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Ugo Volli
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Business as usual 26/11/2012

Business as usual


Razzi di Hamas

Cari amici,

fate parte anche voi di coloro che pensano che finalmente, grazie alla bontà di Obama e di Morsi, in Medio Oriente sia tornata la pace e potranno rallegrarsi i poveri bambini gazani, perseguitati dai cattivi giudei (ci sono anche i bambini israeliani feriti dai missili di Hamas, potete vederne uno qui - http://edition.cnn.com/video/?%2Fvideo%2Fworld%2F2012%2F11%2F23%2Fsidner-children-conflict1.cnn - ma questo è un altro discorso) ? Be', come diceva un certo rabbino proveniente dalla Galilea, beati i poveri di spirito, santa ingenuità...

In realtà, tutto continua come prima. Non c'è solo il fatto che Mahmoud Abbas ha deciso di continuare sulla strada di un tentativo di riconoscimento all'Onu della sua organizzazione come stato, cioè dell'abbandono degli accordi di Oslo. Ha la faccia tosta di presentarlo come "ultima occasione per la pace" (http://www.israelnationalnews.com/News/Flash.aspx/255861#.ULHdAoajfiw), ma in realtà è la continuazione di una politica di lotta legale a Israele, di cui fa parte anche la ben pubblicizzata esumazione del cadavere di Arafat per dimostrare che sia stato assassinato, naturalmente dagli israeliani (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/162473#.ULHdgIajfiw). I rapporti fra Israele e Anp sono destinati a preggiorare rapidamente ancora, tant'è che un ministro israeliano importante come Danny Ayalon ha minacciato che se si prosegue su questa strada Israele potrebbe scegliere un'altra organizzazione palestinese (leggi Hamas) come possibile interlocutore (http://www.timesofisrael.com/abbas-confident-free-world-will-support-palestinian-un-bid/). E' una scelta politica certamente discutibile, che dovrà essere discussa a fondo, ma ha una logica nella condizione di guerra.

Hamas a sua volta si sta riarmando, o meglio, è l'Iran che si sta dando da fare per cercare di rimediare alle perdite militari gravi che Israele ha inflitto a quel che resta, nonostante i giri di valzer con l'Egitto, il suo satellite meridionale. Che i rifornimenti ripartiranno lo ha dichiarato Mahmoud al-Zahar, uno dei capi più noti di Hamas (http://www.timesofisrael.com/iran-to-increase-financial-military-aid-for-gazan-terrorist-groups-hamas-founder-says/?). Del resto i satelliti hanno già rivelato che gli iraniani hanno già inviato dei missili su una nave nel golfo persico, fin dall'inizio delle operazioni (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4311159,00.html). I Fajr-5, gli stessi che Hamas ha spedito su Tel Aviv, sono destinati a una delle due solite rotte: o passando per il Sudan, o attraverso un trasbordo nel Mar Rosso, per finire nei tunnel fra Gaza e l'Egitto, che Hamas sta facendo riparare in fretta (http://www.jpost.com/Defense/Article.aspx?ID=293324&R=R1). Comunque Israele non potrebbe fermarli senza violare la sovranità dell'Egitto. L'Egitto naturalmente avrebbe la possibilità di bloccare questa rotta essenziale dei rifornimenti militari di Hamas, ma non lo fa e non si metterà certamente a farlo adesso: premessa sicura per nuovi scontri a breve termine.

Insomma le tensioni non si sono affatto risolte, anche se Israele punta a conservare una specie di normalità quotidiana nei rapporti con Gaza, consentendo non solo i rifornimenti di cibo, medicinali, energia elettrica, che non si sono mai interrotti anche durante il conflitto, ma perfino di cartamoneta per i pagamenti (http://www.israelnationalnews.com/News/Flash.aspx/255854#.ULHdYoajfiw) - infatti a Gaza, come nei territori amministrati dall'Anp si usa lo shekel israeliano. Ma non bisogna farsi illusioni: questa settimana di quasi-guerra è stato soprattutto un episodio del progetto di aggressione che l'Iran sta sviluppando da anni contro Israele, pensando in questa maniera di poter prendere la leadership del mondo islamico. Le grande manovre coinvolgono ovviamente la Siria, ma hanno come attori Egitto e Turchia e Qatar, sullo sfondo Stati Uniti e Russia e Cina, tutti attenti a posizionare forze militari e alleanze in un gioco strategico complicatissmo (ne trovate un riassunto in questa nota del sito Debka, che spesso esprime le posizioni di una parte dei servizi israeliani: http://debka.com/article/22560/Middle-East-in-high-suspense-for-Gaza-operation-sequels).

Ugo Volli


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