Lo struzzo e le elezioni
Matteo Renzi
Roma: fischi alla sinagoga, insulti, slogan dai cortei “Israele dev'essere distrutto”.
Parma: l'ingresso della sinagoga imbrattato di vernice rossa.
Genova: l'ingresso della sinagoga deturpato da scritte “Israele stato nazista”.
Vercelli: il cimitero imbrattato da svastiche.
Barcellona: una sinagoga coperta da scritte minacciose.
Budapest: gli ebrei dichiarati “pericolosi per il mondo” dal terzo partito del paese, da cui la proposta di schedarli tutti (http://www.giornalettismo.com/archives/626723/gli-ebrei-sono-un-rischio-per-la-sicurezza-nazionale/).
Berlino: proposta di deputati “verdi” e socialdemocratici di proibire la circoncisione alla nascita (cioè quella ebraica) consentendola invece dopo i 14 anni (quella musulmana).
Tolosa: nella citta della strage di bambini ebrei ammazzati da un terrorista islamico, gli islamici mettono in scena una finta strage di bambini di Gaza da parte dell'esercito israeliano (http://vimeo.com/54208326).
Oslo: continua la criminalizzazione della comunità ebraica (http://www.timesofisrael.com/seventy-years-after-the-donau-what-has-norway-learned/? ).
Vienna: i manifestanti chiamano alla “morte per gli ebrei” (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=293435 ).
Questi sono episodi accaduti nell'ultima settimana, intorno alla conclusione del conflitto di Gaza. Devo andare avanti? Non sarebbe difficile, purtroppo, trovare antisemitismo di destra e di sinistra che si diffonde abbondantemente in tutt'Europa.
Sulla stampa ebraica (pardon, sui media dell'Ucei) ci assicura un giovanotto noto soprattutto per essere rampollo di una importante famiglia ebraica italiana e per il suo attivismo politico, ci assicura che che “tutti dovremmo compiere un esercizio di cautela, affrontare ogni singolo episodio nella sua specificità, evitare le semplificazioni, fondarci sui dati reali e non sulle impressioni emotive, evitare allarmismi”. e che dato che “ogni singolo episodio” va valutato “nella sua specificità”, non bisogna trarne l'impressione che l'antisemitismo sia in crescita (http://moked.it/blog/2012/11/27/il-giudizio-la-misura/).
Del resto anche Don Ferrante nei Promessi sposi negava l'esistenza della peste sulla base di un ragionamento analogo, ricordate?
“«Dice adunque che, al primo parlar che si fece di peste, don Ferrante fu uno de’ più risoluti a negarla, e che sostenne costantemente fino all’ultimo, quell’opinione; non già con ischiamazzi, come il popolo; ma con ragionamenti, ai quali nessuno potrà dire almeno che mancasse la concatenazione.
- In rerum natura, – diceva, – non ci son che due generi di cose: sostanze e accidenti; e se io provo che il contagio non può esser né l’uno né l’altro, avrò provato che non esiste, che è una chimera. E son qui. Le sostanze sono, o spirituali, o materiali. Che il contagio sia sostanza spirituale, è uno sproposito che nessuno vorrebbe sostenere; sicché è inutile parlarne. Le sostanze materiali sono, o semplici, o composte. Ora, sostanza semplice il contagio non è; e si dimostra in quattro parole. Non è sostanza aerea; perché, se fosse tale, in vece di passar da un corpo all’altro, volerebbe subito alla sua sfera. Non è acquea; perché bagnerebbe, e verrebbe asciugata da’ venti. Non è ignea; perché brucerebbe. Non è terrea; perché sarebbe visibile. Sostanza composta, neppure; perché a ogni modo dovrebbe esser sensibile all’occhio o al tatto; e questo contagio, chi l’ha veduto? chi l’ha toccato? Riman da vedere se possa essere accidente. Peggio che peggio. Ci dicono questi signori dottori che si comunica da un corpo all’altro; ché questo è il loro achille, questo il pretesto per far tante prescrizioni senza costrutto. Ora, supponendolo accidente, verrebbe a essere un accidente trasportato: due parole che fanno ai calci, non essendoci, in tutta la filosofia, cosa più chiara, più liquida di questa: che un accidente non può passar da un soggetto all’altro. Che se, per evitar questa Scilla, si riducono a dire che sia accidente prodotto, dànno in Cariddi: perché, se è prodotto, dunque non si comunica, non si propaga, come vanno blaterando. Posti questi princìpi, cosa serve venirci tanto a parlare di vibici, d’esantemi, d’antraci…?».
