, l’episodio più eclatante è considerato il divorzio fra il giurista Nasr Hamid Abu Zayd e la moglie, stabilito da un tribunale nel 1995 in quanto il marito era stato dichiarato «apostata» per aver promosso un approccio più liberale nei confronti dell’interpretazione del Corano. Ma una donna musulmana, non potendo essere sposata con un infedele secondo i dettami della sharia, doveva quindi essere divorziata anche contro la sua volontà per intervento dell’autorità giudiziaria, come poi è avvenuto. Tutto traeva origine dalla cosiddetta «legge della vergogna», promulgata già nel 1978 dal regime del «presidente credente» Anwar Sadat, che puniva con la perdita dei diritti politici il cittadino dichiarato non credente. Estensivamente, lo statuto di cittadini di serie B, mina i diritti fondamentali della minoranza, peraltro consistente inmilioni di persone, dei cristiani copti, ma anche dei musulmani che intendono abbandonare l’islam e convertirsi a un’altra religione. Con l’introduzione della sharia, d’ora in poi, si fa più concreto il pericolo della pena di morte per gli apostati, già presente in alcuni Paesi a maggioranza islamica. Erano state poste in precedenza le basi per una talebanizzazione del Paese. Ieri, superata la principale tappa procedurale di un processo culturale in corso ormai da decenni con l’isla - mizzazione dal basso, hanno preso il via le operazioni di voto degli altri articoli della bozza di costituzione, 234 in tutto. Pare scontato che il presidente Mohamed Morsi la controfirmerà, smentendo tutti gli osservatori internazionali che lo hanno voluto dipingere come un musulmano moderato. Sono le stesse recenti «dichiarazioni costituzionali», con cui il capo dello Stato ha inteso limitare e avocare a sé i poteri della magistratura, a illustrarne la scarsa cultura democratica. Ieri, Morsi ha escluso qualsiasi marcia indietro riguardo il decreto con cui giovedì scorso ha stabilito che le sue decisioni sono inappellabili. Incurante delle manifestazioni che sono seguite all’editto, il regime dimostra la propria scarsa propensione al dialogo. Si fa forte in particolare della capacità di controffensiva da parte dei Fratelli Musulmani, che hanno conquistato 235 seggi su 498 all’Assemblea costituente e stanno mobilitando le masse in difesa del loro rappresentante, dopo averlo collocato al massimo vertice istituzionale. Appena oltre il confine, nella Striscia di Gaza, Morsi sostiene, nonostante un finto ruolo di mediazione, l’aggressione a Israele da parte dei terroristi islamici di Hamas, branca palestinese dei Fratelli Musulmani. Rimane ora un’unica anche se remota possibilità di evitare che l’Egitto torni a sprofondare nell’epoca dei Mamelucchi. Successivamente, all’approvazione parlamentare e alla ratifica da parte del presidente, la procedura impone l’indizione di un referendum confermativo. Sarà il popolo egiziano, salvoun nuovocolpo dimano fondamentalista, a scegliere il proprio destino. E anche quello dei Paesi del Mediterraneo.
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