Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 27/11/2012, a pag. 15, l'articolo di Fiamma Nirenstein dal titolo " Caro Yehoshua, Hamas è terrorista ". Il pezzo è una risposta all'articolo di A. B. Yehoshua pubblicato sulla STAMPA e ripreso su IC di ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=47035).
a destra, il sistema di difesa missilistico di Hamas
Fiamma Nirenstein, A. B. Yehoshua
Cambiano i nomi, ma la storia è sempre quella
(Guerrafondaio, colpisci i civili, stai giù, non far crescere la violenza!)
Aleph Beth Yehoshua è un grande scrittore e per me anche un amico di vecchia data. Ma della politica nonostante un suo antico libro molto interessante sul sionismo (Bouli, come lo chiamano tutti, è un vero sionista) edito dalla Giuntina, vede solo ciò che gli sembrano delineare i suoi sogni di grande artista. Così quando ieri sulla Stampa chiede a Israele di fare un accordo con Hamas, di nuovo fa gli stessi errori che ha fatto mille volte pensando che per fare la pace con il mondo arabo bastasse chiederlo per piacere, e farsi più in là. Per qualche ragione gli sfugge interamente l'elemento ideologico, che nel caso di Hamas è certamente il primo. Non è che Bibi Netanyahu, come piace dire a Yehoshua, abbia voluto chiamare Hamas «organizzazione terrorista» invece che «nemico», evitando così possibili accordi: no, Hamas è terrorista per definizione internazionale, l'Europa l'ha messa nella sua lista, così come gli Usa, non Israele. Hamas, che non è né uno «Stato» né un «nemico» come potevano esserlo Giordania o Egitto, ha come suo scopo scritto nella Carta cui è fedele (prego, prendetene visione, è una lettura affascinante nell'orrore) di distruggere Israele e di uccidere tutti gli ebrei, compreso quindi anche Aleph Beth Yehoshua.
La Giordania non lo scrive nella Costituzione, e neppure la Siria e l'Egitto. Il loro comportamento può essere stato, nelle varie guerre, crudele, imperdonabile: ma nessuno degli Stati circostanti Israele ha come scopo principale di distruggerlo e di far fuori gli ebrei uno a uno, in tutto il mondo. Con loro dunque la pace si può fare. Hamas invece se non fa la guerra all'Occidente, se non proclama la sharia, se non insegna ai bambini a diventare shahid, non esiste. Il riconoscimento che Hamas vuole è la medaglia della leadership nella sharia, vuole che le visite dei capi di Stato proclamino al mondo intero il suo diritto a essere il migliore macellaio di Israele, non il suo eventuale partner. La richiesta di Bouli appare quindi come una medaglia che Hamas si appunterà sul petto per dire: vedete, quanta paura hanno gli israeliani che li facciamo a pezzi, persino Yehoshua ci chiede un accordo. Questo nella mentalità mediorientale è un danno grave, se hai paura sei morto, se richiedi la pace mentre l'altro ti dichiara guerra eterna non sei per loro che un vigliacco già in fuga. Sarebbe bello patteggiare con i palestinesi «una separazione ragionevole», ma quello che era possibile per re Hussein e per Sadat non lo è per Ismail Haniyeh o per Khaled Mashaal. Hamas non ha niente da guadagnare a chiedere «una separazione ragionevole», non gli interessano due Stati per due popoli. Bouli sa che non furono le elezioni che portarono Hamas al potere assoluto a Gaza, ma la guerra fra le due fazioni. Storicamente per i palestinesi, tutti, tanto forte è il rifiuto di considerare Israele un vicino ma di vederlo come un corpo estraneo, che anche l'Olp, prima di Arafat e ora di Abu Mazen, ha fatto fallire uno a uno tutti gli accordi tentati nel corso degli anni. L'Autorità Palestinese non cerca oggi di siglare un accordo che, dice piamente Bouli, non può firmare se non c'è Hamas: nemmeno loro, quelli dell'Anp, lo vogliono fare, figuriamoci Hamas. Perchè un Nuovo Medioriente c'è, sì, Bouli, all'orizzonte, ma è quello post 'primavere', in cui la Fratellanza Musulmana, di cui Hamas fa parte, persegue un califfato mondiale di cui Israele è il primo, più saporito boccone.
www.fiammanirenstein.com
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