Bisogna chiamare le cose col loro nome: questa teoria delle distinzioni è la logica dello struzzo proverbiale che nell'ora del pericolo mette la testa sotto la sabbia, naturalmente per vedere meglio i granelli uno a uno e non farsi confondere dall'illusione ottica del cacciatore che arriva - anche lui in fondo non è altro che un insieme di atomi come la sabbia.
Vogliamo dire che anche l'antisemitismo/antisionismo non è sostanza né accidente e dunque non esiste? Diciamolo, dunque e negando la realtà avremo finalmente risolto il dilemma dell' “ebreo di sinistra” così delineato sempre sulla stampa dell'Ucei da un altro autore non lontano ideologicamente dal primo, ma certamente diverso per carattere e anche per studi:
“Quando da Gaza sparano missili su Israele e Israele risponde, l’ebreo di sinistra che non ama le smaccate partigianerie e l’ideologizzazione fine a se stessa, sente tutta la fragilità della sua posizione. Perché, se non è disposto a dire che il governo di Israele ha sempre ragione, non è neppure disposto a dire che lo stato di Israele ha torto per definizione. L’antisemitismo, quello vero, passa proprio per questa sottile linea di demarcazione.”
“L'ebreo di sinistra”, insomma, non vede l'antisemitismo nella sinistra (e magari neppure nella destra, se è equanime) salvo che si faccia questione di definizioni. Anche lui distingue, caso per caso: “Bersani, Renzi, Di Pietro, l’equilibrista Casini, e tutti gli altri, sono troppo impegnati a giocare con i programmi elettorali. Perché sporcarsi mani e bocca con rischiose uscite su Israele, specie se fuori dal coro, quando invece il silenzio assicura il consenso di gran parte dell’opinione pubblica? [...] la politica tace, mentre la stampa imperversa con animose semplificazioni. L’ebreo di sinistra, orfano sventurato, si troverà di fronte a un bel dilemma quando, fra qualche mese, andrà a inserire la scheda nell’urna.” (http://moked.it/blog/2012/11/20/diritti-6/) Be', anche se l'autore è un illustre accademico (“anglista” è definito dal giornale), sia consentito contraddirlo: contro Israele in questa occasione o in altre recenti hanno parlato abbondantemente Vendola ( http://pubblicogiornale.it/politica/vendola-gaza-lasciata-sola-ue-non-merita-nobel-per-la-pace/), De Magistris, Doria, Pisapia, Orlando, la Bindi, Camusso, la Fiom, D'Alema (candidato ri-ministro degli esteri nel caso di una vittoria di Bersani).
L'unico a sinistra che ha detto una cosa ragionevole è Renzi, che anche in questo sta fuori dal coro:
"La sinistra italiana deve abituarsi a ridire che Israele ha il diritto di esistere, perché troppo spesso c'è stato un atteggiamento della sinistra anti-israeliano inconcepibile e insopportabile. Israele è un paese che è circondato da realtà che vogliono la sua distruzione, a partire dall'Iran. Si blocchino le operazioni militari e si torni al dialogo, perché è inaccettabile che muoiano dei bambini ed è fondamentale che si torni alla pace e alla libertà, ma una posizione chiara è quella che sta prendendo l'amministrazione Obama."
Per questa ragione suggerisco a coloro che vogliono essere ebrei di sinistra senza fare gli struzzi di non farsi prendere dai dilemmi e di votare domenica per Renzi. Non è costume di Informazione Corretta occuparsi di politica italiana e tantomeno fare “endorsement”, appoggiare candidati.
Ma in una situazione così grave, che al governo torni una sinistra che taglia netto con i vecchi tic sovietici e terzomondisti dell'odio a Israele, potrebbe essere una buona cosa per tutti, per quelli che mettono la testa sotto la sabbia e anche per quelli che invece si sforzano di guardare la realtà com'è.
Ugo Volli